Il Belgio vieta gli allevamenti di animali da pelliccia

Avv. Alessandro Ricciuti

Avv. Alessandro Ricciuti

Presidente di Animal Law Italia.

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Il 21 luglio scorso, il Parlamento della regione delle Fiandre ha adottato un decreto che vieta definitivamente l’allevamento di animali per produrre pellicce, dando tempo agli allevatori fino al 2023 per la riconversione di quelli ancora attivi. Questa decisione storica segna la fine di questa pratica nell’intero Belgio, considerato che gli ultimi 17 allevamenti ancora aperti — dove nascono e muoiono circa 200.000 cuccioli di visone ogni anno — sono tutti localizzati proprio nelle Fiandre.

Nel 2015 la regione della Vallonia aveva già vietato questa pratica e due anni dopo un simile divieto è entrato in vigore anche nella regione speciale di Bruxelles ma si trattava di decisioni simboliche, dato che in queste regioni già non erano presenti questi allevamenti. Un sondaggio dello stesso periodo aveva mostrato che l’85% dei cittadini fiamminghi erano a favore del divieto. 

Ben Weyts, Ministro del benessere animale del governo fiammingo, ha così commentato:

«Nelle Fiandre ci sono 17 allevamenti di animali da pelliccia, che hanno autorizzazioni per 325.000 animali. Ogni anno più di 200.000 animali vengonno ancora uccisi in questi allevamenti».

Questa nuova legge vieta anche il gavage, la tecnica crudele di alimentazione forzata di oche e anatre per produrre foie gras, che in Europa è tuttora consentita solo in Francia, Spagna, Romania e Ungheria.

Negli ultimi mesi la Repubblica Ceca, la Norvegia (un tempo il più grande produttore di pellicce di volpe) e il Lussemburgo hanno vietato l’allevamento di animali da pelliccia. Questa attività, fino a pochi decenni fa molto diffusa, sembra oramai avviata a un rapido declino.

Foto di copertina: Essere Animali

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