Nelle scorse settimane abbiamo potuto visionare in anteprima un filmato realizzato negli scorsi mesi all’interno di un allevamento industriale di polli da carne situato nel basso veronese, che è stato diffuso questo martedì a livello internazionale dalla ONG spagnola Equalia, ottenendo copertura mediatica in nove paesi europei. La struttura è infatti gestita da un’impresa che sembrerebbe essere legata ad un marchio italiano noto a livello internazionale.
Le immagini mostrano violenze verso gli animali e plurime problematiche nella gestione dell’allevamento, alla luce delle quali abbiamo deciso di presentare denuncia alla Procura della Repubblica di Verona, chiedendo che si accerti la veridicità di quanto documentato e che si perseguano i responsabili.
In particolare, alcuni operatori sono stati ripresi mentre pongono in essere comportamenti estremamente violenti quali schiacciare a terra la testa di un pollo ancora vivo e prendere a calci gli animali. Nel filmato sono inoltre visibili numerose criticità che lasciano presumere una generale incuria e non conformità della gestione rispetto ai requisiti di legge, come suggerito dalla presenza di tanti animali con zampe rotte e incapaci di alzarsi, che peraltro sembrerebbero rimanere a lungo abbandonati senza ricevere cure.
Le immagini sembrano inoltre suggerire che le carcasse non venissero prelevate per diversi giorni o persino settimane, rendendo possibili persino episodi di cannibalismo.
Abbiamo richiesto un parere al Dott. Enrico Moriconi, Medico veterinario consulente in benessere animale, il quale dichiara:
«Le immagini del video permettono di osservare situazioni assai gravi a testimonianza di una gestione assolutamente negativa. Si vede un addetto che uccide dei pulcini in modi assolutamente illeciti; altri invece sono lasciati a soffrire senza essere prelevati e curati oppure sottoposti a eutanasia. In alcune immagini dei pulcini cannibalizzano altri sicuramente morti da tempo perché in via di putrefazione, con gravi conseguenze igienico sanitarie. Una gestione che sottopone gli animali a sofferenza e fortemente carente dal punto di vista igienico sanitario».
Le violazioni di legge
Nella denuncia, abbiamo ipotizzato la possibilità di configurare i reati di maltrattamento (544 ter c.p.) e abbandono di animali (art. 727 comma 2 c.p.) in relazione alle sofferenze inflitte ai polli come conseguenza delle mancate cure e delle condizioni di incuria e abbandono della struttura.
In particolare, abbiamo evidenziato il comportamento negligente del titolare e/o detentore, quali responsabili del benessere degli animali, ai quali sarebbero imputabili le violazioni delle prescrizioni di legge (D. Lgs. 146/2001; D.Lgs. 27 settembre 2010 n. 181) per l’allevamento dei polli da carne. Tali negligenze avrebbero infatti causato agli animali sofferenze evitabili e gravi violazioni al benessere animale.
Le norme prevedono che i polli da carne malati e/o feriti andrebbero curati e nei casi più gravi immediatamente soppressi. In particolare, il D.Lgs. 181/2010, all’allegato I, prevede che «Tutti i polli presenti nello stabilimento devono essere ispezionati almeno due volte al giorno. Occorre prestare particolare attenzione ai segni che rivelano un abbassamento del livello di benessere e/o di salute degli animali»; e ancora: «I polli gravemente feriti o che mostrano segni evidenti di deterioramento della salute, come quelli con difficoltà nel camminare o che presentano ascite o malformazioni gravi, e che è probabile che soffrano, ricevono una terapia appropriata o sono abbattuti immediatamente. Un veterinario è contattato ogniqualvolta se ne presenti la necessità».
Ai sensi dell’art. 5 del Decreto del Ministro della Salute 4/02/2013, emanato in applicazione del D.Lgs. 181/2010, si considera violazione grave al benessere animale «ogni situazione in cui gli animali sono gestiti e tenuti in condizioni tali da pregiudicarne il benessere, comprovata da segni evidenti di deterioramento della salute, senza che il proprietario o il detentore abbia intrapreso azioni appropriate per la risoluzione delle carenze o delle violazioni riscontrate».
«È arrivato il momento che anche gli animali da produzione alimentare ricevano piena tutela legale – dichiara l’avv. Maria Cristina Giussani, portavoce di Animal Law Italia – Gli strumenti giuridici già esistono, confidiamo che la magistratura persegua fino in fondo le istanze di giustizia anche nei confronti del sistema produttivo, come chiede con sempre più insistenza la società».