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L’Europa si schiera contro l’abbattimento dei pulcini maschi

Ieri, 17 ottobre 2022, tra i punti all’ordine del giorno della riunione del Consiglio dell’UE in materia di “Agricoltura e pesca” (AGRIFISH), è stata presentata una nota sull’uccisione dei pulcini maschi da parte dell’industria delle uova.
Alessia Colaianni

Alessia Colaianni

Giornalista e divulgatrice scientifica, già responsabile comunicazione di ALI (ottobre 2022 - dicembre 2023).

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I Ministri dell’Agricoltura di Francia e Germania, insieme alle delegazioni di Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo, hanno presentato una nota sull’abbattimento sistematico dei pulcini maschi negli allevamenti di polli alla riunione del Consiglio europeo in materia di “Agricoltura e pesca”, chiedendo di inserirla nell’ordine del giorno. Il documento è stato accolto favorevolmente dagli altri Paesi e dallo stesso Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides.

I primi passi verso il divieto in Europa

Già nel Consiglio del luglio 2021, Francia e Germania avevano chiesto alla Commissione europea – con il supporto di Austria, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Spagna – una valutazione d’impatto del divieto di uccisione sistematica di pulcini maschi in Europa. In quella occasione la Commissione aveva dichiarato che avrebbe introdotto questa valutazione all’interno della revisione della legislazione sul benessere animale.
In Francia il divieto di eliminazione dei pulcini maschi è partito dal 2022, con un periodo di transizione di un anno per permettere ai produttori di acquistare la strumentazione necessaria con l’aiuto di sostegni economici.
In Germania il divieto è entrato in vigore dal 1 gennaio 2022 e anche in Austria e Lussemburgo vige il divieto.
Stranamente l’Italia non figura tra i promotori della nota, nonostante pochi mesi fa anche da noi sia stato approvato il divieto, che dovrebbe entrare in vigore dalla fine del 2026. Tra l’altro l’attuazione dello stop previsto dalla Legge di delegazione europea alla triturazione dei pulcini era anche una delle proposte presentate da ALI, insieme ad altre associazioni, nel manifesto “Anche gli animali votano” indirizzato a candidati e partiti della passate elezioni.

Una transizione graduale

I pulcini maschi vengono eliminati tramite triturazione o soffocamento perché non possono essere utilizzati come ovaiole e neanche cresciuti come polli da carne (broiler), in quanto non appartenenti agli ibridi allevati a questo scopo.
Per evitare quella che di fatto è una mattanza sarebbero necessarie tecnologie che riconoscano il sesso del pulcino già all’interno dell’uovo. Le tecniche di sessaggio in-ovo possono essere complesse e costose. Si può determinare il sesso prima che l’uovo sia incubato attraverso metodi ottici: il disco germinale – una piccola parte del tuorlo – viene esaminato per determinare la dimensione del cromosoma che indica il sesso dell’embrione. Dopo l’incubazione, embrioni maschili e femminili possono essere individuati analizzando i diversi livelli ormonali presenti nel fluido allantoideo, liquido presente in una struttura che aiuta l’embrione nelle sue funzioni. Ci sono anche altre metodologie che possono essere sia invasive, come l’analisi di biomarker o la PCR, sia non invasive e all’avanguardia, come tecniche di imaging basate sull’intelligenza artificiale. È evidente che la transizione avrebbe dei costi e i Paesi europei chiedono a gran voce che l’Europa li supporti in questi cambiamenti, necessari per un sistema alimentare sostenibile e per il rispetto del benessere animale e dell’accresciuta consapevolezza e sensibilità etica dei cittadini. D’altro canto anche l’attuale sistema affronta delle spese, come quelle dell’energia dei nastri trasportatori, dove vengono scartati i pulcini maschi, e quelle dello smaltimento delle loro carcasse.

La necessità di una valutazione di impatto e i timori sui costi

Dagli interventi di tutti i Paesi si evince la volontà di vietare questa pratica eticamente riprovevole e poco sostenibile dal punto di vista ambientale, ma viene richiesta unanimamente una valutazione dell’impatto. La crisi economica che stiamo attraversando rende questo passo incerto, nonostante l’esempio di Francia e Germania.
L’Italia, rappresentata dal ministro Stefano Patuanelli, si è detta favorevole a patto che ci sia una precedente valutazione d’impatto per capire le implicazioni economiche e gestire la pressione del mercato e dei consumatori.


Stella Kyriakides, il Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, ha espresso felicità per l’unità di intenti verso la messa al bando di una pratica appartenente a un’altra epoca, disturbante ed eticamente problematica. È decisa a proporre l’eliminazione graduale dell’abbattimento dei pulcini maschi, passando attraverso una valutazione dell’impatto e sottolineando che la situazione economica non può giustificare il mancato passaggio al divieto. Siamo in un momento storico in cui i consumatori devono scegliere se riscaldare la casa o riempire il frigorifero – ha dichiarato Kyriakides – ma è certa che, anche attraverso l’esempio degli Stati che hanno già fatto questo passo, si troveranno soluzioni equilibrate, sostenibili e che rispettino il benessere animale. La congiuntura economica negativa non aiuta ed è importante impegnarsi in Italia e in Europa affinché gli animali non passino all’ultimo livello di priorità.

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