A Milano parte l’educazione sul “bon ton” canino in città

Un "Bau Aperitivo educativo" amichevole e aperto a tutti. L'iniziativa è stata promossa da Mylandog, con la partecipazione di Animal Law.

Di Avv. Filippo Portoghese
Pubblicato il 16/03/2017

Sicuramente molti di più di quattro gli amici al bar (di Paoliana memoria) che la sera di domenica 12 marzo si sono incontrati in occasione del Bau Aperitivo organizzato da Mylandog in via Ravizza a Milano. E tra questi anche Animal Law Italia, con gli avvocati Alessandro Ricciuti e Claudia Taccani.Tutti con un progetto comune, quello di volere cambiare il mondo, anzi le regole del mondo in tema di tutela e diritto degli animali. Partendo da quelle del nostro paese e, perché no, della città di Milano.

Una realtà, quella milanese che, come ha ricordato Gianluca Comazzi — attualmente consigliere comunale per Milano ma Garante per gli animali nel capoluogo lombardo dal 2008 al 2011 — oltre a essere la città europea con il più alto numero di aree dedicate ai cani (più di 300, magari non tutte manotenute in modo ottimale), vanta una struttura all’avanguardia, nata durante il mandato di Letizia Moratti. Si tratta del Parco Canile Rifugio che si estende su una superficie immensa, raggiungendo livelli di qualità davvero importanti. E che si è sostituita, facendola dimenticare, a quella precedente di via Lombroso.

Le regole relative alla tutela legale degli animali stanno cambiando. È un dato di fatto. Ma la strada è lunga e piena di insidie perché se è vero che guardando indietro si può tirare un respiro di sollievo, immediatamente dopo, volgendo lo sguardo alla vetta della montagna, ci si rende conto di quanto il cammino sia ancora lungo. E faticoso. Così faticoso che nonostante nel sentire comune gli animali siano considerati essere senzienti, nessuna traccia di questo status si rinviene ancora nel codice civile o nella Costituzione italiana.

E così, eccezione fatta per le ipotesi di reato commesse in danno degli animali (le cui sanzioni sono però forse troppo miti), ci si deve affidare alla sensibilità dei giudici. E noi avvocati lo facciamo ogni giorno nelle cause di responsabilità veterinaria, nei procedimenti di separazione o divorzio, nelle ipotesi di cessata convivenza more uxorio. Nelle controversie con gli allevatori quando si discute volgarmente di vizi della cosa compravenduta, magari richiamandosi alle norme del codice del consumo. Quando viene proposto all’acquirente del cucciolo malato una sostituzione dello stesso, magari offrendo un tagliando gratuito per quello offerto in sostituzione.

Uno dei partecipanti all’aperitivo

Auspichiamo che, come è avvenuto per il diritto condominiale ma non con gli stessi tempi, possano essere emanate norme che cristallizzino quei principi giurisprudenziali che sempre più spesso vengono sanciti da giudici coraggiosi. Principi che trovano attuazione, in una certa qual misura, almeno nei provvedimenti locali sia pur non infrequentemente datati (regolamenti regionali e/o comunali e provvedimenti di loro attuazione). Anche se la fase esecutiva spesso registra lacune e arresti fisiologici ad un sistema che considera le tematiche relative al mondo degli animali come secondarie.

Il consigliere Comazzi ha sottolineato come oggi a Milano sia preoccupante il fenomeno dell’accattonaggio con utilizzo di animali nonostante si possa configurare una  ipotesi di cui all’art. 544 ter c.p. oltre che violazione di disposizioni regolamentari, sia di fonte regionale che comunale. Pratica, quella dell’accattonaggio, che va ad alimentare perverse forme di mercato a ciò destinato con epiloghi nefasti per i cuccioli ormai divenuti adulti.

I rappresentanti di Animal Law hanno intrattenuto gli amici presenti su alcuni temi importanti per una felice convivenza tra cane e suo conduttore nell’ambito cittadino. Uno di questi è stato l’accesso ai locali pubblici dove eccezione fatta per i luoghi all’interno dei quali vi è preparazione o conservazione degli alimenti (secondo quanto prevede la normativa comunitaria che ne vieta l’accesso) vi è una carenza normativa o meglio una delega di essa alle autorità locali che possono disciplinare in modo diverso l’accesso sia ai locali pubblici che ai luoghi aperti al pubblico e, infine, alle strutture pubbliche.

È stato citato, quale mosca bianca, il Regolamento per la tutela e benessere degli animali vigente nel capoluogo piemontese che pone invece un diritto degli animali all’ingresso nei locali pubblici, se non vietato per motivi di ordine igienico-sanitari riconosciuti dal Comune ad istanza del titolare dell’esercizio.

Qualche raccomandazione anche in ordine al bon ton da osservare quando si va a spasso con il proprio cane ricordando l’obbligo del guinzaglio, quello di tenere sempre con sé la museruola e quello di comportarsi con responsabilità nelle aree cani.  Zone queste che pur prevedendo la possibilità di liberare il cane dall’odioso guinzaglio non rendono immune il proprietario dalle responsabilità civili e penali previste dai rispettivi codici.

Sempre utili le raccomandazioni che gli avvocati di Animal Law hanno sottolineato in tema di trasporto dei nostri amici a quattro zampe (ricordando, anzi stigmatizzando la cattiva abitudine di andare in bicicletta tenendo al guinzaglio Fido) come di non lasciare, mai, il proprio cane all’interno dell’auto soprattutto con l’arrivo delle belle stagioni.

Oggi in Italia una famiglia su due coabita e convive con un animale domestico o da compagnia. È necessario avere consapevolezza delle regole che disciplinano questa nuova realtà sociale. Ignorarle o peggio ancora non conoscerle farebbe regredire quel cammino verso la vetta della montagna che rappresenta l’ambizione di molti. Ed eviterebbe a taluni di affermare che sempre più i condominii sono abitati da cagnetti isterici appartenenti a proprietari ancora più isterici. Queste serate aiutano a comprendere tali regole. Grazie Mylandog. Grazie Animal Law e, ovviamente, appuntamento al prossimo Bau aperitivo.

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