Sofia Santarsiero

Sofia Santarsiero

Laureata nell'anno 2022 presso la Middlesex University di Londra in Criminology with Psycology. A breve inizierà il master in Diplomacy and international Law. Si pone l'obiettivo di poter contribuire alla difesa degli animali a livello internazionale.

Un divieto per la razza American Bully XL

Dal febbraio 2024 è diventato reato possedere un American Bully XL in Inghilterra e in Galles.

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L’American Bully è una recente creazione originatasi negli Stati Uniti tra gli anni Ottanta e Novanta. Questa razza costituisce un’estensione dell’American Pit Bull Terrier incrociato con altre razze come l’American Bulldog, English Bulldog, e l’Olde English Bulldogge (Ivarsson, 2024). I cani American XL Bully vengono descritti come individui possentemente strutturati, di ampie dimensioni, con un corpo muscoloso e testa squadrata, che suggeriscono grande forza e potere per la loro taglia (Loeb, 2023).

Possedere un Bully XL è diventato reato nel Regno Unito

Il Primo Ministro britannico Rishi Sunak aveva definito i Bully XL come un pericolo per il pubblico, promettendo interventi che mettessero fine ad attacchi violenti e garantissero la sicurezza pubblica (Landler, 2023).

Dal primo febbraio 2024 nel Regno Unito è diventato illecito essere proprietari di un Bully XL non registrato nell’Indice dei cani esenti (Loeb, 2023). Inoltre, la vendita, l’abbandono e l’allevamento di American Bully sono stati anch’essi caratterizzati come reati, così come passeggiare con un Bully XL in pubblico senza guinzaglio o museruola (Department for Environment, Food & Rural Affairs, 2024).

La polizia può, quindi, confiscare un cane illegale. Per evitare il rischio di abbandoni, il divieto ha consentito deroghe ai cani XL Bully già presenti, previa sterilizzazione obbligatoria per impedirne la riproduzione, compresi risarcimenti per chi decida di sopprimerli o affidarli a un rifugio.

Aggressioni di American XL Bully e Bully Watch

Tra il 2001 e il 2021, in media, tre persone all’anno sono decedute in Inghilterra a causa di aggressioni da parte di cani, secondo l’Ufficio delle Statistiche Nazionali. Il Primo Ministro, nel corso dei suoi interventi, aveva parlato di un video di un cane possente che aveva morso una bambina di undici anni a Birmingham, e poi inseguito un uomo buttandolo a terra. Altro caso ha riguardano un signore, Ian Price, di 52 anni, che è morto a Stonnall, villaggio dello Staffordshire, sbranato da due sospetti Bully XL.

Un gruppo chiamato ‘Bully Watch’ ha creato un database di attacchi di cani utilizzando Facebook e altri social media, documentando, a suo dire, 351 casi di attacchi di cani di razze grandi di Bully nel 2023. Sembra riemergere, tre decenni dopo, un movimento simile a quello sviluppatosi nei confronti di cani di razza Pit Bull, che ha preso luogo in Inghilterra (dove vi è un divieto) e negli Stati Uniti, risultata nel divieto (Landler, 2023).

Jennifer White, portavoce di PETA sostiene che il divieto dei Bully XL è la cosa giusta e responsabile da fare per proteggere il pubblico, anche perché spesso questi cani finiscono nelle mani sbagliate (Loeb, 2023).

Opposizione al divieto dei Bully XL

La British Veterinary Association (BVA) e i gruppi per i diritti degli animali hanno mostrato opposizione al divieto sulla base della sua ingiustizia e inefficacia (Landler, 2023); nello specifico, la BVA, in quanto parte della Dog Control Coalition, ha rilasciato una dichiarazione sottolineando le preoccupazioni dovute alla scarsità di dati dietro alla decisione del divieto e il suo potenziale nel prevenire i morsi dei cani (Clark, 2024). Secondo i critici il divieto dei Bully XL non ridurrà gli attacchi seri o fatali di cani.

Si può osservare come il passaggio del Dangerous Dogs Act nel 1991 non abbia prevenuto il numero di morsi di cani o attacchi fatali (Landler, 2023).

Enti di beneficenza come l’RSPCA e il Dog Trust hanno intrapreso campagne contro le legislazioni indirizzate a razze specifiche in quanto considerate discriminatorie.

Il gruppo consultivo parlamentare per il benessere dei cani, gruppo interpartitico presieduto dalla laburista Rosie Duffield, dal 2018 sostiene campagne contro i divieti di razze nel parlamento per trasmettere il messaggio che nessun cane è nato cattivo (Dunn, 2023).

Bronwen Dickey, autrice americana del libro “Pit Bull: The Battle over an American Icon“, suggerisce di intraprendere politiche ai fini di regolare l’industria dell’allevamento dei cani, in particolare dei così detti allevatori da cortile, che spesso allevano gli animali in condizioni terribili trattandoli crudelmente per renderli più aggressivi (Landler, 2023).

Conclusione

Nonostante le forti opposizioni citate, il divieto di possedere cani di razza American XL Bully è entrato in vigore in Inghilterra e Galles. L’imposizione del divieto sembra non aver portato a cambiamenti o alla riduzione nella percentuale di attacchi e fatalità causati dai cani di questa razza.

Certamente, ha comportato diverse soppressioni di esemplari di questa razza (per le quali il Governo ha previsto un risarcimento di duecento sterline).

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