Gli animali nei circhi sono spesso sottoposti a condizioni di vita degradanti e ad addestramenti crudeli per intrattenere il pubblico. Le gabbie strette, le lunghe ore di viaggio e le performance forzate causano loro stress e sofferenza.
L’utilizzo di specie selvatiche nei circhi non è solo eticamente riprovevole, ma anche condannato dalla Comunità scientifica.
Il Governo italiano è chiamato dal lontano 2017 ad intervenire per disciplinare il graduale superamento di questa realtà anacronistica ma fino a oggi ha scelto di non occuparsene.
Il 2 luglio 2024 il Governo ha approvato una ennesima proposta di rinvio, che adesso verrà presentata al Parlamento. Noi non ci stiamo e per questo chiediamo al Ministro Sangiuliano di adottare in tempi rapidi delle misure urgenti per facilitare la dismissione dell’utilizzo degli animali nei circhi, senza attendere il completamento della revisione della disciplina dello spettacolo dal vivo.
Questa richiesta è parte della campagna con la quale chiediamo di rendere concreta la tutela degli animali inserita nell’art. 9 della Costituzione. Cambiare le leggi affinché tengano il passo con i cambiamenti culturali e sociali, anche per quanto riguarda il rispetto che dobbiamo agli animali, è oggi un vero e proprio dovere del Parlamento.
L’uso degli animali nei circhi è incompatibile con il rispetto delle esigenze etologiche degli animali, che vengono costretti a vivere in cattività e a subire comportamenti innaturali.
L'Unione europea ha registrato 478 incidenti causati da animali nei circhi dal 1995 al 2019, con il maggior numero di casi in Germania, Francia e Italia.
Mentre in Italia la transizione continua a slittare, oltre 50 Paesi nel mondo hanno già adottato divieti totali o parziali sull'uso di animali nei circhi, ritenuto anacronistico.
Ogni anno vengono erogati dal Ministero della Cultura milioni di euro per sostenere il circo con animali: è ora di dire basta.
Chiediamo che venga introdotto un divieto immediato di riprodurre e acquistare nuovi animali all’interno dei circhi.
Un risultato già possibile alla luce della disciplina introdotta con il decreto legislativo n. 135 del 2022, che ha previsto l’emanazione entro il 27 marzo 2023 (termine non rispettato) di un decreto ministeriale contenente la cosiddetta “lista negativa” che amplierà il numero di specie già vietate, dai primati ai grandi felini come tigri e leoni, ad altri grandi mammiferi come elefanti, e poi insetti, rettili e anfibi velenosi, urticanti, tossici, «tutte specie che costituiscano pericolo per la salute e per l’incolumità pubblica o per la biodiversità nonché gli ibridi tra esemplari delle predette specie e di altre specie selvatiche o forme domestiche e le loro successive generazioni».
Queste norme prevedono inoltre che chi detiene uno degli animali delle specie vietate, non potrà farlo riprodurre ma potrà tenerlo fino alla fine della sua vita naturale. I possessori dovranno denunciarne la presenza in Prefettura entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto del ministro dell’Ambiente che conterrà la cosiddetta “lista negativa”.
Appena il Governo emanerà la lista negativa, circhi e le mostre faunistiche viaggianti potranno soltanto continuare a utilizzare esclusivamente gli animali che già possiedono, obbligando i circensi a rivedere i propri spettacoli nell’ottica della sempre più inevitabile eliminazione di tutti gli animali.
Queste norme si applicheranno anche agli incroci (spesso infecondi) tra specie diverse.
Ogni anno il settore circense ottiene una quota di contributi a valore sul Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo (ex FUS), erogato dal Ministero della Cultura. Chiediamo che i contributi pubblici vengano ripartiti prioritariamente ai circhi senza animali e soltanto per l’eccedenza a quelli che ancora detengono animali.
Qualora venisse adottata in aggiunta al divieto di riprodurre e acquistare animali selvatici, questa misura agevolerebbe una naturale transizione verso un circo senza animali. Questo risultato verrebbe raggiunto in pochissimi anni, senza prevedere ulteriori aggravi sulle finanze pubbliche, attuando finalmente il “graduale superamento” che era stato previsto per legge nel 2017.
Crediamo che la tradizione del circo italiano possa essere pienamente valorizzata se agli animali si sostituiscono gli atleti umani, come già avviene in altre parti del mondo.
Per questo, in aggiunta alle altre due misure, chiediamo che venga vietato l’utilizzo di animali di ogni specie, incluse quelle domestiche. Questo progresso è ormai atteso da tanti anni e dovrà avvenire nel più breve tempo possibile, comunque entro e non oltre il 2030.
Questo termine consentirebbe ai circensi di organizzarsi per offrire uno spettacolo in linea con le esigenze della società moderna, favorendo anche la nascita e lo sviluppo di nuove scuole di circo in cui tramandare l’arte circense italiana ad atleti provenienti da tutto il mondo.
Nel 2015 la Federazione Veterinari Europei — l’organizzazione che comprende le associazioni veterinarie di 38 Paesi europei — aveva espresso la propria posizione contro il circo con animali, raccomandando a tutte le autorità europee e nazionali competenti di vietare l’utilizzo di mammiferi selvatici nei circhi itineranti in tutta Europa e confermando che non esiste la possibilità che le loro esigenze etologiche possano essere adeguatamente soddisfatte in tali condizioni.
Nel 2017 anche la FNOVI-Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani ha dichiarato di essere contraria all’uso degli animali nei circhi, in linea la revisione del Codice deontologico del 2006 e con il documento A review of the welfare of the wild animals in circuses, redatto da Stephen Harris, Graziella Iossa e Carl D. Soulsbury della School of Biological Sciences dell’Università di Bristol.
Nello Statement on ethological needs and welfare of wild animals in circuses (Dichiarazione sui bisogni etologici e sul benessere degli animali selvatici nei circhi), allegato al report Wild animals in EU circuses. Problem, risks and solutions, sono riportate le principali motivazioni per cui il circo non può garantire il benessere degli animali selvatici che adopera negli spettacoli. La dichiarazione è firmata da esperti in ecologia, biologia, veterinaria, zoologia, genetica, conservazione della natura e medicina.
Il dottor Enrico Moriconi, veterinario e consulente di etologia e benessere animale, ex garante Diritti Animali del Piemonte, ha così sintetizzato le problematiche legate ai circhi con animali: «Le manifestazioni circensi sono momenti di grande sofferenza per gli animali, perché devono fare esercizi e addestramenti che sono basati su punizioni. Gli animali soffrono anche durante il trasporto e quando sono fermi nei cosiddetti zoo dei circhi: in tutti questi momenti, gli animali non possono rispondere ai loro bisogni etologici naturali. Quindi il circo, nei tre momenti che lo caratterizzano — lo spettacolo, il trasporto e il momento stanziale — provoca agli animali sempre sofferenza».
Secondo un’indagine condotta da DOXA BVA a settembre 2023, su incarico della LAV, il 76% degli italiani si è espresso contrariamente all’utilizzo di animali nei circhi, mentre il 79% si è detto favorevole a destinare i fondi pubblici destinati alle attività circensi con animali esclusivamente ai circhi che pongono fine a questo sfruttamento. Inoltre, l’80% degli intervistati ha manifestato la disponibilità a frequentare circhi che non impiegano animali durante i loro spettacoli.
Questo posizionamento è una chiara dimostrazione del mutamento del valore attribuito alla tutela e al rispetto delle esigenze etologiche degli animali avvenuto nella nostra società. L’opinione pubblica considera il benessere animale una priorità, come evidenziato dall’Eurobarometro del 2023 (Commissione Europea, Attitudes of Europeans towards animal welfare, ottobre 2023) e dalle numerose Iniziative dei Cittadini Europei promosse recentemente per chiedere, tra l’altro, il superamento dell’uso delle gabbie negli allevamenti, e la fine di produzione e commercializzazione di pellicce in Europa.
I circhi senza animali sono già una realtà rilevante in Italia e in Europa: si tratta di spettacoli che offrono allo spettatore un alto livello di preparazione tecnica, ai quali sono dedicati numerosi festival e che hanno contribuito all’evoluzione del concetto tradizionale di circo. Il cambiamento dunque è già avvenuto ed è il momento che l’Italia si adegui alla nuova sensibilità sociale che chiede la fine dell’uso degli animali nei circhi.
La disciplina relativa ai circhi equestri e agli spettacoli viaggianti è regolata dalla Legge 18 marzo 1968, n. 337, non più in linea con l’attuale sensibilità collettiva e la necessità del superamento dell’uso degli animali nei circhi.
Il graduale superamento dell’uso degli animali nei circhi è stato disposto con la legge delega 22 novembre 2017, n. 175. L’art. 2, comma 4, lett. h) recitava così: «Revisione delle disposizioni nei settori delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti, specificamente finalizzata al graduale superamento dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse». Tuttavia, i decreti attuativi non sono mai stati adottati e la delega è scaduta nel dicembre 2018.
Nel luglio 2022 è stata approvata una nuova Legge delega, che ha mantenuto l’obiettivo di porre fine all’utilizzo degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti. Tuttavia, con l’approvazione della conversione in legge del Decreto legge Milleproroghe nel febbraio 2023, il Senato ha prorogato di 15 mesi il termine per l’emanazione del decreto legislativo, spostando al 18 agosto 2024 il termine per l’attuazione della disciplina sul graduale superamento dell’utilizzo di animali nei circhi.
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Causale: “Esseri Senzienti”
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Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera dei deputati
La scienza, la bioetica, la normativa europea e quella di diversi ordinamenti nazionali riconoscono da anni la speciale natura degli animali non umani come esseri senzienti. L’articolo 9 della nostra Costituzione delega al legislatore di individuare i modi e le forme di tutela degli animali. È urgente attuare questa disposizione, ripensando la normativa ad oggi non più adeguata, riconoscendo pienamente che gli animali sono esseri senzienti, non oggetti. Per questo, chiediamo di:
1) Integrare il codice civile, adeguando le norme in tema di risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale, disciplinando l’affido dell’animale in caso di separazione e introducendo una specifica disciplina nell’ambito delle successioni;
2) Rivedere il codice penale, riconoscendo gli animali come vittime, inasprendo le sanzioni e assicurandone l’effettiva applicazione, limitando la possibilità che gli autori dei maltrattamenti restino impuniti;
3) Attuare il superamento dell’utilizzo di animali nei circhi, già previsto nel 2017;
4) Riconoscere i rifugi per animali salvati, ad oggi erroneamente equiparati agli allevamenti di animali utilizzati a scopo di produzione alimentare;
5) Istituire un garante nazionale dei diritti degli animali, in grado di favorire il coordinamento dell’azione di governo e di vigilare sull’applicazione della normativa nazionale ed europea a tutela degli animali.