“La poltrona di ginepro”, di Mauro Morandi

Il racconto dell'esperienza di vita del "guardiano" dell'isola di Budelli. Edito da Rizzoli, 255 pagine, 18 euro.

Il ginepro trionfa sull’isola di Budelli. Mauro Morandi ha una sua particolare assonanza con il legno di ginepro. Era destino, forse, che un giorno vi arrivasse in quell’angolo di mondo per trascorrervi una importante parte della propria vita.

Questo libro racconta questo incontro che pur casuale, è stato fortemente, strenuamente, caparbiamente voluto.

Mauro Morandi è un giovane insegnante di educazione fisica. Vive a Modena. Di mare non sa nulla. Di andare per mare, ancora meno. Si sente stretto in quel vestito che altri hanno confezionato per lui. Si sente soffocare da «quelle incombenze pratiche… che lentamente diventano la nostra vita… e… che diventano confini invalicabili nel momento in cui non si riesce a pensare in modo laterale, alternativo rispetto a quanto la società ci aspetta da noi».

Si sente oppresso da una scuola in cui l’unico obiettivo era l’obbedienza perfetta, metafora della società dove non conta (contava) ragionare con la propria testa allenando il pensiero critico ma attenersi alle regole e alle aspettative degli altri.

Del tutto occasionalmente — anche se profondamente radicata in lui — si manifesta una irresistibile vocazione ad andare via. A lasciarsi tutto alle spalle. Destinazione Polinesia. Con una imbarcazione che sarà proprio lui a realizzare. Lui che nulla sapeva di cosa volesse dire andare per il mare.

Non arriverà mai in Polinesia. Si fermerà molto prima. Nella sua Polinesia: l’isola di Budelli. Sardegna. E questa piccola isola, il mare che la racchiude, sarà la sua casa per trent’anni. Oggi Mauro Morandi ne ha 81 di anni ed è per tutti il custode dell’Isola di Budelli.

Un mare meraviglioso, che solo trenta anni fa era ricco di pesci, oggi rimasti pochi e disturbati dal turismo, dall’inquinamento, dal riscaldamento delle acque che ha spinto i pesci dei mari tropicali a spingersi nelle acque sarde e fare razzia delle specie indigene.

Un mondo dove gli animali, racconta l’autore, hanno una sensibilità superiore a quella degli uomini, riescono a percepire se chi si avvicina a loro è malevolo o benevolo. Un mondo dove l’aggressività umana si riduce tantissimo quasi ad arrivare a scomparire quando si intuisce che bisogna smettere di considerare la natura come qualcosa da conquistare e si comincia a vivere secondo le sue regole, in armonia con gli esseri viventi. Ci sentiamo padroni del mondo, dice l’autore, e invece non siamo nient’altro che cacche di mosca. Mi ha colpito un passaggio di questa contagiosa storia di vita che è quello in cui viene sottolineata l’importanza del confronto quale sintesi tra diverse istanze, necessario per potere avanzare. Oggi manca una sana pratica del confronto. A tutti i livelli.

In questo angolo di paradiso, Budelli, non tanto tempo fa era completamente latitante una anche minima coscienza ambientale. Oggi, dopo tanti anni, purtroppo le cose non sono cambiate. Il posto di custode è finanche messo in discussione da una politica ambientale che non vuole, non ha il coraggio, non è in grado di guardare al futuro. A quell’orizzonte dove tante sere Mauro Morandi ha volto il suo sguardo prima di addormentarsi.

La prima cosa che farò, se e quando sarà possibile a tornare a vivere, sarà quella di andare a conoscere questa straordinaria persona. Lo troverò seduto sulla sua poltrona di ginepro. In quella veranda dove sono accadute tante cose in questi trent’anni. Lui, aspetterà che io mi mostri interessato ad ascoltarlo prima di raccontare. Non sarà un’attesa lunga.

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