Fermiamo l’esportazione di animali vivi

Le due tragiche vicende degli oltre 2.500 vitelli rimasti per oltre due mesi in mare, intrappolati a bordo delle navi Elbeik e Karim Allah, soppressi a marzo 2021 hanno riacceso i riflettori sulla pratica dei trasporti di animali da reddito dall’Unione Europea verso stati terzi. Dopo la scoperta di un caso di infezione a bordo, quelle navi avevano vagato per il Mediterraneo in cerca di un porto, prima di essere costrette a fare ritorno a Cartagena, in Spagna.

Nel maggio 2020, la Commissione Europea ha annunciato una completa revisione del Regolamento (CE) n. 1/2005 sui trasporti, nell’ambito di una più ampia revisione delle normative riguardanti gli animali allevati che dovrebbe essere completata entro il 2023. Il mese successivo, il Parlamento europeo ha deciso di istituire una commissione d’inchiesta per indagare sulle presunte sistematiche violazioni delle norme UE e sull’incapacità della Commissione stessa di farvi fronte.

Ogni anno più di un miliardo di polli, pecore, capre, cavalli, suini e bovini vengono trasportati vivi all’interno dell’UE e verso paesi terzi. I viaggi possono durare diversi giorni o addirittura settimane, esponendo gli animali a esaurimento, disidratazione, lesioni, malattie e persino la morte.

Autorevoli pareri scientifici evidenziano che il trasporto per lunghe distanze non è idoneo a garantire il benessere animale e chiedono una revisione delle attuali regole per allinearle alle più recenti evidenze scientifiche. A queste si aggiungono le denunce di violazioni delle associazioni per i diritti animali, che dimostrano la necessità di rendere più efficaci i controlli.

Negli anni si sono verificati numerosi incidenti, che hanno provocato la morte di migliaia di animali, come nel 2015 la tragica sorte delle 13.000 pecore a bordo della nave cargo Trust1, partita dalla Romania e che sono morte per disidratazione, fame e sfinimento all’arrivo in Somalia; nel 2019 altre 14.000 pecore a bordo del mercantile Queen Hind sono morte quando la nave che si è ribaltata nel Mar Nero.

Revisione urgente delle norme europee sul trasporto di animali vivi

Noi sottoscritti chiediamo una revisione del regolamento sui trasporti e un\'azione immediata per affrontare gli aspetti più critici relativi al benessere animale.

La versione riveduta del Regolamento sui trasporti dell\'UE dovrebbe prevedere quanto segue:

  • Un divieto immediato dell\'esportazione di animali d\'allevamento vivi verso Paesi terzi per l\'ingrasso e la macellazione;
  • Il limite dei tempi di percorrenza del trasporto di animali vivi a un massimo di otto ore e solo quattro ore per il pollame, da attuare entro il 2024, con investimenti in macelli locali e mobili ben gestiti per ridurre i tempi di viaggio;
  • Un divieto di trasporto di animali non svezzati;
  • Maggiori controlli senza preavviso e sanzioni più severe in caso di infrazioni;
  • Un divieto di trasporto di animali vivi se le temperature esterne previste sono inferiori a 5˚ C o superiori a 25˚ C;
  • Un’applicazione rigorosa del Regolamento sui trasporti.

Le questioni relative al trasporto di animali vivi a lunga distanza e delle esportazioni di animali vivi devono essere affrontate anche nei seguenti ambiti:

  • Obiettivi della Commissione europea per migliorare urgentemente il benessere degli animali e migliorare l\'accesso della popolazione a diete più sane con meno carne;
  • Impegni internazionali dell\'Unione europea in materia di cambiamento climatico e sostenibilità, compresa la sicurezza alimentare; l\'UE non dovrebbe commercializzare in Paesi terzi animali vivi o prodotti animali provenienti da sistemi di allevamento industriale nocivi e inquinanti.

Provvedimenti diretti contro le esportazioni di animali vivi dovrebbero essere accompagnati da riduzioni significative del numero di animali da allevamento nell\'UE, per ridurre la necessità di trasportare ed esportare gli animali in eccesso.

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