Liberi dalle catene: anche la Sardegna dica no alla detenzione di cani a catena

L’appello di Animal Law Italia, Green Impact e Fondazione Cave Canem chiede una rapida introduzione del divieto.

Pubblicato il 19/04/2023
paulprescott72 / iStock

È di alcuni giorni fa la notizia della presentazione di un emendamento da parte di Fausto Piga (FdI) che prevede divieto e sanzioni per la detenzione di cani a catena in Sardegna, aprendo un varco per la sua rapida introduzione prima dell’arrivo della stagione estiva, con il suo rischio incendi. Animal Law Italia, Green Impact e Fondazione Cave Canem chiedono che la Regione adotti quanto prima la modifica della legge, aggiungendosi alle 10 Regioni e Province autonome in cui questa violenza contro gli animali è già vietata e punita.

La proposta di emendamento e l’appello delle associazioni per il divieto di cani a catena in Sardegna

L’emendamento proposto da Fausto Piga modificherebbe la legge regionale 21 del 18 maggio 1994 che contiene Norme per la protezione degli animali e istituzione dell’anagrafe canina. Oltre al divieto, sono previsti anche gli importi delle sanzioni amministrative, comprese tra 258,23 e 516,46 euro.
Il passo successivo sarebbe l’adozione del divieto prima possibile.

La lettera inviata oggi al Presidente della Sardegna, Christian Solinas, dalla coalizione #LiberiDalleCatene — di cui è parte Animal Law Italia insieme a Green Impact e Fondazione Cave Canem — chiede che la Sardegna si uniformi alle altre Regioni e Province che hanno già superato, con leggi vincolanti, il divieto di cani a catena. Una rapida introduzione del divieto di detenzione di cani a catena diventa quanto mai necessaria con l’arrivo dell’estate e del rischio di incendi legato alle annunciate alte temperature e a possibili comportamenti non idonei a garantirne la prevenzione.
L’appello segue i precedenti solleciti rimasti fino ad oggi inascoltati. «Una Regione così importante e in vista per il turismo italiano e internazionale non può restare passiva o addirittura rendersi complice di maltrattamenti e atrocità sugli animali — dichiarano i presidenti delle tre organizzazioni, Gaia Angelini, Federica Faiella e Alessandro Ricciuti — il divieto di detenzione di cane a catena è un passo semplice e necessario verso una cultura moderna del rispetto degli animali, del loro benessere e della loro etologia».

Il percorso tracciato dalla campagna #LiberiDalleCatene

Animal Law Italia, Green Impact e Fondazione Cave Canem promuovono da tempo la campagna #LiberiDalleCatene. Negli scorsi mesi siamo riusciti a ottenere il divieto di detenere i cani a catena in Campania, Lazio e nella Provincia autonoma di Trento e abbiamo continuato a esercitare pressioni affinché si aggiungano all’elenco altre Regioni. Ad esempio, si prevede che la Liguria e il Piemonte uniformeranno le proprie leggi regionali in tempi brevi.

La detenzione dei cani a catena è una pratica del tutto contraria al benessere degli animali e ai loro bisogni etologici e quasi sempre sfocia in vero e proprio maltrattamento: è ora che tutte le Regioni italiane introducano divieti e sanzioni esemplari per chi ancora costringe i cani in queste condizioni. Per rendere efficace la legge è necessario che il divieto sia stringente e la sanzione dissuasiva.

Per leggere la lettera indirizzata al Presidente della Regione Sardegna e conoscere meglio la coalizione #LiberiDalleCatene, è possibile visitare il sito Verso il divieto di cani a catena – Freedom for Dogs.

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