Finalmente un passo in avanti per la tutela dei diritti degli animali in Spagna, dove dal 30 settembre 2024 è stata categoricamente vietata la vendita degli animali da compagnia all’interno dei negozi. Fino ad ora, infatti, cani, gatti e furetti sono stati esposti nelle vetrine degli esercizi commerciali senza alcuna limitazione o regolamentazione che tenesse conto del loro benessere.
Perché si pone un limite a questo tipo di vendita?
Le problematiche connesse alla vendita di cuccioli nei negozi sono molteplici e di varia natura: da un lato non si tiene debitamente in considerazione della loro salute e del loro benessere, dall’altro si favorisce la crescita di adozioni da parte di soggetti poco consapevoli ed ineducati al rispetto dei propri animali.
Non a caso, l’ANFAAC (Asociación Nacional de Fabricantes de Alimentos para Animales de Compañía), ha segnalato che nel 2023 il fatturato è salito del 14,5% rispetto al 2022 e solo negli ultimi anni il numero dei cani registrati è aumentato del 38%, tanto che in tutto il Paese vivono all’incirca 15 milioni di animali domestici.
Le associazioni animaliste, infatti, da tempo contestavano l’esposizione di questi ultimi in vetrina e all’interno degli esercizi commerciali, evidenziando come gli spazi limitati e la confusione al loro interno siano fortemente nocivi per una crescita sana ed equilibrata. Occorre, poi, mettere in luce anche le forti criticità derivanti dall’allontanamento precoce del cucciolo dalla madre, trauma aggravato dall’immediata collocazione in ambienti molto spesso sovraffollati.
Cosa cambia con la nuova normativa?
A questi problemi si è cercato di porre rimedio con la legge 7/2023 sulla Protezione dei Diritti e del Benessere degli Animali, pubblicata per la prima volta nel Bollettino Ufficiale dello Stato (BOE) il 29 marzo 2023 ed entrata in vigore il 29 settembre 2024. Le norme in essa contenute mirano a circoscrivere quanto più possibile gli abusi ed i maltrattamenti commessi nei confronti degli animali da compagnia con multe fino a 200.000,00 euro, cifra più o meno elevata a seconda della gravità della fattispecie incriminata (ne avevamo già parlato qui).
La legge, tuttavia, non preclude del tutto la vendita dei cuccioli ma intende restringere il numero dei soggetti autorizzati a tale attività, provvedendo anche a regolamentare un settore che, fino ad ora, è stato raramente sottoposto a verifiche e controlli regolari. I venditori, infatti, hanno sempre potuto contare su ampie libertà e criteri tutt’altro che omogenei, rendendo difficile la tracciabilità degli animali.
Fortunatamente, però, in Spagna dal 29 settembre 2024 la vendita di cani, gatti e furetti può avvenire esclusivamente attraverso allevamenti riconosciuti e certificati che soddisfino determinati requisiti.
D’ora in avanti, pertanto, sarà necessario un vero e proprio contratto scritto e gli animali potranno essere consegnati solo nel momento in cui sia assicurata l’esecuzione di tutti i trattamenti obbligatori necessari per garantire uno sviluppo sano, differenti per età e per specie.
Ad ogni buon conto, se la nuova normativa costituisce sicuramente un primo ed importante passo verso la tutela dei diritti degli animali, dall’altro risulta ancora incompleta, posto che nulla dispone riguardo i cani da caccia, brutalmente uccisi a conclusione della stagione venatoria, nonché i tori durante la corrida, torturati in modo disumano in occasione di discutibili spettacoli popolari.