wrangel/iStockphoto

Allevamento di polpi tra vuoti normativi e primi divieti

Non esistono norme specifiche dell'Unione Europea, né di diritto interno, sui polpi, ma s’impone con urgenza una normativa a livello unionale che ne vieti l’allevamento.
Giorgia Chiaramonte

Giorgia Chiaramonte

Avvocato presso il Foro di Catania e specializzata in diritto civile, ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Giuridiche. Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Trento, unisce la sua formazione legale a un forte impegno personale per i diritti degli animali.

Newsletter

Iscriviti per ricevere ogni settimana i nostri aggiornamenti via email.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Il progetto di Nueva Pescanova

Nel 2021 la società multinazionale Nueva Pescanova ha presentato un progetto dal valore di 50 milioni di euro per creare un allevamento intensivo di polpi, con una capacità produttiva annuale di 3000 tonnellate e ha chiesto alle autorità competenti di autorizzare l’avvio delle attività. Ciò significa circa un milione di polpi all’anno.

Come emerge dalla documentazione, si prevedono metodi che causerebbero sofferenza agli animali e conseguenze ambientali di grande impatto, come avevamo trattato in questo articolo.

Nel report pubblicato da Eurogroup for Animals e Compassion in World Farming (CIWF) nel 2023, “Uncovering the horrific reality of octopus farming”, sono state dettagliatamente esposte le preoccupazioni relative al progetto di Nueva Pescanova. Dal progetto emerge che l’animale verrà soppresso con il metodo “ice slurry” — che causa una morte lenta e dolorosa — e che le condizioni in cui i polpi verranno detenuti (vasche affollate, ed esposte costantemente alla luce) non sono rispettose della sua etologia; inoltre, il progetto non è sostenibile da un punto di vista ambientale. Le autorità spagnole non hanno ancora né rilasciato né negato l’autorizzazione all’avvio del progetto, ma secondo un’informazione resa nota dall’organizzazione CIWF nel report New Threats of Octopus Farm Plans Revealed, le informazioni fornite da Nueva Pescanova sono state giudicate insufficienti.

Le reazioni al progetto

A livello internazionale, il progetto ha suscitato la dura opposizione di numerose organizzazioni non governative, che si sono attivate sia lanciando campagne a livello globale contro l’allevamento di polpi, sia, nello specifico, chiedendo alle autorità del governo delle Isole Canarie di respingere il progetto e a Nueva Pescanova di abbandonare il piano.

Secondo CIWF «I gravi problemi associati all’allevamento di polpi, sia di carattere ambientale che legati al benessere degli animali, rendono tale pratica non compatibile con i nuovi orientamenti strategici UE per uno sviluppo sostenibile dell’acquacoltura».

La questione della protezione dei polpi e della sostenibilità ambientale di un relativo allevamento intensivo è stata anche oggetto di numerose interrogazioni parlamentari rivolte alla Commissione Europea.

Sulla base delle risposte della Commissione Europea non possono non condividersi le osservazioni di attenta dottrina, secondo cui «nel caso specifico del progetto di Nueva Pescanova, la Commissione sembra sottrarsi a ogni tipo di coinvolgimento nella questione, rimettendo quest’ultima nelle mani delle autorità delle Canarie, senza rilevare impedimenti che potrebbero eventualmente derivare dal diritto della UE» (M.C. Maffei, Questo allevamento di polpi non s’ha da fare. Né domani, né mai? Considerazioni sull’applicabilità del diritto internazionale e del diritto dell’Unione europea, in Riv. giur. amb., 2024, p. 827 ss., in particolare p. 867).

La Commissione Europea ha sempre escluso l’applicabilità della direttiva 98/58/CE – riguardante la protezione degli animali negli allevamenti – agli invertebrati.

La Commissione, sebbene abbia espressamente ammesso che l’art. 13 del TFUE riconosca tutti gli animali (e, quindi, anche i polpi) come esseri senzienti, ha al contempo ribadito che, allo stato attuale, «non esistono norme dell’UE in materia di benessere dei molluschi d’allevamento o requisiti specifici relativi alle condizioni di benessere per la macellazione dei molluschi d’allevamento, compresi i polpi» .

Un altro dato poco rassicurante è che la Commissione non ha mai vietato il finanziamento dell’UE per l’allevamento di polpi. Da un rapporto pubblicato da CIWF sui finanziamenti pubblici dedicati alle ricerche sugli allevamenti di polpi è emerso che «i Governi di diversi paesi hanno speso almeno 13,3 milioni di euro provenienti da fondi pubblici per finanziare progetti di ricerca volti a sviluppare l’allevamento di polpi» .

Il divieto di allevamento di polpi negli USA

Volgendo lo sguardo oltreoceano, diversi Stati degli USA si stanno muovendo per evitare la nascita degli allevamenti di polpi. Invero, nel marzo 2024, lo Stato di Washington ha approvato un disegno di legge che vieta l’allevamento di polpi. Nel settembre 2024, la California ha firmato una proposta di legge che vieta sia l’allevamento di polpi, sia la vendita, all’interno dello Stato, di prodotti derivanti dagli allevamenti. Inoltre, nel luglio 2024 è stata presentata al Senato degli Stati Uniti la proposta di legge “OCTOPUS (Opposing the Cultivation and Trade of Octopus Produced through Unethical Strategies)” che vieterebbe non solo l’allevamento di polpi in tutto il paese, ma anche l’importazione di carne di polpi allevati.

In mondo che deve necessariamente andare verso il riconoscimento dei diritti degli animali, il primo passo è sicuramente vietare di allevare e sfruttare nuove specie “appetibili” agli occhi dell’industria alimentare.

Non perdiamoci di vista!

Iscriviti alla newsletter per ricevere aggiornamenti direttamente via email: comodo, no?

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Il tuo 5x1000 per gli animali

A te non costa nulla ma per loro fa tutta la differenza.