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La Svizzera salva i lupi e vota sui diritti dei primati non umani

La Confederazione elvetica si conferma un punto di riferimento nella riflessione sul nostro rapporto con gli altri animali.
Avv. Alessandro Ricciuti

Avv. Alessandro Ricciuti

Presidente di Animal Law Italia.

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Domenica 27 settembre i cittadini elvetici hanno respinto la proposta di modifica alla legge sulla caccia, che avrebbe attribuito ai cantoni il potere di “regolare” gli stambecchi e soprattutto la crescente popolazione di lupi, al fine di prevenire danni alle greggi o qualora potessero costituire un pericolo concreto per l’uomo.

Con la vittoria di stretta misura del “NO” (che si è imposto con appena il 51,9% contro il 48,1% a favore della nuova legge) resta in vigore la legge attuale, che risale al 1985.

Come riporta l’ampio dossier presentato dal Governo elvetico in vista del voto, il lupo era stato a lungo assente dalla Svizzera, dove è tornato dal 1995 e dal 2012 si è formato un primo branco stabile; oggi ve ne sarebbero almeno otto, con una popolazione di circa 80 esemplari. Ogni anno, vengono uccisi dai 300 ai 500 animali (pecore e capre), incluse greggi protette da cani e recinti, misure che i lupi hanno mostrato di riuscire a eludere.

Va detto che le regole attuali consentono di ottenere l’autorizzazione per abbattere un lupo ma soltanto se ha ucciso più di 25 animali da fattoria in un mese o 15 se ci sono stati danni nell’anno precedente. Il mantenimento di queste regole — ritenute troppo restrittive dai fautori della riforma della legge sulla caccia — consentirà di evitare “stragi preventive” del tutto inutili.

Il 17 settembre era invece arrivata la notizia che nel cantone di Basilea verrà sottoposta a referendum la proposta di inserire i diritti fondamentali dei primati non umani nella costituzione cantonale, dopo che mercoledì scorso il Tribunale federale di Losanna ha ritenuto ammissibile il quesito, contro il quale pendeva un ricorso da parte di sei privati, che lamentavano la lesione della competenza federale sul benessere degli animali. La Corte ha respinto questa posizione, ritenendo che ai Cantoni è consentito introdurre una protezione maggiore rispetto a quella prevista dalla Costituzione federale.

L’iniziativa prende il via da una petizione promossa da “Sentience Politics”, che chiede che nella costituzione cantonale venga aggiunto un articolo sul “diritto dei primati non umani alla vita e all’integrità fisica e mentale”, sulla base del presupposto che le leggi federali sulla protezione degli animali non tengono pienamente conto dell’interesse degli animali più vicini all’uomo sulla scala evolutiva a non soffrire e a non essere uccisi.

La parola passa quindi ai cittadini, che si esprimeranno in occasione di una prossima tornata referendaria (occasioni molto comuni in Svizzera). Animal Law Italia seguirà da vicino questo voto storico e fornirà aggiornamenti.

Con queste due novità, la Confederazione elvetica — che già tutela gli animali nella sua Costituzione — si conferma un punto di riferimento nella riflessione sul nostro rapporto con gli altri animali.

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