Il nuovo report A data dump of suffering: The EU’s long-distance trade in farm animals exposed, realizzato da Eurogroup for Animals e Compassion in World Farming, rivela le sofferenze subite ogni anno da circa 44 milioni di animali d’allevamento – compresi vitelli e agnelli non svezzati – durante viaggi che possono durare fino a 3 settimane. Documenti ufficiali inadeguati occultano le condizioni degli animali allevati e la portata del loro commercio a lunga distanza nell’Unione europea.
Trasporto di animali vivi: i punti chiave del report
Il report A data dump of suffering: The EU’s long-distance trade in farm animals exposed (La sofferenza nei dati: smascherato il trasporto a lunga distanza di animali vivi nell’UE) analizza una serie di documenti dell’Unione europea, fino ad oggi inediti, relativi al trasporto a lunga distanza di 180.000 partite di animali d’allevamento in partenza e in arrivo in UE, in un periodo di tempo di 19 mesi, da ottobre 2021 ad aprile 2023. Tra le pagine sono rivelati dettagli inquietanti sui tempi e sulla natura della sofferenza sopportata da circa 44 milioni di bovini, ovini, suini e altri animali allevati trasportati ogni anno.
Questi alcuni dei punti chiave del report:
- oltre 370.000 vitelli non svezzati sono stati sottratti alle madri poco dopo la nascita e privati del nutrimento durante lunghi viaggi;
- migliaia di ovini e bovini vengono esportati dall’UE, su strada, verso Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Azerbaigian, Armenia e Georgia in viaggi che durano fino a 3 settimane.
- Francia, Paesi Bassi e Danimarca hanno esportato migliaia di suini in paesi estremamente distanti tra cui Brasile, Vietnam, Thailandia e Nigeria. Esportando scrofe da riproduzione, selezionate geneticamente per figliate molto numerose, l’UE sta diffondendo il suo modello di allevamento intensivo in altre parti del mondo.
- milioni di bovini e ovini ogni anno affrontano lunghi e stressanti viaggi in mare verso il Medio Oriente e l’Africa per essere macellati o essere messi all’ingrasso. Le navi presentano spesso pessime condizioni e gli animali soffrono molto a causa dello stress causato da calore, gas nocivi, dalla mancanza di movimento e dalla fame. Purtroppo non esistono protezioni legali efficaci per queste situazioni;
- nel 2022, l’Unione europea ha esportato circa 30.000 giovenche gravide, principalmente nell’Asia centrale e occidentale, come l’Uzbekistan e il Kazakistan, dove i viaggi raggiungono fino ai 6.000 chilometri e possono richiedere fino a 3 settimane;
- si stima che nel 2019 siano state trasportate tra gli Stati membri dell’UE circa 54.000 tonnellate di pesci vivi, pari a decine di milioni di singoli animali. I pesci spesso soffrono la fame, il sovraffollamento e lesioni fisiche derivanti dalla manipolazione durante le operazioni di carico e scarico durante il trasporto.
Il documento mostra che i registri di viaggio dell’UE erano incompleti, spesso imprecisi e sottostimavano ampiamente la lunghezza e la durata di molti viaggi. Circa il 60% dei trasporti sembra iniziare nei centri di raccolta, ma gli animali potrebbero essere stati movimentati dall’allevamento di origine molte ore prima, senza alcun obbligo di registrazione. Molti trasportatori evitano l’obbligo per gli animali di riposare per 24 ore a metà viaggio prima di riprendere il viaggio.
La situazione italiana
Da ottobre 2021 ad aprile 2023, l’Italia ha importato 1.094.716 pecore e agnelli da macellare immediatamente all’arrivo o dopo un periodo di ingrasso, principalmente da Romania, Ungheria e Spagna. Alla base di questo commercio c’è il consumo di carne ovina in Italia, che è molto maggiore della disponibilità di questi animali in territorio nazionale. Ricordiamo che l’agnello costituisce la portata tradizionale e principale di molti pasti festivi a Pasqua e Natale.
Oltre un terzo (300.000) degli agnelli indicati non erano svezzati e alcuni di loro avevano appena 2 mesi di vita (fonte: Animal Welfare Foundation), trasportati in condizioni proibitive, con viaggi che sono durati fino a 30 ore. In alcuni casi, oltre 700 agnelli sono stati stipati in camion su quattro livelli, con spazi insufficienti e spesso così angusti da far sbattere la testa degli animali contro il soffitto. È da evidenziare che gli agnelli non svezzati necessitano di latte o sostituti del latte per nutrirsi, ma ciò non è possibile mentre si trovano su un mezzo di trasporto e quindi i piccoli sono costretti a sopportare lunghi viaggi senza cibo.
Chiediamo alla Commissione europea di vietare il trasporto di animali vivi
Il report di Eurogroup for Animals e Compassion in World Farming è stato diffuso il 28 novembre 2023, pochi giorni prima della annunciata pubblicazione della proposta della Commissione europea sul trasporto degli animali vivi, prevista per il 6 dicembre. Sottolineiamo ancora una volta che la Commissione non ha pubblicato le altre proposte che si era impegnata a presentare nell’ambito di una revisione più completa della legislazione sul benessere degli animali, compreso il divieto di allevamento di animali in gabbia, previsto entro settembre 2023.
Le due ONG per la protezione degli animali chiedono all’Unione europea di vietare l’esportazione di animali vivi dall’UE verso i paesi extra-UE, di passare al commercio esclusivamente di carne e carcasse e di introdurre regole più severe per proteggere il benessere degli animali durante i viaggi all’interno dell’UE.
Questa richiesta di maggiore tutela del benessere degli animali allevati durante il trasporto è sostenuta dalla maggior parte delle cittadine e dei cittadini europei: il recente Eurobarometro ha rilevato che 8 europei su 10 ritengono che il tempo di viaggio per il trasporto commerciale di animali vivi all’interno o dall’UE dovrebbe essere limitato e 9 persone su 10 ritengono che sia importante proteggere il benessere degli animali allevati.
Daria Vitale, responsabile Animali allevati di Animal Law Italia, commenta: «All’interno del mercato europeo e internazionale gli animali da allevamento sono costretti a subire angherie e soprusi determinati dalla totale assenza di misure idonee a prendere in considerazione la loro particolare natura di esseri senzienti. Fino a quando gli animali utilizzati per la produzione alimentare continueranno a essere considerati come soli beni merceologici, i cui diritti possano essere trascurati in ragione di interessi economici, nessuna norma regolatrice potrà efficacemente proteggerli. Per questo le richieste avanzate da EFA e CIWF sono le uniche misure idonee a garantire una reale protezione per gli animali, a patto che l’intervento operato dal legislatore europea prenda in debita considerazione la peculiare natura degli animali, dando piena attuazione all’articolo 13 del TFUE».