È possibile concepire una Pasqua senza agnello?

Questo il tema che credevo si dibattesse nella trasmissione di Porta a Porta andata in onda ieri sera. Partiamo dagli ospiti. Giorgio Calabrese, collaudata spalla del primo attore Bruno Vespa. Marisa Laurito, autorevole filosofa. Nicola Levoni, presidente Assica. Andrea Bertaglio, giornalista ambientalista. Leonardo Caffo, uomo coraggioso.

Segnalo alcune perle: la Pasqua è un simbolo e l’agnello non può mancare; se non mangi la caranese non sei un abruzzese; se felice vuoi campare, l’agnello devi mangiare.

Sia chiaro, non mi aspettavo di ascoltare argomentazioni degne di un Luigi Vallauri (anche se ho apprezzato Leonardo Caffo) ma neppure che si scadesse così tanto.

Levoni (Assica) precisa che c’è allevamento intensivo e allevamento intensivo e soprattutto bisogna intendersi su cosa significhi allevamento intensivo (domani invierò via WeTransfer al Presidente di Assica il file di Dominion, così che si possa fare un’idea di cosa sia un allevamento intensivo). Il giornalista esperto di ambiente, Andrea Bertaglio, prende le distanze dalle troppe falsità che si dicono e si sono dette intorno agli allevamenti intensivi (mi rallegra il fatto che almeno lui conosca il significato di allevamento intensivo). Caffo, sommessamente, si chiede come si faccia a parlare di benessere animale e coniugare questo benessere con una esistenza infernale degli animali che culmina con una morte atroce, forse da preferire alla prima.

Conclusione: ancora una volta si è fatto finta di trattare un tema serio mettendo in scena una non troppo riuscita puntata di Casa Vianello.

Ma Raimondo e Sandra erano più divertenti di Bruno Vespa e Giorgio Calabrese.

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