Pochi sono gli Stati membri disposti a rinunciare agli scambi commerciali di animali vivi con Paesi terzi. È ciò che è emerso dalla riunione del Consiglio europeo in materia di “Agricoltura e pesca” (Agrifish) tenutasi ieri, 30 gennaio 2023. Un posizionamento in parte preannunciato dalla diffusione della nota informativa presentata dal Portogallo per conto di Francia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Portogallo, Romania e Spagna. Un tentennamento da parte dell’Europa in contrasto con le raccomandazioni dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e con lo scenario delineatosi durante l’Agrifish di luglio 2022, quando 13 Stati membri avevano proposto una revisione del regolamento sui trasporti che comprendesse i tempi massimi di viaggio e il passaggio al commercio di carne e carcasse.
La nota del Portogallo e l’appoggio degli altri Stati membri
La nota presentata durante l’Agrifish di ieri dal Portogallo era trapelata nelle scorse settimane: il documento, sebbene affermi che l’Europa debba andare nella direzione di un miglioramento del benessere animale, esprime dissenso nei confronti del divieto di trasporto di animali in Paesi terzi e il passaggio al commercio di carne e carcasse. A difesa di questa posizione, il documento presenta le difficoltà nel mantenere la catena del freddo e le stesse garanzie sul benessere animale in territorio non-UE. Come già accennato, a sostenere questa linea ci sono anche Francia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Portogallo, Romania e Spagna.
La lettera dell’Intergruppo per il benessere animale a Stella Kyriakides
In risposta alla nota della delegazione portoghese, giorni prima della riunione del Consiglio europeo in materia di “Agricoltura e pesca”, l’Intergruppo per il Benessere degli Animali presso il Parlamento europeo, ha inviato una lettera aperta alla Commissaria europea per la Salute e la Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, chiedendole di tenere conto delle raccomandazioni della Commissione d’inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto (ANIT) e di garantire che la proposta revisione del Regolamento n.1/2005, prevista per ottobre 2023, rimanga incentrata sull’approvazione di misure che consentano di alleviare le sofferenze di milioni di animali dovute ai trasporti su lunghe distanze, indicazioni che fanno anche parte delle raccomandazioni pubblicate dall’EFSA.
La posizione dell’Italia
Paesi Bassi, Germania, Austria, Danimarca e Lussemburgo si sono mostrati apertamente contrari al contenuto del documento portoghese. Così non è stato per l’Italia. Il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha dichiarato che ci sarebbe bisogno di un quadro normativo comune rispetto alla complessa situazione del benessere animale, che l’attuale legislazione dell’Unione europea non ha ancora garantito uniformità, a parità di condizioni, dei diversi operatori economici ed è quindi necessario che le nuove disposizioni tengano conto delle diverse realtà produttive dell’area europea. Ha aggiunto che per l’Italia si tratta di un tema di grande sensibilità, tanto da essere previsti interventi specifici per il miglioramento delle condizioni animali nell’ambito del piano strategico e ha concluso appoggiando l’iniziativa del Portogallo.
Il nostro Paese, ancora una volta, rema contro importanti riforme volte al miglioramento del benessere animale.
«Il trasporto di animali vivi verso Stati terzi implica viaggi su lunghe distanze, spesso via mare, che possono durare giorni interi. L’Europa è stata a lungo un faro di progresso per la tutela degli animali ma si sta facendo rapidamente surclassare da altri esempi più virtuosi come il Regno Unito e la Nuova Zelanda, che hanno vietato il trasporto via mare di animali vivi. – dichiara Alessandro Ricciuti, presidente di ALI – Nonostante questa doccia fredda, siamo certi che le nostre ragioni saranno ascoltate: le evidenze scientifiche, le tragedie del passato, le violazioni di legge documentate dalle associazioni e la pressione dei cittadini denotano la necessità di un cambiamento urgente della normativa».
Nonostante questo tentennamento verso un cambiamento decisivo nel trasporto degli animali vivi, le parole con cui ha concluso la discussione Kyriakides supportano la visione di un futuro diverso per il benessere animale in Europa:
«Se la scienza e l’esperienza ci dicono che certe pratiche di trasporto sono dannose per il benessere degli animali, che potrebbero anche rappresentare una minaccia per la salute degli animali e, di conseguenza, per la salute umana, credo e sarete d’accordo con me che dobbiamo trovare il modo di adeguare queste pratiche. L’immobilismo non è un’opzione. Il cambiamento è necessario perché il benessere degli animali è una componente fondamentale del nostro sistema di produzione alimentare sostenibile».