Vietare la vendita di crostacei vivi: avviata la nostra battaglia legale

Diffusa oggi la nostra indagine sui maltrattamenti subiti dai crostacei decapodi nei supermercati d’Italia. Denunciati 8 punti vendita in 5 regioni.

Di Lorenzo Fruscella
Pubblicato il 02/07/2024
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Pubblichiamo oggi il nostro nuovo report d’indagine Se avessero una voce: la sofferenza di astici, aragoste e granchi nei supermercati d’Italia. Questo documento fa luce per la prima volta in Italia sulle condizioni inumane a cui sono sottoposti i crostacei decapodi nei supermercati italiani e segna l’inizio di un’azione legale innovativa volta a tutelare finalmente anche questi animali. Attualmente, infatti, i crostacei decapodi sono gli unici animali senzienti che possono essere venduti vivi al consumatore, una pratica che chiediamo venga vietata per legge.

La situazione attuale

Nonostante in Italia esistano già sentenze per casi di maltrattamento di crostacei e nonostante il nostro codice penale abbia il compito di tutelare tutti gli animali, i crostacei decapodi (tra i quali gli astici, le aragoste e i granchi) continuano a non godere di protezione alcuna a livello nazionale. Questi animali, che per natura sono solitari e territoriali, necessitano infatti di rifugi sicuri al riparo dalla luce diretta, ma nei supermercati italiani essi vengono spesso detenuti in condizioni di luce intensa e a densità di stoccaggio elevate, compromettendo gravemente il loro benessere. Ulteriori pratiche che si configurano come inadeguate sono la legatura delle chele e il maneggiamento cruento.

L’indagine

Lo studio di ALI è frutto di un lavoro di indagine meticoloso, basato su due pareri scientifici prodotti da ALI stessa e da un vasto archivio di materiale fotografico e video raccolto grazie all’iniziativa SOS Crostacei. Le segnalazioni ricevute da ALI negli ultimi mesi descrivono in dettaglio le sofferenze inflitte a questi animali. Le evidenze, raccolte in otto supermercati distribuiti in cinque regioni italiane, rivelano pratiche estremamente cruente. Tra queste vi sono granchi esposti vivi fuori dall’acqua, astici detenuti in acquari sovraffollati e sotto luce diretta, spesso privati di qualsiasi riparo, in digiuno forzato e con le chele legate.

La nostra azione legale

A seguito dell’indagine, ALI ha deciso di intraprendere una serie di azioni legali, denunciando i gestori di otto punti vendita appartenenti a catene della grande distribuzione come Bennet, Carrefour, Coop e Iper la grande I. Le denunce sono basate sull’articolo 544 ter del codice penale, riguardante il maltrattamento di animali, e sull’articolo 727 del codice penale, relativo a detenzione incompatibile e produttiva di gravi sofferenze. Queste azioni legali mirano a spingere la grande distribuzione a interrompere la vendita di crostacei decapodi vivi, come del resto già accaduto in alcuni paesi, tra cui la Svizzera.

Il supporto dalla comunità scientifica

La letteratura scientifica è concorde nel riconoscere la capacità dei crostacei di sentire dolore e sofferenza. Uno studio recente, redatto dall’Università degli Studi di Messina e commissionato da ALI, intitolato “La questione della senzienza nei crostacei decapodi”, ha analizzato le più recenti evidenze scientifiche e ha concluso che questi animali sono effettivamente esseri senzienti. Uno studio esaustivo della London School of Economics and Political Science del 2021 ha esaminato oltre 300 articoli scientifici sull’argomento ed è giunto alla medesima conclusione. Inoltre, anche l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e la British Veterinary Association (BVA) hanno descritto i crostacei decapodi come esseri dal comportamento complesso, aventi notevoli capacità di apprendimento, dotati di un certo livello di consapevolezza, capaci di provare dolore e, dunque, meritevoli di protezione.

Necessario un intervento legislativo

Con questo documento, miriamo a sensibilizzare l’opinione pubblica e a spingere le istituzioni a intervenire con normative adeguate, garantendo così una protezione efficace a questi animali senzienti. Rivolgiamo dunque un appello al Parlamento italiano per colmare una grave lacuna normativa. È urgente equiparare la condizione dei crostacei decapodi a quella degli animali terrestri utilizzati per finalità alimentari, riconoscendo la loro capacità di sentire dolore e sofferenza. In maniera risolutiva, chiediamo che sia vietata la vendita di questi animali vivi, rispettando così il loro benessere e le loro esigenze etologiche. Le pratiche di detenzione attualmente in uso nei supermercati, nei ristoranti e nelle pescherie sono infatti del tutto inadeguate e devono essere riviste.

Lorenzo Fruscella

Lorenzo Fruscella

Biologo marino

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