Introduzione
Il gatto domestico (Felis silvestris catus) deriva da un felino selvatico di origine Africana (Felis silvestris Libyca) il cui processo evolutivo inizia circa 6 milioni di anni fa. Il gatto domestico ha vissuto con gli umani negli ultimi 9.500 anni, ma la società negli ultimi 200 anni ha subito molti cambiamenti.
Nonostante l’addomesticamento il repertorio comportamentale (insieme degli elementi di espressione di un individuo) è rimasto sempre lo stesso soprattutto se comunica con un conspecifico o interspecifico. Ci sono diverse tipologie di comportamento che verranno elencate successivamente.
Il gioco
Il gioco è molto importante nella fase di crescita del cucciolo per imparare a difendersi, a cacciare e
socializzare. Il comportamento di gioco permane anche in età adulta. Il gioco si differenzia da un comportamento agonistico (es. combattimento) per alcuni segnali: la mancanza di vocalizzazioni (es. ringhi) e il controllo e l’inibizione dei morsi (non provocano lesioni).
Qual è il repertorio comportamentale durante un gioco?
La maggior parte di queste interazioni inizia con un balzo e termina con un inseguimento. Spesso uno dei comportamenti più osservati durante un gioco tra gatti è il movimento della zampa, in cui un gatto tocca con la zampa un suo conspecifico, un oggetto o una persona. Sebbene sia il comportamento più frequente, non è l’unico, ma si possono anche osservare: l’esplorazione di un oggetto con la bocca, mettersi in posizione verticale, lo sguardo fisso e l’appostamento.
Comportamenti affiliativi
Il gatto domestico non è considerato un animale sociale, ma sociale facoltativo, ovvero la sua tendenza a stringere legami è facoltativa, può presentarsi in un soggetto oppure no. Esistono fattori genetici per cui un gatto nasce più o meno predisposto alla vita sociale. Le dimostrazioni affettive fisiche verso i conspecifici che questi animali mettono in atto sono l’allogrooming (leccarsi l’un l’altro) e l’allorubbing (strofinare gli oggetti con la bocca), per esprimere coesione sociale. Spesso questi legami si instaurano tra fratelli e includono anche il dormire insieme, pelo contro pelo o avvicinare i loro nasi. Tramite la vocalizzazione si può comunque esprimere affetto, come il miagolio e le fusa che invitano ad avere un’interazione. Tra i comportamenti affiliativi vi è anche l’avvicinarsi del felino con la coda alzata, quando cerca un’interazione.
Comportamenti aggressivi
L’aggressività tra gatti è un problema più comune di quanto si immagini, infatti si verifica tra il 10 e il 50% dei casi, mentre l’aggressività nei confronti delle persone si verifica nel 49.5% dei casi. Nonostante questi dati, da uno studio di una colonia felina di 34 gatti è emerso che i combattimenti e le minacce sono molto rari, anzi la modalità principale di risoluzione dei conflitti è l’evitamento.
Un tipico gatto aggressivo cercherà di assumere una postura arcuata della schiena con il pelo eretto, per sembrare più grande, la coda piegata e lo sguardo diretto e fisso. Un gatto, invece, in posizione difensiva adotterà una posizione del corpo accovacciata per sembrare più piccolo, evitando il contatto visivo e tenendo indietro le orecchie. Inoltre, cercherà di fuggire per evitare un possibile conflitto.
Non solo fisicamente, ma anche attraverso le vocalizzazioni, i gatti dimostrano l’aggressività, mediante il ringhio, l’urlo e il sibilo.
Interazione umano-gatto
Questi felini, per attirare la nostra attenzione, si strofinano il fianco sulle gambe e si strofinano la testa marcandoci. È generalmente noto che i gatti vocalizzano più frequentemente con i loro compagni umani che con altri gatti. Da uno studio osservazionale è emerso che per attirare l’attenzione i gatti utilizzano i miagolii in situazioni interspecifiche e con un tono più acuto. Inoltre i gatti modificano le loro fusa quando sollecitano attivamente il cibo, queste risultano più frequenti e meno piacevoli per l’udito umano, tanto che le persone sono in grado di distinguerli dalle tipiche fusa. Questi comportamenti probabilmente sono stati appresi nel tempo interagendo con l’uomo. Ma non solo: i gatti riescono a percepire le emozioni dei loro umani, semplicemente osservando i volti.
Conclusione
È importante conoscere il comportamento dei nostri gatti domestici per riuscire a gestire le interazioni tra di loro e con noi. Inoltre avere questo animale in casa riduce gli stati d’animo negativi nell’uomo, ad esempio ansia e depressione. Il gatto cambia anche il suo comportamento in risposta alla depressione dell’essere umano quando gli è vicino, vocalizzando e strofinando la testa e i fianchi su quella persona in modo più frequente. Avere questo felino nella nostra vita non fa altro che migliorarla, quindi prediamocene cura.