COMUNICATO STAMPA

“Esseri senzienti, non oggetti”: Animal Law Italia avvia la raccolta firme per chiedere al Parlamento di aggiornare i codici e le leggi a tutela degli animali, attuando il nuovo art. 9 della Costituzione

Il primo dossier curato dall’associazione e diffuso in questi giorni analizza lo status giuridico degli animali in nove Paesi europei, evidenziando il ritardo dell’Italia.

Bari, 13 dicembre 2022 – “Esseri senzienti, non oggetti” è la campagna lanciata dall’associazione Animal Law Italia (ALI) per chiedere al Parlamento di aggiornare i Codici civile e penale e le leggi a tutela degli animali, dando attuazione al nuovo articolo 9 della Costituzione, modificato quasi un anno fa. I cittadini possono supportare la richiesta firmando la petizione sul sito www.esserisenzienti.it, dove sono descritte nel dettaglio tutte le richieste formulate al legislatore.

L’Italia è ancora indietro rispetto a nove Paesi europei che hanno modificato il proprio Codice civile per far sì che gli animali non siano più considerati come semplici oggetti, come evidenziato nel dossier Verso un nuovo riconoscimento giuridico per gli animali in Italia e in Europa. Il documento, diffuso in questi giorni da ALI, analizza lo status giuridico degli animali negli ordinamenti nazionali di Austria, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca Spagna e Svizzera.

L’associazione denuncia che, anche se sono considerati a tutti gli effetti membri della famiglia, in Italia gli animali sono ancora inseriti nella categoria dei “beni mobili”, una situazione anacronistica che produce una serie di conseguenze negative sugli animali stessi e sulle persone che si prendono cura di loro. Alcuni giudici hanno cercato di fornire risposte a queste esigenze, ma ora che la tutela degli animali è inclusa tra i principi fondamentali della Costituzione, è più che mai necessario un intervento diretto del legislatore. Il terzo comma dell’articolo 9 infatti prevede che «(La Repubblica) Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».

ALI chiede, innanzitutto, l’introduzione nel Codice civile di norme specifiche per disciplinare il danno patrimoniale e non patrimoniale in caso di morte e ferimento degli animali: non è accettabile applicare agli animali le stesse regole valide per il risarcimento in caso di danno o distruzione di oggetti. Andrebbe anche introdotto un regime di affido dell’animale da affezione in caso di crisi di coppia, considerando sia gli interessi di coloro che hanno a cuore l’animale, sia gli interessi etologici dell’animale stesso. Le norme attualmente vigenti non consentono ai giudici l’affidamento degli animali in caso di separazione giudiziale: questo produce ingiustizie evidenti, con effetti devastanti sulle persone coinvolte. L’associazione evidenzia che si tratta di casi molto frequenti nella prassi, che con le norme attuali non è possibile risolvere, perché il ruolo degli animali nella nostra società è molto diverso da quello del 1942, anno in cui è entrato in vigore il Codice civile.

La seconda richiesta della campagna “Esseri senzienti, non oggetti” è la modifica del Codice penale, per renderlo più adeguato all’attuale sensibilità sociale, elevando le pene per i reati contro gli animali e limitando le vie di fuga dei colpevoli. Su questo tema Animal Law Italia presenterà nei prossimi mesi un dossier con l’esame delle soluzioni più avanzate adottate in altri Paesi europei nel corso degli ultimi anni.
La terza richiesta al Parlamento è la nomina di un Garante nazionale per i diritti animali che faccia da coordinatore per le competenze ripartite tra i vari Ministeri e che assicuri l’uniforme applicazione della legge in tutti livelli territoriali.
La quarta richiesta, rivolta invece al Governo, riguarda l’emanazione del decreto legislativo per disciplinare il graduale superamento del circo con animali, che l’esecutivo è chiamato ad attuare entro aprile del prossimo anno, quando scadrà la delega legislativa approvata a luglio scorso. Si tratta della seconda volta in un quinquennio che il Parlamento chiede al Governo di provvedere a eliminare l’uso degli animali selvatici nei circhi, pratica condannata sin dal 2015 dalla Federazione dei Veterinari Europei.
La quinta e ultima richiesta attiene, infine, al riconoscimento dei rifugi per animali da reddito, luoghi che sono attualmente assimilati agli allevamenti ma che meritano una specifica disciplina. Animal Law Italia ha avviato a settembre un progetto di ricerca volto a individuare le modalità di introduzione all’interno dell’ordinamento giuridico italiano di un riconoscimento esplicito di questi luoghi e di maggiori tutele per i loro ospiti e presenterà i risultati della ricerca nei prossimi mesi.

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