L’Italia, nel recepire il Regolamento UE n. 429 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016, “Normativa in materia di sanità animale”, relativo alle malattie animali trasmissibili e che modifica e abroga taluni atti in materia di sanità animale, dovrà dare attuazione, per il tramite del relativo decreto legislativo recante disposizioni di attuazione, alla nascita di un’anagrafe unica nazionale degli animali da affezione.
Si tratta di costituire una banca dati informatizzata che fornisca on line i riferimenti utili per rintracciare il luogo di registrazione degli animali e il loro legittimo proprietario nell’ambito, non più regionale, ma dell’intero territorio nazionale.
Dalla lettura del Regolamento emerge la volontà inequivocabile di garantire condizioni uniformi di attuazione delle prescrizioni in materia di sanità animale su ogni territorio nazionale e, conseguentemente, agevolare eventuali verifiche anche sul fronte comunitario.
Il 14 luglio 2022, Ugo Santucci, Direttore della Direzione generale della sanità animale del Ministero della Salute, durante la conferenza stampa per la presentazione della campagna “L’abbandono è un incubo. Oltre che un reato” lanciata dalla Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani (FNOVI), si è espresso in tal senso: “Dopo trenta anni abbiamo finalmente un’anagrafe nazionale degli animali di affezione, in particolare cani ma anche gatti, in cui convoglieranno tutte le informazioni delle banche dati regionali”. Con queste novità “stiamo scrivendo una nuova pagina per gli animali da compagnia”. “Grazie al microchip obbligatorio per cani e, d’ora in poi, anche per gatti, – ha precisato ancora Santucci – si riuscirà a tracciare, non solo la loro storia, ma anche chi se ne è preso cura.”
Si tratta di una modifica di indubbio valore che risolverà la distinzione regionale attuale confusionaria e fonte di notevoli e diverse problematiche.
Oggi, infatti, non è presente un unico registro che valga per tutta Italia, ma banche dati territoriali che non comunicano tra di loro. Quindi, se, per ipotesi, un veterinario si imbatte in un cane munito di microchip che però è registrato nell’anagrafe di una regione diversa da quella in cui si trova, non può conoscere il nominativo del proprietario ed è costretto a domandare ad un referente di altra regione per avere contezza del dato. I medici veterinari possono conoscere solo i dati relativi alla propria regione di operatività così come i privati che inseriscono il numero di microchip di 15 cifre nella apposita pagina del sito del Ministero della Salute. Come vedrete, peraltro, la pagina web segnala il fatto che le regioni aggiornano i dati della Banca dati dell’Anagrafe Animali d’Affezione con differenti tempistiche e che la prima ricerca sul microchip di un cane smarrito potrebbe non produrre risultati, a conferma dell’attuale confusione. Ulteriori problematiche si riscontrano, poi, nell’ambito del delicato mondo degli affidamenti e delle adozioni di cani e gatti che, per essere ceduti al nuovo proprietario, vengono trasferiti da una regione all’altra. La costituzione di un’anagrafe unica nazionale permetterà di avere una disciplina più chiara per tutto ciò che concerne la movimentazione degli animali, compreso l’eventuale smarrimento.
Non solo, attraverso l’introduzione della normativa, vi sarà anche un’altra svolta decisamente importante ovvero l’introduzione dell’obbligatorietà del microchip e dell’iscrizione all’anagrafe anche per i gatti, attualmente lasciata alla discrezionalità del proprietario salvo nelle regioni Lombardia e Puglia ove è già previsto l’obbligo di registrazione. L’articolo 37 della legge regionale Lombardia 6 giugno 2019, n. 9 ha statuito, infatti, dal 1 gennaio 2020, che anche i gatti sono soggetti ad obblighi di identificazione e di registrazione in anagrafe. La Regione Lombardia è stata la prima ad estendere ai gatti gli stessi obblighi di identificazione valevoli per i cani. La Puglia ha, invece, reso obbligatorio il microchip per i gatti con la Legge Regionale n. 2 del 2020, recante “Norme sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali da affezione“. L’art. 16 statuisce che anche i gatti vanno registrati obbligatoriamente, entro 60 giorni dalla nascita o comunque entro 10 giorni dall’acquisizione del possesso (come ad esempio nel caso di acquisto dell’animale).
La definizione normativa di quanto preannunciato che, come abbiamo visto, si rivelerà essenziale nella vita dei nostri amici a quattro zampe e degli operatori che gravitando nel settore, è giunta il 28 luglio 2022 con l’approvazione governativa del decreto legislativo.
Viene, quindi, istituita l’anagrafe nazionale per cani e gatti, nonché delle strutture e degli operatori che li detengono a qualsiasi titolo e tutti gli altri animali – anche quelli ex “da reddito” dovranno essere identificati e registrati nella Banca Dati Nazionale.
È, infine, prevista l’identificazione obbligatoria e la certificazione veterinaria degli animali in vendita anche via internet.
Attendiamo la pubblicazione su Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.