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Arriva in Italia il “Daspo cinofilo”: cos’è e come funziona

In Italia arriva il Daspo cinofilo, un nuovo strumento pensato per impedire a chi ha maltrattato, abbandonato o trascurato gravemente un animale di detenerne altri in futuro, anche tramite adozione o affido.
Ludovica Grella

Ludovica Grella

Laureata all'Università di Napoli Federico II ed avvocata dal 2022. Attivista antispecista, si batte per la causa collaborando con associazioni e collettivi antispecisti locali e nazionali.

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Arriva in Italia il Daspo cinofilo, uno strumento di cui da tempo si discute già nel nostro Paese avviato per la prima volta in Piemonte, precisamente a Nichelino, al fine di tutelare gli animali, attraverso l’utilizzo del SINAC, il Sistema Informativo Nazionale per l’Anagrafe Canina.

Il Daspo urbano cinofilo è, in sostanza, un provvedimento che vieta la detenzione o l’affido di animali, per un periodo determinato o permanente, a soggetti ritenuti responsabili di maltrattamento, abbandono o incuria grave.

Attraverso questo sistema, gli operatori autorizzati (veterinari, forze dell’ordine, enti pubblici e privati) avranno la possibilità di verificare i dati dei proprietari di animali, incrociando le informazioni per controllare se chi richiede l’adozione, l’acquisto o la custodia di un animale sia già sottoposto a procedimenti o segnalazioni per maltrattamenti, abbandoni o altre situazioni che esporrebbero al pericolo gli animali.

In sostanza, si tratterà, dunque, di una blacklist, una «lista nera», nella quale verranno elencati tutti i maltrattatori di animali. Persone segnalate, denunciate e condannate per aver commesso a vario titolo reati nei loro confronti, permettendo agli operatori del settore di verificare la condotta di chi vorrà adottare da canili, gattili, allevamenti o anche studi veterinari, con la possibilità anche di confrontare i dati a disposizione delle diverse Regioni.

In aggiunta al divieto, il Comune di Nichelino ha previsto percorsi obbligatori di educazione cinofila per coloro che desiderano adottare un cane o un gatto: corsi progettati per sensibilizzare i futuri proprietari riguardo alle necessità etologiche degli animali, evitando così scelte impulsive o poco informate. Accanto alla blacklist dei maltrattanti, infatti, la proposta ha previsto anche percorsi di educazione cinofila pre-adozione e campagne di sensibilizzazione per promuovere una cultura del rispetto e della responsabilità verso gli animali.

L’iniziativa del Daspo cinofilo si inserisce in un quadro più ampio di riforma sul maltrattamento animale, la c.d. «Salva animali» e la misura del Daspo è stata già fatta propria anche da altri comuni piemontesi, come Collegno, Moncalieri e infine Torino. In un Paese come il nostro, dove, stando agli ultimi dati analizzati e diffusi da Legambiente, i numeri che riguardano maltrattamenti, abbandoni e uccisioni di animali domestici sono enormemente preoccupanti, il Daspo cinofilo potrebbe sembrare – in linea teorica – un’idea valida.

Il fenomeno del maltrattamento e dell’abbandono di animali in Italia è allarmante. Secondo il rapporto “Animali in città 2024” di Legambiente, in Italia si registrano ogni anno migliaia di casi di abbandono e maltrattamento e si stima che siano oltre 2 milioni i cani non registrati all’anagrafe canina, molti dei quali oggetto di abusi e maltrattamenti.

A Nichelino e in altre città, questa misura è ora diventata realtà amministrativa che potrebbe interrompere concretamente il ciclo di sofferenza degli animali, rafforzare gli strumenti di prevenzione a disposizione degli enti competenti, e generare risparmi per la collettività, riducendo i costi connessi a interventi ripetuti delle forze dell’ordine e alla gestione di animali maltrattati da parte dei servizi comunali.

Ci sono tuttavia delle considerazioni da fare affinché la misura non resti fine a sé stessa, o, peggio, rappresenti una mera mossa propagandistica della politica istituzionale basata sul mero punitivismo. Sappiamo che il sistema giudiziario repressivo e punitivo spesso cade in contraddizioni intrinseche e più che una maggiore repressione c’è bisogno di una cultura antispecista anche nel mondo delle riforme ed interventi legislativi.

Gli animali – tutti gli animali – meritano molto più: meritano azioni coerenti oltre che concrete che giungano dalla reale presa di coscienza della loro senzienza, dal riconoscimento delle loro identità, del loro diritto a vivere una vita bella. Il Daspo cinofilo meriterebbe di essere molto di più di una semplice sanzione. Abbiamo bisogno di percorsi di educazione e formazione di cittadine e cittadini sull’etologia animale e il rispetto per ogni essere. Non esistono cani o “razze” pericolose, ma solo umani che non sono abbastanza formati alla relazione multispecie.

Sarebbe dunque auspicabile che, con l’aiuto delle associazioni animaliste in causa, il Daspo non resti solo un semplice strumento repressivo, ma che venga avviato un più completo ragionamento che miri sempre più al riconoscimento degli animali tutti e ad un miglioramento delle loro esistenze.

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