Le preoccupazioni che avevamo espresso alcuni mesi fa stanno diventando sempre più concrete. I documenti sulla pianificazione del primo allevamento intensivo di polpi del mondo prevede metodi che causerebbero sofferenza agli animali e conseguenze ambientali non sottovalutabili. È per questo motivo che Eurogroup for Animals, di cui ALI fa parte, e Compassion in World Farming chiedono che questo progetto non venga realizzato e che l’Unione europea non utilizzi fondi pubblici per sostenere questo o altri allevamenti.
Il nuovo report di EfA: Uncovering the horrific reality of octopus farming
Il progetto, presentato alla Direzione Generale della Pesca del Governo delle Isole Canarie dalla società Nueva Pescanova e svelato da Eurogroup for Animals, ha alimentato preoccupazioni giustificate: sono previsti metodi di macellazione che non proteggono dalla sofferenza i polpi, il confinamento di questi animali in vasche piccole e prive di arricchimenti e pratiche che contribuiscono allo sfruttamento eccessivo delle popolazioni di pesci selvatici. I timori di Eurogroup for Animals sono esposti nel nuovo report Uncovering the horrific reality of octopus farming.
I maggiori rischi per il benessere dei polpi in allevamento
Tra le pratiche che metterebbero maggiormente a rischio il benessere dei polpi negli allevamenti ci sarebbero:
- l’uccisione con metodi di raffreddamento in acqua con cristalli di ghiaccio in sospensione (ice slurry), un procedimento che causa dolore, paura e sofferenza considerevoli, oltre a una morte non immediata;
- il confinamento in vasche sottomarine affollate e senza arricchimenti, che si tradurrà in condizioni di scarso benessere e porrà gli animali a rischio di aggressioni, comportamenti territoriali e cannibalismo a causa della natura solitaria dei polpi;
- l’esposizione alla luce 24 ore su 24, per aumentare la riproduzione, ma determinando uno stress eccessivo data l’avversione che questi animali hanno per la luce;
- l’alimentazione con mangimi commerciali contenenti farina e olio di pesce come ingredienti principali, una pratica insostenibile dal punto di vista ambientale e che contribuisce alla pesca eccessiva delle popolazioni selvatiche;
- l’allevamento all’interno di un sistema di acquacoltura land-based, legato a un rischio più elevato di mortalità di massa a causa delle condizioni di sovraffollamento necessarie per essere redditizio, nonché portatore di impatti ambientali negativi derivanti dall’uso eccessivo di energia.
Allevamenti di polpi: non solo isole Canarie
Qualora fosse approvato, l’allevamento delle isole Canarie sarebbe il primo allevamento industriale di polpi al mondo ma non l’unico in programma. Ci sono tentativi di realizzare allevamenti di polpi simili in altre parti del globo, come in Messico e in Giappone. A febbraio, lo Stato di Washington, negli USA, si è attivato a riguardo per vietare l’allevamento del polpo, portando alla recente chiusura dell’unico allevamento di questi animali attivo negli Stati Uniti, il Kanaloa Octopus Farm, con sede alle Hawaii, in risposta alla campagna di Compassion in World Farming.
Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals, ha commentato: «Stabilire ciecamente un nuovo sistema di allevamento senza considerare le implicazioni etiche e ambientali è un passo in tutte le direzioni sbagliate e va contro i piani dell’UE per una trasformazione sostenibile del sistema alimentare. Con l’attuale revisione della legislazione sul benessere degli animali, la Commissione europea ha ora la reale opportunità di evitare le terribili sofferenze di milioni di animali. Non possiamo permetterci di abbandonare gli animali acquatici. Chiediamo all’UE di includere un divieto all’allevamento di polpi prima che veda la luce del giorno, al fine di evitare di far precipitare altri esseri senzienti in un inferno in vita».