Granchio blu, le istituzioni non incentivino la crudeltà verso questi animali

Il ministro Lollobrigida mostra su Instagram un granchio blu vivo davanti a una pentola d’acqua sul fuoco e incentiva la pesca fai-da-te: un messaggio semplicistico e non corretto.

Pubblicato il 30/08/2023
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Il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha mostrato sui social un granchio blu (Callinectes sapidus) vivo molto probabilmente destinato a essere gettato in una pentola di acqua bollente. La scienza ha dimostrato che i crostacei decapodi, ordine di crostacei di cui fa parte anche il granchio blu, sono in grado di provare dolore e la bollitura da vivi rappresenta un’usanza retrograda e violenta, che provoca una morte lenta e dolorosa ed è già stata dichiarata illegale in Svizzera e Nuova Zelanda. Per questo motivo, anche in considerazione dell’evoluzione della sensibilità dei cittadini sul tema del benessere animale, Animal Law Italia invita la politica a non lanciare messaggi distorti e chiede che anche a questi animali sia garantita la minor sofferenza possibile dalla cattura fino all’uccisione.

L’emergenza granchio blu e il video del ministro Lollobrigida

In un video diffuso sul suo profilo Instagram pochi giorni fa, mentre era in vacanza in Puglia, il ministro Lollobrigida mostra alla telecamera un granchio blu ancora vivo, che è stato appena prelevato con una pinza da una vaschetta piena d’acqua, e ne esalta il consumo come alimento, che l’esponente del Governo suggerisce come soluzione all’eccessiva proliferazione di questa specie. Nel filmato, il Ministro spiega che «ogni animale va rispettato», frase che però suona totalmente stonata, dato che alle sue spalle si vede una pentola sul fuoco, che lascia facilmente intuire quale sarà il destino dell’animale.

Le istituzioni non incentivino la sofferenza animale

Le evidenze scientifiche hanno dimostrato la capacità dei crostacei decapodi (quelli con 10 zampe, tra cui astici, aragoste, granchi, gamberi e scampi) di provare dolore, ma molte pratiche comunemente adottate all’interno dell’industria alimentare (quali lo smembramento, la bollitura e la conservazione su ghiaccio da vivi) non sono compatibili con il rispetto del benessere di questi animali e risultano per loro causa di sofferenze.

«Parlando di rispetto per gli animali, ci saremmo attesi che il Ministro ricordasse almeno di uccidere nel modo più rapido e indolore possibile i crostacei prima di buttarli in pentola» – dichiara Alessandro Ricciuti, presidente di Animal Law Italia. «Pur tenendo conto delle problematiche ecologiche e del danno economico causato dall’eccessiva proliferazione delle popolazioni di granchio blu in Italia, è comunque necessario almeno garantire a questi animali il diritto a non soffrire» – prosegue Ricciuti.

La pesca selvaggia non è una soluzione

Animal Law Italia evidenzia un altro aspetto critico nella comunicazione del Ministro: il breve filmato si conclude con un ringraziamento «a tutti coloro che ci daranno una mano a raccoglierlo»: parole che sembrano esaltare la pesca “fai-da-te” e quindi incontrollata, senza regole di questo crostaceo. Invitare i cittadini ad andare in spiaggia muniti di retino per dare la caccia ai granchi blu e correre a gettarli in pentola non può certo rappresentare un reale rimedio per un problema ecologico molto complesso, che richiede interventi strutturali da parte delle istituzioni e non di certo soluzioni così improvvisate e semplicistiche.

«Il rispetto degli animali è una parte fondamentale dell’etica comune che contraddistingue la nostra società: per questo chiediamo alla politica di non lanciare messaggi sbagliati, che incentivano soluzioni fai-da-te che non intervengono alla radice del problema ma provocano soltanto inutili sofferenze a questi animali» — dichiara Ricciuti e prosegue — «Con la nostra campagna Dalla parte dei crostacei chiediamo leggi adeguate e uniformi che proteggano i crostacei decapodi impiegati nell’industria alimentare, dalla cattura fino al consumo».

Redazione

Articolo inserito dalla nostra redazione.

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