O.S.A. – Oltre la Sperimentazione Animale

"OSA - Oltre la sperimentazione animale" si propone di far avanzare il dibattito scientifico in materia, facendo progredire la ricerca senza animali.

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O.S.A. – Oltre la Sperimentazione Animale è un’associazione composta da medici, biologi e veterinari, ricercatori e altri laureati in discipline scientifiche connesse al campo biomedico (psicologi, farmacisti etc), alcuni dei quali svolgono carriera accademica o sono titolari d’insegnamenti universitari, uniti per far progredire il dibattito scientifico sulla sperimentazione animale e facilitare quindi il passaggio a una ricerca senza animali.

Lo scopo di promuovere la ricerca e l’innovazione innescando un cambio di paradigma culturale è parallelo a quello di Animal Law, che si propone di favorire il progresso della società, ridisegnando in termini più equi il nostro rapporto con gli animali. Abbiamo quindi proposto a O.S.A. di curare una rubrica su questa rivista e per inaugurarla andiamo a conoscere meglio questa organizzazione, che è sorta nel 2014 ma ha già all’attivo diverse iniziative.

Quando e perché è stata avvertita l’esigenza di far nascere questa nuova associazione?

O.S.A. è nata dalla necessità di dar voce a quell’ala – più critica e innovativa – del mondo scientifico e intellettuale che non si riconosce nella proclamazione della presunta insostituibilità e irrinunciabilità della sperimentazione animale. O.S.A. è nata dalla volontà di  sostenere la critica scientifica/metodologica alla sperimentazione animale, mettendone in evidenza la scarsa attendibilità, la non predittività per l’uomo, nonché la mancanza di adeguate procedure di validazione, requisito fondamentale per definire un metodo “scientifico”.  Poiché previsto dalle leggi nazionali ed europee, tutti i membri di OSA sono uniti dalla mission di promuovere una ricerca che vada finalmente Oltre la Sperimentazione Animale, cioè che applichi laddove esistano,  e sviluppi laddove la strada della ricerca sia tuttora da battere, metodi innovativi ‘animal free’ o comunque specie-specifici.

Sappiamo, inoltre, di rappresentare soltanto la punta dell’iceberg di quella parte della comunità scientifica che non abbraccia il modello imperante di ricerca e lo ritiene obsoleto (e magari non perfettamente giustificato sul piano etico): vediamo che molti colleghi e studenti incontrano – e subiscono – un sistema che non permette a idee innovative e autocritica, da sempre alla base del progresso scientifico, di emergere. O.S.A. nasce anche per far emergere dal silenzio persone e dinamiche che non meritano di restarvi.

Troppo spesso entrano in gioco aspettative personali (pubblicazioni “per fare titoli”, con o senza qualità e utilità dei risultati); paura di entrare in conflitto con sponsor, datori di lavoro ed enti appaltatori; motivi e dinamiche non esattamente scientifici. Così ci si trova di fronte a una scelta: dire cosa realmente si pensa – e rischiare di uscire dal gioco – oppure adeguarsi.

Finora, la via più semplice è stata quella della bugia “è meglio sacrificare un topo che un bambino”. Ma la scienza parla chiaro: non si tratta di sacrificare i topi per salvare i bambini o comunque i malati; si rischia di sprecare tempo e risorse preziose in una ricerca – quella basata sui modelli animali – che nella migliore delle ipotesi non è in grado di rispondere adeguatamente alle nostre domande.

O.S.A. nasce per  mettere a nudo questa realtà e procedere Oltre la Sperimentazione Animale insieme a chi pretende una ricerca efficace, moderna e utile al bene comune, fornendo e ricevendo una corretta informazione. Perché il progresso scientifico deve compiersi mediante tecniche avanzate, trasparenza e onestà.

La Ricerca Scientifica ha bisogno di genuino spirito di ricerca in quanto innovazione : il “si è sempre fatto così” e “non esistono alternative” non sono criteri scientifici né di validazione metodologica.

Da anni vengono prodotte cure efficaci negli animali da esperimento per quanto riguarda malattie umane devastanti quali Alzheimer, SLA, Sclerosi Multipla, vari tipi di tumore, ecc.  ma i candidati farmaci risultano poi inefficaci (se non addirittura tossici) per i pazienti, che continuano a soffrire e morire. Nel contempo la ricerca basata su cellule e tessuti umani e che impiega altre metodologie human based non riceve un’adeguata considerazione, nonostante la sua riconosciuta importanza e potenzialità.

Quali sono le attività principali che portate avanti?

Il fine primario di O.S.A. è quello di promuovere una ricerca dagli elevati standard scientifici, utile e rilevante per i pazienti, rispettosa degli animali e dell’ambiente. La nostra associazione si adopera al massimo grado per la diffusione della cultura e delle metodologie di ricerca innovative, alternative e sostitutive rispetto alla sperimentazione animale, incentrate sulla biologia umana. Si impegna inoltre a contrastare la disinformazione e i pericoli derivanti da un eccessivo affidamento ai modelli animali nell’ambito della ricerca biomedica.

Più nel dettaglio, O.S.A. si propone di realizzare i seguenti obiettivi principali:

  1. Fondare la giornata nazionale per la ricerca scientifica senza sperimentazione animale e gestire le iniziative di informazione e sensibilizzazione ad essa collegate;
  2. Illustrare al pubblico gli avanzamenti della ricerca medico-scientifica senza l’utilizzo di animali (in vitro, in silicio e tramite altre metodologie), tramite pubblicazioni, gestione di canali di informazione online, acquisto di spazi pubblicitari e con ogni altra modalità utile;
  3. Farsi parte attiva per rendere possibile la donazione di tessuti umani in vivo e post mortem, per la ricerca;
  4. Concorrere alla diffusione dei metodi alternativi e sostitutivi all’interno della comunità scientifica, insieme ad altre associazioni portatrici di tale scopo precipuo;
  5. Adoperarsi per rendere obbligatorio nella didattica universitaria lo studio dei metodi “human based” e “di rilevanza umana” (alternativi / sostitutivi).
  6. Contribuire positivamente al dibattito pubblico sulla critica scientifica alla sperimentazione animale, organizzando convegni, incontri, conferenze e ogni altra occasione pubblica di confronto sul tema, utile a stimolare il senso critico e il dialogo.

Quali sono le eccellenze europee o mondiali da imitare?

I centri di ricerca che si dedicano in modo specifico allo sviluppo di metodologie alternative purtroppo non sono molti nel mondo e in Europa, soprattutto se parliamo di metodologie avanzate incentrate sulla biologia umana (che fanno cioè uso di cellule, tessuti, organi, dati derivanti dalla specie umana) nella piena consapevolezza che una ricerca basata su modelli animali (quindi anche su cellule e tessuti animali) difficilmente potrà essere una buona ricerca. Il CAAT (Center for Alternatives to Animal Testing) con sede a Baltimora negli USA e a Costanza in Germania, HDMT (human organ and Disease Model Technologies) in Olanda, FICAM (Finnish Center for Alternative Methods)  in Finlandia, FRAME in Inghilterra, sono degli esempi di centri e fondazioni che fanno ricerca all’avanguardia nel campo dei metodi alternativi e allo stesso tempo sono consapevoli dell’importanza di tali metodologie dal punto di vista scientifico e non soltanto economico o per il benessere animale.

Quali sono le eccellenze europee o mondiali da imitare?

I centri di ricerca che si dedicano in modo specifico allo sviluppo di metodologie alternative purtroppo non sono molti nel mondo e in Europa, soprattutto se parliamo di metodologie avanzate incentrate sulla biologia umana (che fanno cioè uso di cellule, tessuti, organi, dati derivanti dalla specie umana) nella piena consapevolezza che una ricerca basata su modelli animali (quindi anche su cellule e tessuti animali) difficilmente potrà essere una buona ricerca. Il CAAT (Center for Alternatives to Animal Testing) con sede a Baltimora negli USA e a Costanza in Germania, HDMT (human organ and Disease Model Technologies) in Olanda, FICAM (Finnish Center for Alternative Methods)  in Finlandia, FRAME in Inghilterra, sono degli esempi di centri e fondazioni che fanno ricerca all’avanguardia nel campo dei metodi alternativi e allo stesso tempo sono consapevoli dell’importanza di tali metodologie dal punto di vista scientifico e non soltanto economico o per il benessere animale.

Le carenze di fondi penalizzano molto la ricerca sulle alternative. Vi sono stati miglioramenti in questi anni? E quali segnali cogliete per il futuro?

Purtroppo la carenza di fondi dedicati ai metodi alternativi è un grosso problema, soprattutto in Italia, ma non è l’unico. Esistono anche altri problemi non meno gravi, tra i quali, la tendenza ad un eccessivo affidamento ai modelli animali e una forte resistenza al cambiamento. I fondi vengono assegnati ad una miriade di progetti slegati tra loro, manca un coordinamento tra mondo della ricerca, istituzioni, aziende, ecc. e una chiara volontà di cambiamento. In futuro auspichiamo che cresca la consapevolezza circa i limiti dei tradizionali modelli e l’importanza scientifica dei metodi alternativi. Per questo è importante la corretta informazione ed educazione.

L’Italia è allineata agli altri paesi europei? Qual è la situazione nel resto del continente?

L’Italia è indietro rispetto ad altri paesi europei e ancor di più rispetto agli Stati Uniti dove, seppure esista meno sensibilità per gli animali, si investe molto di più in metodologie avanzate, data la rilevanza economica che Oltreoceano viene riconosciuta a questo settore.

Molti si domandano se allo stato attuale sia possibile sostituire del tutto le attuali metodologie di ricerca, eliminando l’impiego degli animali. Prima però bisognerebbe chiedersi se la ricerca sugli animali sia davvero utile e affidabile.

Anche se non sempre sono disponibili metodologie avanzate (non animali) per la ricerca che possano sostituire gli animali in toto, ciò dovrebbe spingerci a maggior ragione a svilupparle ed incentivarle, vista la scarsa affidabilità dei modelli tradizionali. Il concetto fondamentale non è “esistono o non esistono alternative”, ma piuttosto “vogliamo una ricerca sicura basata sulla biologia umana, o vogliamo continuare ad affidarci a metodi obsoleti, che sappiamo essere di dubbia affidabilità e rischiosi per la salute, come sono appunto i test su animali?”  Sembra banale, ma si tratta solo di decidere in quale direzione andare, ma non soltanto a parole, e i successi non si faranno attendere. È ovvio che il cambiamento non potrà avvenire da oggi a domani e non si potrà avere lo stesso successo in tutti i campi della ricerca, non fosse altro che per le difficoltà della ‘conversione aziendale’ e culturale specifica: laboratori attrezzati con stabulari e metodi convenzionali, in cui lavorano ricercatori che non conoscono altro che topi, ratti e metodi animali convenzionali hanno una comprensibile (ma non per questo scientificamente giustificabile) resistenza al cambiamento, ma resta prioritario intraprendere seriamente il percorso. È inconcludente affermare “non esistono metodi alternativi”Per uno studente che voglia dedicare i propri studi a tali metodi resta molto difficoltoso trovare dei docenti che lo indirizzino, una struttura a cui appoggiarsi e dei fondi dedicati.

Cosa si potrebbe fare di meglio nel nostro Paese?

Tante cose, ad esempio finanziare, finanziare e ancora finanziare – seriamente –  la didattica e l’applicazione dei metodi innovativi. Si possono fare anche interventi che non richiedono grandi mezzi economici. Ad esempio, come minimo, rendere obbligatorio l’utilizzo dei metodi alternativi già esistenti e validati e sanzionare nello stesso tempo chi continua invece ad impiegare animali.

Un’altra cosa importante sarebbe rendere possibile e facilitare l’utilizzo di tessuti umani post mortem e dei tessuti derivanti da biopsie, interventi chirurgici, ecc. Ad oggi le difficoltà per poter reperire tessuti umani freschi sono notevoli, di conseguenza vengono spesso utilizzati tessuti animali benché questi possano fornire dei risultati fuorvianti per l’uomo.

Qual è lo stato della critica scientifica alla sperimentazione animale in Italia? Il supporto è in crescita?

La critica alla sperimentazione animale sta crescendo in seno alla comunità  scientifica internazionale, e sta dunque prendendo piede anche in Italia. Negli ultimi 10 anni, anche in seguito alle nuove conoscenze scaturite dall’era post-genomica, sono uscite molte pubblicazioni scientifiche che mettono in discussione l’affidabilità di molti modelli animali nello studio delle patologie umane e per i test tossicologici.

Purtroppo la comunità scientifica presentandosi divisa non è ancora riuscita, però, a essere incisiva su una questione fondamentale per il superamento della sperimentazione animale: la questione legale. Infatti, la legge da un lato incentiva il ricorso alle alternative ma dall’altro impone la ricerca sugli animali, ad esempio per l’approvazione di nuovi farmaci. Per arrivare al superamento di questo anacronistico vincolo giuridico sarebbe necessario un “risveglio illuministico” anche nel settore della ricerca giuridica, che sia sinergico a quello in atto in campo scientifico. O.S.A. si augura di essere motore di cambiamento anche in questo, portando alla luce e divulgando casi emblematici di tale anacronismo, come l’imposizione di validare sui topi i risultati trovati su pazienti umani (non è una butade, e lo possiamo documentare): sappiamo che non mancano promotori di innovazione anche nel settore di Leggi e Giustizia. Si tratta di lavorare sinergicamente nello sforzo di intensificare e velocizzare il cambiamento di mentalità in atto, combattendo insieme il normale ma non accettabile attrito della resistenza al cambiamento. E bisogna cercare insieme quali sono i sistemi più efficaci per spingere tutte le forze in gioco verso questo cambio di mentalità.

Qual è la situazione attuale dell’insegnamento dei metodi alternativi e sostitutivi?

Considerato che la ricerca si pratica nei laboratori ma i metodi si insegnano nelle università, il superamento della sperimentazione animale è un percorso irto di ostacoli anche su questo territorio: diciamo pure che qui è una situazione disastrosa. Infatti, nella maggior parte degli atenei italiani non si parla di metodi alternativi né di critica scientifica alla sperimentazione animale. Peggio, gli studenti vengono educati a fidarsi in modo acritico dei modelli animali. I metodi innovativi sono poco noti e poco applicati, perciò solo raramente i docenti hanno le competenze e le conoscenze adeguate a trasmettere agli studenti la passione per le metodologie avanzate e a indirizzare gli interessati presso altre strutture. E questo genera un circolo vizioso, è il classico gatto che si morde la coda. Sono poche le università italiane che ospitano ricercatori che lavorano sulle metodologie avanzate incentrate sulla biologia umana e non esistono dei centri specializzati come in altri paesi europei. Ciò ovviamente non aiuta il superamento della sperimentazione animale.

A quali iniziative state lavorando?

Abbiamo messo a punto un format di una giornata che prevede interventi di vari oratori su temi specifici con lo scopo di portare informazioni aggiornate sulla critica metodologica ai modelli animali, su quale sia il futuro della ricerca biomedica alla luce delle nuove conoscenze epigenetiche, quale sia il panorama dei metodi alternativi sostitutivi del XXI secolo e le potenzialità degli stessi… insomma, per chiarire che la ricerca senza animali si può e si deve fare. Stiamo portando queste iniziative in varie città italiane e sedi universitarie per coinvolgere, oltre alle associazioni, anche studenti, docenti e – perché no? – operatori del settore SA.
  Partecipiamo a vari convegni sull’argomento vivisezione /sperimentazione animale con interventi di nostri soci anche se organizzati da altri enti e dalla controparte.

Stiamo mettendo a punto un database dei metodi alternativi / sostitutivi delle varie realtà universitarie e di ricerca in giro per il mondo.

Stiamo lavorando alla stesura e divulgazione di Quaderni di OSA che, in aggiunta all’aggiornamento (e presto all’innovazione) del nostro sito, forniscano strumenti conoscitivi a disposizione di chi desideri informarsi sul mondo della sperimentazione animale e delle ultime frontiere della ricerca specie-specifica.

Ci stiamo muovendo in modo da porci come osservatorio della presenza dei primati negli stabulari universitari, mission la cui efficacia si misurerà sia con il grado di trasparenza o di opacità accordata dagli organi preposti a gestione, verifica e controllo delle strutture e degli esperimenti, sia con il potere effettivo di norme e leggi esistenti. Saremo uno strumento della verifica della loro corretta applicazione.

Da ultimo, cogliamo con piacere l’offerta di portare i nostri contenuti sulla rivista Diritti Animali per diffondere il nostro pensiero e le nostre attività. Inoltre, ci auspichiamo di poter collaborare in futuro con l’associazione Animal Law, al fine di creare utili sinergie.

Non perdiamoci di vista!

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