Volpi e visoni in gabbia per le loro pellicce. Per un capriccio più che per una reale esigenza, considerando la disponibilità di tessuti tecnici più adatti alla necessità di ripararsi dal freddo. Quanto costa in termini di benessere animale questa scelta? Lo abbiamo chiesto a Enrico Moriconi, medico veterinario e consulente di etologia e benessere animale, già Garante per i diritti animali della Regione Piemonte.
Quali sono i bisogni fondamentali degli animali?
Per esaminare la condizione in cui versano gli animali da pelliccia negli allevamenti è necessario capire quali siano i loro bisogni fondamentali da soddisfare, per garantirne il benessere. Moricone spiega: «Si ricorda che un primo elemento di valutazione è stato fornito dalle cosiddette ‘Cinque libertà’ che indicavano i bisogni essenziali degli animali, attualmente ampliate specificando meglio il loro significato.
Il documento che recentemente ha meglio esplicitato i bisogni fondamentali degli animali si intitola ‘Principles and criteria of good Animal Welfare’, elaborato da Unni Kjærnes e Linda Keeling, ed è stato pubblicato a cura di ‘Welfare Quality’ nell’ambito di un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea».
I criteri indicati nel documento sono i seguenti:
- Non devono soffrire di una prolungata fame, avere una sufficiente e appropriata dieta;
- Non devono soffrire di sete prolungata, avere acqua accessibile e sufficiente.
- Devono fruire di un confortevole riposo;
- Avere confort termico con protezione dal caldo e dal freddo;
- Avere spazio sufficiente per essere in grado di muoversi liberamente.
- Non devono soffrire di danni fisici;
- Devono essere liberi dalle malattie, gli allevatori devono mantenere alti standard di igiene e cura;
- Non devono soffrire dolore indotto da inappropriata gestione, trattamento, macellazione, interventi chirurgici (ad esempio castrazione o decornazione);
- Devono poter manifestare un comportamento sociale normale, non nocivo;
- Devono poter esprimere altri comportamenti normali (comportamenti specie specifici come il foraggiamento);
- Devono essere gestiti bene in ogni situazione, si deve promuovere una buona relazione umano-animale;
- Devono essere evitate le emozioni negative come paura, angoscia, frustrazione o apatia mentre le emozioni positive, come sicurezza o soddisfazione, dovrebbero essere promosse.
Il rispetto delle caratteristiche di specie
È fondamentale valutare anche le caratteristiche delle specie allevate. Ogni animale ha un suo etogramma, ossia l’insieme dei comportamenti naturali che manifesta una determinata specie animale in generale o in una specifica situazione. Volpi, visoni, e anche altre specie da pelliccia, esplicano questi comportamenti in aree estese, territori nell’ordine di grandezza di ettari, assolutamente non paragonabili agli spazi – seppur ampliati o arricchiti – a disposizione in un allevamento. «Una considerazione necessaria è rammentare che oltre alle eventuali caratteristiche specie specifiche qualsiasi specie di animali allevata per utilizzarne la pelliccia ha modalità basilari etologiche – sottolinea Enrico Moricone nella relazione consegnata ad ALI – ovvero i loro comportamenti naturali prevedono una conoscenza e una colonizzazione territoriale, che sarà variabile in proporzione alle esigenze alimentari e alla fisiologia tipica, ma comunque di estensione appropriata. Territorio che gli animali percorrono quotidianamente per svolgere le funzioni vitali proprie, alimentazione, esplorazione, comunicazione, apprendimento, gioco, oltre a quelle specifiche e temporanee collegate alla riproduzione e all’accoppiamento».
Le condizioni di allevamento sono compatibili con il benessere di visoni e volpi?
Visoni e volpi allevati in gabbia si trovano a convivere con le restrizioni imposte dalle modalità di mantenimento. Alla base della loro detenzione ci saranno sempre stress e malessere: «Le analisi relative alle due specie valgono per qualsiasi altra specie allevata per la pelliccia, in quanto gli animali dovranno ugualmente far fronte alle limitazioni che il contenimento in gabbia pone, ragion per cui le limitazioni relative alla diversità dell’alimentazione, fornita e non cercata; alla modalità del riposo con la mancanza di un’area dedicata; all’assenza di una vera e propria tana; all’impossibilità di svolgere attività esplorativa; alla negazione del comportamento sessuale e parentale come anche di quello ludico, a cui si deve aggiungere l’uguale impossibilità di soddisfare le abitudini generali caratteristiche della specie. Sono tutte privazioni che accomunano tutti gli animali allevati in gabbia per utilizzarne la pelliccia».
La privazione dei comportamenti etologici, dei bisogni fondamentali, provoca malessere e distress insopprimibile, che a sua volta è riconosciuta causa di sofferenza. Le negatività dipendono direttamente dal confinamento nelle gabbie e permangono anche con strutture di dimensioni maggiori, poiché non saranno comunque paragonabili all’estensione tipica degli habitat delle specie in questione.
Per quanto ancora sottoporremo gli animali da pelliccia a queste sofferenze per capriccio e abitudine? Per vivere in un’Europa senza pellicce abbiamo uno strumento: firmare la petizione Fur Free Europe, l’iniziativa dei cittadini europei che invita l’Unione Europea a vietare gli allevamenti di animali da pelliccia e bandire i prodotti in pelliccia dal mercato europeo.