Si stima che siano alcune centinaia i cani tenuti a catena andati incontro ad una morte atroce e gravi ferimenti a causa degli incendi che nel corso delle ultime settimane hanno devastato più di 20.000 ettari di terreno in Sardegna.
Insieme a Save the Dogs e Green Impact lanciamo un appello al presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, affinché venga introdotta un’ordinanza regionale urgente e straordinaria per vietare la detenzione di cani alla catena, in considerazione dell’elevato rischio di incendi e della possibilità che possa ripetersi quanto appena avvenuto.
Questo provvedimento garantirebbe uniformità di trattamento in tutti i Comuni dell’isola, considerato che la Sardegna presenta un rischio diffuso legato agli incendi, come era stato da ultimo evidenziato dalla Delibera della Giunta Regionale n. 15/7 del 23 aprile 2021 sulle prescrizioni Regionali Antincendio.
La disciplina attuale
La legge regionale della Sardegna n. 21/1994 all’art. 16, comma 2, prevede la possibilità di detenzione alla catena, “ove necessaria”, stabilendo soltanto la lunghezza minima. Non sono neppure previste sanzioni in caso di violazione di queste già scarne prescrizioni.
Si tratta peraltro di una formulazione che non tiene conto delle più recenti conoscenze etologiche oltre che dell’evoluzione della sensibilità e coscienza collettiva, che quindi va aggiornata il prima possibile.
Una situazione in evoluzione
Nel marzo scorso Green Impact e Save the Dogs avevano pubblicato il primo Rapporto italiano e internazionale sulle norme di detenzione di cani a catena, il quale oltre ad avere raccolto una grandissima attenzione nei media nazionali, ha anche generato celermente degli sviluppi positivi in Campania (maggio 2021: introduzione della sanzione mancante alla legge regionale) e nel Lazio (agosto 2021: introduzione di una norma regionale di divieto).
L’attuale legge regionale della Sardegna su questo tema rimane una delle peggiori in Italia e necessita comunque di un adeguamento urgente. I modelli italiani migliori evidenziati dal Rapporto sono la legge della Campania e dell’Umbria, seguite da quella della Lombardia.
Le considerazioni etologiche
La detenzione di cani a catena, spesso aggravata da una situazione di isolamento, è comunque anacronistica e incompatibile con le necessità etologiche dei cani e contraria alla sensibilità collettiva, cosi come spiegato dagli esperti internazionali in etologia (Prof. Enrico Alleva, Prof. Adam Micklosi e altri) che hanno contribuito al Rapporto “Verso il divieto di detenzione di cane a catena”.