Lo stato di New York vieta la compravendita di cuccioli

Vengono vietati gli acquisti nei Pet Store e si incoraggiano le adozioni.
Mario De Masi

Mario De Masi

Laureato in Giurisprudenza, attualmente lavora come funzionario amministrativo al Ministero delle Cultura. Convinto sostenitore dei diritti degli animali, è attivista di Spazio Animale e volontario per ALI.

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Il procuratore generale James ha dichiarato che «vendere animali domestici nei negozi al dettaglio sarà illegale con il rischio, in caso di violazione, di sanzioni fino a 1.000 dollari», ricordando che il 15 dicembre 2024 entrerà in vigore la legge “Puppy Mill Pipeline Bill (firmata nel 2022) che vieta la vendita di animali domestici nei negozi al dettaglio.

Cani, gatti e conigli non potranno, quindi, più essere venduti nei pet store.

Il divieto è frutto anche delle numerose denunce effettuate nei confronti i negozi senza scrupoli, accusati di vendere cuccioli malati costringendo poi i proprietari a sostenere enormi costi veterinari. Famoso il caso di “Shake A Paw” di Long Island, che a marzo 2024 ha subito una condanna record a 300.000 dollari di risarcimento nei confronti dei proprietari.

Non a caso il termine “Puppy Mill” significa “fabbrica di cuccioli” ed è questa realtà che la nuova legge mira a porre fine, come si legge nell’incipit del testo:

«In un momento in cui nei rifugi ci sono animali domestici sani e amorevoli in attesa di essere adottati, semplicemente non c’è motivo per consentire la vendita di cuccioli provenienti da allevamenti».

I cuccioli negli allevamenti intensivi vivono in condizioni pessime: ammassati in piccole gabbie sporche, sottoposti a pratiche crudeli, vittime di negligenza e incuria con cibo carente e cure inesistenti o quasi. Un vero inferno. Una sorte altrettanto crudele riguarda le stesse madri che vengono ingravidate ripetutamente e quando non sono più in grado di reggere tali ritmi vengono uccise o abbandonate.

L’obiettivo primario della legge è ridurre il commercio e l’acquisto in questi allevamenti intensivi e, al tempo stesso, favorire le adozioni nei rifugi o santuari.

«Se le persone si rendessero conto delle pessime pratiche di allevamento, delle condizioni in cui vengono cresciuti questi cani e di quanti vengono successivamente soppressi o peggio, non sosterebbero un’industria che trae profitto dalla miseria di essere senzienti e sensibili», così afferma Pamela Hudson, trasportatrice e soccorritrice di cani malati, abbandonati o in difficoltà.

È bene precisare che è ancora consentito acquistare i cuccioli negli allevamenti, questo perché la maggior parte degli allevamenti si trovano oltre i confini di New York e quindi fuori dalla legislazione newyorkese. Tuttavia gli allevamenti dovranno rispettare requisiti più stringenti e certificare il benessere animale.

Per esempio, maggior tracciabilità e trasparenza sull’origine degli animali domestici e sulle loro condizioni. Inoltre, gli allevatori dovranno rispettare standard più rigorosi e garantire condizioni di allevamento migliori.

Vietandone l’acquisto nei negozi al dettaglio e imponendo criteri più stringenti, i fautori della legge credono che si disincentiverà moltissimo il business degli allevamenti intensivi.

«Cani, gatti e conigli in tutto lo Stato di New York meritano case amorevoli e un trattamento umano. Sono orgogliosa di firmare questa legge, che compirà passi significativi per ridurre i trattamenti crudeli e proteggere il benessere degli animali in tutto lo Stato», ha affermato la governatrice Kathy Hochul.

Il calo degli acquisti, come accennato, dovrebbe far crescere le richieste di adozione ed infatti è consentito ai negozi di poter comunque avere degli spazi con i cuccioli i quali potranno essere adottati, addebitando le spese ai rifugi così come sono possibili altre forme di collaborazione tra i negozi e i rifugi o organizzazioni di soccorso.

In sintesi, la legge “Puppy Mill Pipeline” è senz’altro un passo significativo per ridurre il commercio legale dei cuccioli salvaguardandone anche il benessere e la salute. Al tempo stesso si incoraggiano le adozioni e si promuovono allevamenti che applichino pratiche più responsabili e rispettose delle esigenze degli animali, cuccioli e dei loro genitori che sono, come tutti gli animali, esseri senzienti che soffrono.

La scelta dello stato di New York quindi è da accogliere con favore, ma si pongono anche delle riflessioni:

  1. In Italia manca una legge nazionale che disciplini questa triste realtà che ricordiamo abbraccia sia il commercio legale che illegale di cuccioli, come abbiamo riportato in passato. Si rende, quindi, necessaria una regolamentazione puntuale che cerchi di essere il più esaustiva possibile, visto che le segnalazioni di commercio illegale di cuccioli, in primis nel nostro Paese, sono all’ordine del giorno;
  2. Occorre, insieme alle leggi, anche un cambio culturale ed una maggior consapevolezza nelle persone e investire nelle attività di adozione e volontariato verso quelle strutture, si pensi ai canili, dove gli animali hanno bisogno di cure, attenzioni e di poter uscire fuori all’aperto per soddisfare le loro esigenze etologiche.

Ricordiamo che la città di New York è il quinto stato, dopo la California, Maryland, Maine e Illinois, a vietare ai Pet Store la vendita di animali domestici.

Ci auguriamo che queste leggi si diffondano sempre più in tutti gli Stati e che siano l’inizio di una legislazione che guarderà agli animali non più come oggetti, merce, ma come esseri senzienti.

Non perdiamoci di vista!

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