Ad oggi, oltre 70.000 cittadini hanno già firmato la petizione, lanciata dal Rifugio Miletta, che richiede una soluzione non cruenta al problema di coabitazione tra umani e animali selvatici.
Forti di questi numeri, l’8 novembre le due associazioni avevano inviato una richiesta formale al Presidente della Provincia di Alessandria per partecipare al tavolo tecnico, al fine di promuovere l’utilizzo dei ‘metodi ecologici’, che la legge impone in via prioritaria rispetto alla caccia di selezione.
Secondo l’art. 19, secondo comma, della legge 11 febbraio 1992, n. 157: «Le regioni […] per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l’utilizzo di metodi ecologici su parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica. Qualora l’Istituto verifichi l’inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento».
In vista del tavolo tecnico, il Rifugio Miletta e Animal Law avevano già coinvolto un team di etologi esperti di fauna selvatica, per includere nella discussione dei pareri tecnici e scientifici riguardo metodi moderni, efficaci ed ecologici per ridurre drasticamente i danni alle colture e ridurre il numero degli animali, alcuni dei quali sono stati di recente sperimentati con successo in altre regioni italiane. La Provincia di Alessandria ha scelto di sottrarsi al confronto con questi esperti.
Già in passato, l’Ente aveva attuato piani di abbattimento straordinari ma gli agricoltori hanno continuato anche in seguito a lamentare danni, segno dell’inefficacia della caccia di selezione come metodo preventivo nel medio-lungo periodo.
Con il proprio silenzio, la Provincia di Alessandria ha dimostrato non soltanto di non voler prestare attenzione alle richieste dei cittadini ma anche di non saper ascoltare proposte innovative, che potrebbero sostituire una soluzione rivelatasi inadeguata in passato e fortemente osteggiata da una parte della popolazione.
L’immagine di copertina è di Ribes, uno degli innumerevoli caprioli soccorsi, salvati e reintrodotti in natura dal CRAS del Rifugio Miletta.