Animali da pelliccia: novembre è il mese delle uccisioni

Quali metodi vengono utilizzati per le soppressioni? Garantiscono la minore sofferenza possibile?
Jo-Anne McArthur / #MakeFurHistory / We Animals Media
Alessia Colaianni

Novembre è il mese in cui gli animali degli allevamenti da pelliccia vengono uccisi. Per fortuna questa pratica è stata vietata in Italia e in 18 paesi europei (incluso il Regno Unito), ma continua a essere legale nei rimanenti 8. La maggiore preoccupazione dei produttori è l’integrità della pelle e del pelo di visoni, volpi, procioni e cincillà, che immetteranno sul mercato. Il benessere, sebbene garantito dalla legge, passa in secondo piano rispetto alle esigenze di vendita.
In quale modo termina la già miserabile vita di questi animali?

Camere a gas per i visoni

Come descritto nel report sul benessere degli animali allevati per la pelliccia, redatto dal Comitato scientifico per la salute e il benessere animale della Commissione europea, i visoni che devono essere soppressi vengono spostati dalle loro gabbie per essere inseriti in camere a gas. Questa manipolazione è già una fonte di stress per gli esemplari prelevati, come per quelli che rimangono nelle gabbie. Può capitare che gli esemplari siano introdotti in camere a gas in gruppi di 30-50 individui, a seconda della dimensione del dispositivo: questa eventualità innalza il rischio di soffocamento e quindi di sofferenza per gli animali.
Il Regolamento (CE) n. 1099/2009 del Consiglio europeo relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento indica come gas da adoperare:

  • anidride carbonica (CO2): nel report della Commissione europea è sottolineato che il suo uso potrebbe compromettere le condizioni di benessere dei visoni. L’anidride carbonica causa eccitazione, affanno e tentativi di fuga. Se concentrazioni del 100% causano incoscienza immediata, quantitativi minori possono ritardare la perdita di coscienza e il tempo che l’animale impiega per soccombere si traduce in ulteriore stress, soprattutto in gruppi di esemplari costretti in un unico box. Il regolamento indica che per i visoni deve essere usata una concentrazione minima dell’80%;
  • monossido di carbonio (CO) associato ad altri gas: è ritenuto un mezzo più umano ed efficace di uccisione, anche se può richiedere più tempo per agire.

È possibile usare anche il gas prodotto da un motore specificamente adattato allo scopo dell’abbattimento degli animali, purché la persona responsabile della procedura abbia verificato in precedenza che il gas sia stato adeguatamente raffreddato, filtrato e non presenti componenti irritanti.

L’elettrocuzione per volpi e procioni

Volpi e procioni vengono uccisi per elettrocuzione, ossia tramite una scarica di corrente elettrica nell’organismo. L’apparato utilizzato ha due elettrodi: nel caso delle volpi gli elettrodi vanno inseriti in bocca e nel retto e deve essere applicata una corrente di intensità minima pari a 0,3 ampere (un valore letale anche per un essere umano) e con una tensione minima di 110 volt per almeno 3 secondi.

Iniezione o rottura del collo per i cincillà

Nel documento redatto dal Comitato scientifico per la salute e il benessere animale della Commissione europea è riportato che i cincillà possono essere soppressi tramite iniezione di cloralio idrato — un sedativo in medicina umana — oppure con la rottura del collo. Nel primo caso gli animali possono essere soggetti ad affanno, spasmi muscolari e vocalizzazioni.
Anche l’elettrocuzione è tra le modalità indicate nel Regolamento (CE) n. 1099/2009: gli elettrodi vengono applicati all’orecchio e alla coda, con una corrente di intensità minima pari a 0,57 ampere per almeno 60 secondi.

È giusto che visoni, volpi, procioni e cincillà subiscano tutto questo, dopo un’esistenza trascorsa in gabbia, per pura vanità? Per chiudere per sempre gli allevamenti di animali da pelliccia e vietare la vendita di prodotti contenenti pelliccia in tutta Europa abbiamo bisogno del tuo aiuto. Se non l’hai ancora fatto, firma l’iniziativa dei cittadini europei Fur Free Europe.

Aiutaci a vietare l’allevamento di animali da pelliccia e la vendita di prodotti in pelliccia in Europa.

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