Abbiamo già avuto modo di vedere quale sia la tutela offerta ai crostacei decapodi in Italia, quei crostacei che appartengono all’ordine Decapoda, cioè dotati di dieci zampe, come astici, aragoste e granchi. Seppure nel nostro ordinamento manchi una legge a tutela di questi animali, alcuni paesi, come Norvegia, Regno Unito e Australia, hanno reso applicabili i principi della legislazione sulla tutela degli animali anche a questi animali, considerandoli meritevoli di considerazione e di alcune tutele
Quadro normativo in Norvegia
All’interno dell’ordinamento giuridico norvegese, la disciplina sulla tutela del benessere animale, nel cui ambito di applicazione rientrano anche i crostacei decapodi, è disposta a norma dell’Animal Welfare Act del 2009, il quale riconosce agli animali un valore intrinseco, al di là di quello che essi ricoprono per il genere umano. Ciò stabilisce di conseguenza la necessità di garantire loro un buon trattamento, con protezione da stress e sofferenze non necessarie. È disposto infatti, in riferimento al trasporto di animali vivi, l’utilizzo di mezzi adeguati alle loro esigenze etologiche e un obbligo generale di preventivo stordimento, prima del loro abbattimento. Sono previsti il divieto specifico di non poter tenere fuori dall’acqua i crostacei più a lungo di quanto sia ragionevole in base alla specie e alla temperatura dell’aria, l’obbligo di tenerli in un ambiente che tuteli la loro libertà di movimento, di comportamento naturale e di riposo. Vige inoltre l’obbligo di protezione da rumori e da intemperie, da ferite e infezioni, e di maneggiarli e spostarli con cura e delicatezza, senza causare loro dolore e stress inutili. Seppure manchino disposizioni di dettaglio volte a chiarire quali siano gli standard da rispettare per la tutela di questi animali, i principi sanciti dalla normativa offrono un primo grado di considerazione per questi animali.
Quadro normativo in Regno Unito
Nel 2017 l’organizzazione britannica Crustacean Compassion mise in moto il processo che nel 2022 ha portato al riconoscimento esplicito dei crostacei decapodi e molluschi cefalopodi come esseri senzienti nel Regno Unito. Il dipartimento della Defra (il Dipartimento dell’ambiente, dell’alimentazione e degli affari rurali del Regno Unito), di fronte alle evidenze di senzienza emerse dal documento Review of the Evidence of Sentience in Cephalopod Molluscs and Decapod Crustaceans commissionato dalla London School of Economics and Political Science, ha infatti emendato la clausola 5 dell’Animal Welfare (Sentience) Act per includere nella definizione di animale anche i crostacei decapodi e i molluschi cefalopodi, consentendo inoltre la possibilità di adottare regolamenti per la futura inclusione di ulteriori invertebrati. Nonostante questa decisione per ora non abbia influito sulle leggi o policy che riguardano questi animali, questo è un importante primo passo per arrivare alla compiuta tutela giuridica di questi animali nel Regno Unito.
Quadro normativo in Australia
La tutela dei crostacei in Australia risulta disomogenea, anche per via della sua peculiare organizzazione amministrativa: mentre i sei Stati in cui è suddivisa sono infatti indipendenti dal Governo federale, i suoi dieci territori, tra interni ed esterni, sono del tutto dipendenti dal potere centrale del Commonwealth of Australia.
In Australia Meridionale, Australia Occidentale e Tasmania, la definizione di animali non include i crostacei, i quali sono privi di ogni tutela. In Australia del Nord, qualunque crostaceo viene riconosciuto come animale, mentre nei rimanenti Nuovo Galles del Sud, Capitale Australiana, Victoria e Queensland, solo alcuni tipi di crostacei e solo in circostanze specifiche vengono considerati come animali. In generale, negli stati e territori che riconoscono i crostacei come animali, vi è un divieto di azioni di crudeltà e un dovere di diligenza verso questi ultimi.
Nel 2017 è intervenuta la prima condanna per crudeltà verso crostacei in Australia, per il trattamento riservato ad alcuni astici del popolare negozio di pesce Nicholas Seafood, a Sydney, nello stato del Nuovo Galles del Sud. La condanna è stata possibile grazie a un video che mostrava un lavoratore macellare un astice mentre ancora in vita, violando così l’obbligo di stordimento previsto dal Prevention of Cruelty to Animals Act.
Conclusioni
Nonostante questi paesi non abbiano norme che dettino regole specifiche per la protezione dei crostacei decapodi, il riconoscimento di questi esseri come animali costituisce un primo passo fondamentale, il quale è necessario per l’implementazione di regole per la loro tutela.
Per un approfondimento in materia, si invita il lettore a leggere il nostro report Crostacei Decapodi: tra Diritto e Scienza, pubblicato a settembre del 2023, dove viene trattato nello specifico lo status giuridico dei crostacei decapodi in diversi paesi del mondo.
La nostra campagna: Dalla parte dei crostacei
Nonostante evidenze scientifiche abbiano dimostrato che i crostacei decapodi siano esseri senzienti e quindi capaci di provare dolore e soffrire, in Italia non vi sono norme a livello nazionale che proteggano questi animali. Con la campagna Dalla parte dei crostacei, noi di ALI ci stiamo impegnando affinché anche questi animali vengano protetti con regole che minimizzino la loro sofferenza nelle fasi di cattura, detenzione, trasporto e uccisione.