Andrea Izzotti/ iStockphoto

Circo con gli animali: una forma di schiavitù legalizzata

Le condizioni di vita degli animali nei circhi e le prospettive future.
Rossella Magarelli

Rossella Magarelli

Studentessa di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Si impegna a promuovere una visione di uguaglianza e rispetto per tutti gli esseri viventi, con l’aspirazione di un mondo in cui gli animali possano vivere liberi dal dolore e dalle sofferenze inflitte dall’uomo.

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Il circo con gli animali, da sempre simbolo di intrattenimento, è oggi al centro di svariate critiche da parte di chi sostiene i diritti degli animali e il loro benessere. Mentre la tradizione circense si radica in secoli di storia, l’impiego di animali per il divertimento umano solleva oggi questioni etiche molto serie.

Le condizioni di vita degli animali nei circhi

Gli animali usati nei circhi vivono in condizioni lontanissime da quelle dal loro habitat naturale, e sono costretti a viaggiare da una città all’altra, in camion sovraffollati, tra sbalzi termici e spazi angusti, versando in uno stato di stress cronico che spesso porta a gravi problemi di salute fisica e mentale.

Le numerose testimonianze di ex lavoratori e di attivisti che hanno avuto accesso ai circhi raccontano di animali che reagiscono con comportamenti ansiogeni, come il dondolio incessante, il camminare in tondo, o l’auto-mutilazione, segni inequivocabili di uno stato di grave sofferenza psicologica.

Per far eseguire agli animali numeri acrobatici e spettacoli, i circensi spesso ricorrono a metodi di addestramento estremamente crudeli: gli elefanti sono costretti a eseguire numeri come l’equilibrismo, mentre leoni e tigri sono obbligati a compiere salti attraverso cerchi di fuoco. Questi comportamenti, del tutto innaturali, provocano paura e sofferenza negli animali.

Tali pratiche riflettono, di fatto, una grave mancanza di rispetto per la natura e la dignità di questi esseri viventi, contribuendo a rafforzare la visione antropocentrica che considera la natura come una risorsa da utilizzare senza scrupoli.

La consapevolezza contemporanea

Il circo con animali rappresenta un retaggio di un’epoca passata, in cui la tutela dei diritti degli animali era pressoché inesistente. Per secoli, gli animali sono stati visti come oggetti, tuttavia, con l’avanzare della scienza e della sensibilità sociale, appare ormai chiaro che gli animali sono esseri senzienti, capaci di provare dolore ed emozioni. La consapevolezza contemporanea dovrebbe spingerci a ripensare all’uso di queste creature per mero intrattenimento, ormai definibile come una pratica anacronistica che non trova giustificazione in una società che si definisce civile.

Uno degli aspetti più preoccupanti dell’uso degli animali nei circhi è il messaggio che esso trasmette ai più piccoli: i bambini che assistono a questi spettacoli potrebbero crescere con la convinzione che sia accettabile trattare gli animali come oggetti da sfruttare a proprio piacimento, quando bisognerebbe piuttosto educare all’amore e al rispetto di tutti gli esseri viventi.

Alternative etiche

Fortunatamente, esistono svariate alternative al circo tradizionale che non richiedono lo sfruttamento degli animali. Esempi come il Cirque du Soleil dimostrano che si possono creare spettacoli straordinari basati esclusivamente sul talento umano. Più recentemente, il circo tedesco Roncalli è diventato il primo al mondo ad utilizzare ologrammi al posto di animali reali, ricreando cavalli, elefanti e tigri attraverso la grafica 3D. Queste alternative non solo sono eticamente più corrette, ma offrono anche nuove opportunità artistiche e creative.

Aspetti giuridici

Il circo con animali è un fenomeno regolato a livello internazionale e nazionale, ma la protezione effettiva degli animali rimane ancora insufficiente in molte parti del mondo.  A livello internazionale, La Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES) regola il commercio di specie animali e vegetali in pericolo, imponendo ai circhi che possiedono tali animali protetti di rispettare rigide normative. Anche la Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali, sebbene non giuridicamente vincolante, fornisce principi etici che molti paesi hanno adottato nelle loro normative nazionali.

In ottica comunitaria, l’UE non dispone di una legge specifica che proibisca l’uso di animali nei circhi, ma promuove il benessere animale attraverso più regolamenti come il Reg. 1/2005 sul trasporto degli animali.
Stati come Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Portogallo, Spagna etc. hanno imposto restrizioni e divieti sull’uso di animali selvatici nei circhi; e altri come Bosnia, Cipro, Grecia e Malta hanno vietato l’uso di qualsiasi animale nei circhi. In alcuni casi, sono i governi stessi ad offrire incentivi per favorire la transizione verso circhi senza animali, sostenendo economicamente coloro che scelgono di abbandonare tale pratica.

La campagna europea “Stop Circus Suffering” del 2021, promossa da organizzazioni come Animal Defenders International e altre ONG, ha concentrato i propri sforzi sul divieto dell’uso di animali selvatici nei circhi in tutta Europa. Questa iniziativa ha contribuito all’adozione di normative più severe in vari Stati europei e ha aumentato la pressione sull’UE affinché intervenga con una legislazione continentale. In Italia, il Codice Penale (art. 544-ter) prevede sanzioni per chiunque maltratti animali, compresi quelli utilizzati nei circhi, prevedendo pene per chiunque provochi loro sofferenza durante gli spettacoli o il trasporto.

La L. 175/2017 ha avviato un processo di graduale eliminazione dell’uso di animali nei circhi, sebbene la piena attuazione di questa normativa richieda ulteriori decreti attuativi. Il riordino delle leggi in materia di attività circensi è stato però nuovamente rinviato: il Governo e il Parlamento hanno prorogato di un anno l’adozione del Codice dello Spettacolo, che potrà essere emanato mediante la redazione di un
unico testo normativo volto a migliorarne la qualità artistico-culturale. Le attività circensi, in base ai principi della delega rinviata ad agosto del 2025, dovranno essere riformate sulla base del graduale superamento dell’uso di animali.

Un’indagine DOXA commissionata da LAV nel settembre 2023 ha rilevato che oltre il 76% degli italiani è contrario all’uso di animali nei circhi, e quasi l’80% è favorevole a destinare i fondi pubblici ai circhi che propongono spettacoli senza animali.

Il futuro

Il circo con animali, sebbene abbia avuto un ruolo importante nella storia dell’intrattenimento, è ormai una pratica che non ha più posto in una società consapevole come la nostra, e che potremmo confinare nel passato.

È tempo di dire addio a questa forma di crudeltà e abbracciare un futuro in cui l’intrattenimento sia davvero per tutti, animali inclusi. In attesa di una tutela effettiva da parte dello Stato, dovremmo cercare di sviluppare una coscienza collettiva volta a tutelare ogni essere vivente, perché, finanziando spettacoli con animali nelle nostre città, contribuiamo, di fatto, alla loro sofferenza.

Non perdiamoci di vista!

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