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Grecia: la macellazione rituale diventa fuorilegge

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Il Consiglio di Stato della Grecia ha annullato la deroga che consentiva la macellazione rituale senza stordimento per finalità religiose. Lo comunica la Panhellenic Animal Welfare and Environmental Federation (PFPO), che racchiude oltre 66 organizzazioni attive nella tutela degli animali in Grecia e che nel 2017 aveva fatto ricorso chiedendo l’annullamento del decreto interministeriale che aveva ha definito le misure aggiuntive necessarie per l’attuazione del Regolamento europeo (CE) 1099/2009 per le macellazioni di tipo religioso.

Con sentenza n° 1751/2021 la Corte ha accolto il ricorso e annullato il decreto interministeriale impugnato, ritenendo che l’atto fosse stato emanato in violazione della legislazione nazionale, interpretata secondo lo spirito della normativa europea costituita dal Regolamento (CE) 1099/2009 e dai principi sanciti nell’art. 13 del Trattato di Lisbona. La corretta applicazione di queste norme richiederebbe che gli animali vengano storditi prima della macellazione, al fine di rendere l’intera procedura il più indolore possibile.

Secondo i giudici, nel regolamentare la macellazione religiosa, il legislatore ellenico non sarebbe riuscito a trovare un equilibrio tra il dovere di proteggere gli animali e quello di rispettare la libertà religiosa dei musulmani e degli ebrei che vivono in Grecia. 

Un difficile equilibrio

Il diritto europeo tutela il diritto alla libertà di praticare la propria religione, come sancito dall’articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. In tale ottica si colloca la deroga all’obbligo di stordimento per la macellazione rituale, a condizione che sia garantito il benessere degli animali e che la macellazione avvenga in un macello.

Tuttavia, il Regolamento 1099/2009 fornisce un certo margine alla sussidiarietà in ciascuno Stato membro per imporre norme più rigorose, persino vietando la macellazione senza stordimento, come avviene in alcuni Stati membri.

La soluzione adottata dal Belgio e ritenuta valida anche dalla Corte di Giustizia dell’UE con una sentenza del dicembre 2020 consiste nell’utilizzo dello stordimento “reversibile”, cioè l’elettronarcosi, che non determina la morte istantanea dell’animale.

Cosa accadrà?

Adesso il ministero dovrà informare le autorità locali, che dovranno revocare le licenze per la macellazione senza stordimento, che è diventata immediatamente illegale in Grecia.

Il legislatore potrà tornare a disciplinare la materia ma nel farlo dovrà trovare una soluzione che consenta di rispettare al tempo stesso le richieste delle organizzazioni che si battono per il benessere animale con le esigenze delle comunità religiose ebraica ed islamica, il che potrebbe spingere ad una soluzione sul modello belga.

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