Carne coltivata: 11 deputati hanno chiesto al Governo chiarimenti sul disegno di legge

Un’interpellanza urgente alla Camera dei deputati in cui si domanda cosa farà l’Italia se in futuro sarà immessa in Europa la carne coltivata. Tra treni persi e la grande bugia del Made in Italy.

Pubblicato il 14/04/2023
CC-BY/Mosa Meat

Il dibattito sulla carne coltivata prosegue. Oggi, 14 aprile 2023, si è svolta la discussione alla Camera dei deputati sull’interpellanza urgente che chiedeva chiarimenti riguardanti il disegno di legge sul divieto di produzione, commercializzazione, importazione di alimenti e mangimi sintetici in Italia, presentato dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 marzo scorso.

L’interpellanza sulla carne coltivata

L’interpellanza è stata presentata dalla deputata Eleonora Evi (Europa Verde) insieme a Luana Zanella (Federazione dei Verdi), Angelo Bonelli (Europa Verde), Francesco Emilio Borrelli (Europa Verde), Devis Dori (Europa Verde), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), Francesca Ghirra (Alleanza Verdi e Sinistra), Marco Grimaldi (Sinistra Italiana), Francesco Mari (Sinistra Italiana), Elisabetta Piccolotti (Sinistra Italiana) e Filiberto Zaratti (Europa Verde).
Evi, evidenziando l’interesse dei consumatori verso la carne coltivata, i dati presentati da studi scientifici che ne prevedono la maggiore sostenibilità rispetto alla carne prodotta negli attuali allevamenti intensivi, la possibilità che l’EFSA — l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare — possa dare in futuro un parere scientifico positivo su questo alimento, ha chiesto quali iniziative intraprenderà il Governo nel caso si presentasse questa eventualità. Saremmo in un Paese che avrà imposto un divieto che di fatto avrà frenato ricerca e competitività, per poi trovarci con un prodotto immesso nel mercato europeo da altri Stati membri.

La risposta di Matilde Siracusano, la sottosegretaria di Stato

La sottosegretaria dello Stato, Matilde Siracusano, ha dissentito dalla linea esposta da Evi, dapprima citando alcuni dati che ponevano a confronto l’attuale produzione di carne coltivata (ancora in fase di sperimentazione, non scalabile) con gli allevamenti intensivi, propendendo per i secondi in termini di impatti sull’ambiente e sicurezza. In un secondo momento, Siracusano ha espresso posizioni del tutto simili a quelle di Coldiretti, sostenendo che l’introduzione di cibi derivanti da coltura cellulare sia una minaccia per il sistema enogastronomico italiano, per le comunità legate a questo sistema e, soprattutto, per le tradizioni portate avanti dal Made in Italy.

La bugia del Made in Italy e il problema della sostenibilità

Eleonora Evi ha ribattuto alla risposta di Siracusano ricordando che, di quel Made in Italy così citato in questo dibattito, è rimasto ben poco: la visione bucolica di una produzione di eccellenze nelle cascine di campagna è una bugia. Pochi sono gli alimenti realizzati ancora con i procedimenti di una volta, negli scaffali dei supermercato si trova il risultato di allevamenti intensivi e processi totalmente industrializzati. Un altro punto importante toccato da Evi è stata la sostenibilità alimentare, al di là della carne coltivata: la conversione ad allevamenti biologici, la promozione e diffusione di diete e menù vegetali come proposta principale e non alternativa, un minore consumo di carne. Tutti provvedimenti che in nessun modo rischierebbero di mettere a repentaglio le nostre tradizioni culinarie, la nostra dieta mediterranea, ma che comunque sono i grandi assenti nelle proposte di questo governo.

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