Il 26 maggio è stata diffusa dal Ministero dell’Agricoltura una versione aggiornata dell’elenco delle “risorse genetiche di bestiame e pollame”, che esclude i cani dalla lista di specie per le quali è consentita la riproduzione, l’allevamento, la compravendita e il trasporto per finalità commerciali.
Come avevamo già scritto poche settimane fa, la Cina ha avviato una revisione delle specie che possono essere allevate, nell’ambito delle risposte per impedire l’emergere di nuove zoonosi. L’esclusione dei cani era stata però stata motivata sulla base del «progresso della civiltà umana», considerato che anche in Cina cani e gatti sono oramai considerati animali da compagnia.
Questa novità arriva a meno di un mese dall’inizio del festival di Yulin, che si svolge dal 21 al 30 giugno, durante il quale vengono uccisi ogni anno migliaia di cani. Questo evento che sollevava indignazione da tutto il mondo dovrebbe quindi essere finalmente consegnato ai libri di storia.
Va precisato che per quanto segni un importante passo avanti, la nuova legislazione non vieta ancora il consumo di carne di cane ma soltanto l’allevamento e la vendita. Ci auguriamo che per compiere questo ultimo passo non si debba attendere ancora a lungo.