Governo e Parlamento rivedano con urgenza le norme che tuttora consentono la macellazione in deroga senza stordimento per finalità religiose: è la richiesta di Animal Law Italia ETS (ALI), che diffonde una ricerca multidisciplinare curata da giuristi e docenti universitari, supportata da una lettera aperta sostenuta da accademici e veterinari, per far conoscere questa problematica poco nota. È stata anche lanciata una petizione popolare rivolta al Parlamento, che è possibile firmare sul sito www.macellazionerituale.it
Negli ultimi anni sono emerse in Europa nuove soluzioni, come lo stordimento reversibile adottato in Belgio, che consentono di ridurre al minimo la sofferenza degli animali anche in occasione delle macellazioni rituali, garantendo al tempo stesso la libertà di religione, come valutato anche dalla Corte di giustizia dell’Unione europea.
«Si impone una revisione dell’attuale quadro normativo italiano in materia, anche alla luce della crescente considerazione della società verso un migliore trattamento degli animali ad uso alimentare. – commenta l’avv. Alessandro Ricciuti, presidente di Animal Law Italia ETS – La recente modifica della Costituzione, con l’inserimento del richiamo alle leggi di protezione degli animali tra i principi fondamentali, apre la strada ad un’ampia riconsiderazione dell’attuale legislazione».
Il lavoro ha anche ottenuto il plauso della Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani (FNOVI), organo apicale della professione veterinaria, che in una lettera inviata all’associazione così commenta: «FNOVI, insieme ai 34.000 medici veterinari iscritti agli Ordini professionali, da sempre impegnata con azioni concrete nella promozione del rispetto degli animali, si augura che la vostra iniziativa possa rappresentare un punto di svolta anche con l’apertura di un dialogo con le comunità religiose che porti alla condivisione di intenti e volontà – scrive il Presidente di FNOVI, il dott. Gaetano Penocchio – Ci deve guidare un unico obiettivo: la responsabilità che abbiamo di contribuire a migliorare le condizioni di vita degli animali consentendo loro una vita degna di essere vissuta e una buona morte».
La ricerca multidisciplinare
Il testo diffuso da ALI è il frutto di un lavoro di ricerca che ha visto all’opera un gruppo di giuristi (coordinato dall’avv. Alessandro Ricciuti e dalla dott.ssa Daria Vitale), supportati dal contributo di alcuni docenti e ricercatori universitari in discipline giuridiche e veterinarie (Prof. Francesco ALICINO, Università LUM Giuseppe Degennaro; Prof. Giancarlo BOZZO, Università degli Studi di Bari; Prof. Francesco Emanuele CELENTANO, Università degli Studi di Bari; Prof. Nicola COLAIANNI, Università degli Studi di Bari; Dott.ssa Annalisa DI MAURO, Università degli Studi di Genova; Prof. Valerio POCAR, Università Bicocca).
La ricerca analizza il contesto attuale e il quadro normativo vigente in Italia e in Europa, introducendo le ragioni a supporto della proposta di revisione normativa secondo la scienza, la bioetica e la tutela del consumatore, corredate da un’analisi di fattibilità. L’associazione ha anche interpellato le comunità religiose interessate, le cui posizioni sono state riportate nel documento.
«La nostra ricerca non ha lo scopo di vietare la macellazione rituale, semplicemente vogliamo un ripensamento del mancato stordimento in queste macellazioni. – chiarisce la Dott.ssa Daria Vitale, che ha coordinato il gruppo di ricerca – Non possiamo ignorare che sempre più Paesi nel mondo stanno introducendo per legge soluzioni tecniche più favorevoli al benessere animale nelle macellazioni rituali».
Il quadro europeo
La tradizione giuridica europea ha ampliato negli anni la tutela del benessere degli animali, che attraverso il Trattato di Lisbona del 2007 è stato incluso tra i principi fondamentali dell’Unione Europea. Gli animali hanno ottenuto il riconoscimento di “esseri senzienti”, cioè capaci di provare dolore, paura, stress e altre condizioni negative, come ampiamente dimostrato dalla scienza.
Coerentemente, il regolamento europeo n. 1099/2009, che disciplina le norme di protezione degli animali durante la macellazione, prevede un obbligo generale di stordimento prima dell’abbattimento, quale passaggio necessario per assicurare che il soggetto da macellare sia incosciente e quindi insensibile al dolore nel momento di massima sofferenza. Al fine ultimo di tutelare la libertà di religione il regolamento (art. 4 comma 4) ammette tuttavia la possibilità di procedere a macellazioni senza il ricorso al previo stordimento, secondo le pratiche disciplinate dai dettami religiosi del culto ebraico ed islamico. Tuttavia, il regolamento prevede anche che gli Stati membri possano introdurre disposizioni intese a garantire una maggiore protezione degli animali anche in caso di macellazione rituale (art. 26, comma 2, lettera c).
Diversi Paesi europei non ammettono la macellazione senza previo stordimento: nell’UE sono la Danimarca, la Svezia, la Slovenia e da ultimo la Grecia. Fuori dall’UE si aggiungono la Confederazione Svizzera, la Norvegia, l’Islanda e il Liechtenstein. In altri Paesi, la legislazione rende obbligatorio provvedere allo stordimento immediatamente dopo la iugulazione (Austria, Estonia, Lituania e Slovacchia) o contestualmente (Finlandia).
Diversa è la soluzione adottata in due delle tre regioni del Belgio (Fiandre e Vallonia), dove nel 2017 è stato approvato l’obbligo di stordimento previo “reversibile”, entrato poi in vigore nel 2019. È stato infatti reso obbligatorio l’utilizzo dello stordimento elettrico, che a differenza dello stordimento con proiettile captivo non può procurare anche la morte dell’animale.
Nel dicembre 2020 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea aveva dichiarato compatibile con il diritto comunitario lo stordimento “reversibile” attuato nelle Fiandre, ritenendo che il legislatore avesse adottato una soluzione adeguata rispetto all’esigenza di salvaguardare anche la libertà di religione.
Pochi mesi fa, il Consiglio di stato della Grecia ha annullato la decisione ministeriale che ritenendo erroneamente di essere a ciò obbligata consentiva la macellazione rituale in attuazione della deroga prevista dal regolamento 1099/2009. Il Consiglio di stato statuiva che non fosse stato attuato un efficace bilanciamento tra la tutela del benessere animale e la libertà di culto, auspicando che il legislatore greco provveda a disciplinare la macellazione religiosa in modo da garantire sia la protezione degli animali da sofferenze durante l’abbattimento sia la libertà di culto di ebrei e musulmani in Grecia, tenendo conto anche dell’art 2. Par. 2 della legge 1197/1981, la quale vieta l’uccisione di mammiferi nei macelli senza previo stordimento.
Il quadro italiano
Secondo i dati resi pubblici dal Ministero della Salute, sono 168 le strutture autorizzate per la macellazione rituale di ungulati secondo il rito islamico e 18 secondo quello ebraico, 32 stabilimenti dediti alla macellazione di pollame e lagomorfi secondo il rito islamico e 4 secondo il rito ebraico, alle quali si aggiungono 56 strutture specificamente autorizzate alla macellazione durante la Festa del sacrificio.
Nei mesi scorsi ALI ha chiesto al Ministero della Salute di fornire i numeri del fenomeno, che sembrerebbe in crescita a causa dell’aumento dell’export di carni certificate halal verso Paesi terzi: tuttavia la struttura ministeriale competente ha risposto di non essere in possesso dei dati e che avrebbe provveduto a richiederli alle Regioni. L’associazione intende realizzare nei prossimi mesi altre iniziative volte a innescare un dibattito pubblico sulla tematica.
Le richieste
Nel diffondere la propria ricerca, ALI ritiene che i tempi siano maturi per trovare una soluzione che consenta un efficace contemperamento tra le esigenze in tema di tutela animale e il carattere multiculturale della società.
I giuristi e veterinari chiedono quindi che il legislatore italiano renda obbligatorio il ricorso allo stordimento preventivo reversibile nell’espletamento della pratica di macellazione rituale, quale efficace soluzione di compromesso tra la tutela necessaria della libertà di religione e una migliore considerazione dell’interesse dei consumatori e della tutela del benessere animale. Ciò non toglie che anche altre soluzioni tecniche potranno essere esplorate, non appena saranno state scientificamente validate.
Animal Law Italia ETS confida che possa instaurarsi un dialogo nella società, che coinvolga pienamente le comunità religiose, al fine di individuare in tempi rapidi una soluzione condivisa in grado di salvaguardare il benessere degli animali anche in queste macellazioni.