Si sono concluse le indagini preliminari sul procedimento penale relativo ai presunti maltrattamenti sugli animali negli stabulari dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, che vede coinvolte 32 persone, prevalentemente dipendenti dell’ateneo calabrese. La Procura ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di gravi reati, tra cui corruzione, falso, truffa ai danni dello Stato e, in particolare, maltrattamento e uccisione di animali utilizzati nelle attività di ricerca.
Secondo l’accusa, all’interno degli stabulari sarebbe stato creato un sistema illecito di gestione delle sperimentazioni, caratterizzato da ripetute violazioni delle norme sul benessere animale previste dal Decreto Legislativo 26/2014.
Gli animali sarebbero stati esposti, senza alcuna necessità e con estrema crudeltà, a condizioni incompatibili con le loro esigenze etologiche, inclusi ambienti con temperatura e ventilazione inadeguate, assenza di isolamento dall’ambiente esterno e condizioni igieniche gravemente carenti. Le indagini hanno evidenziato anche sevizie gratuite, come decapitazioni eseguite senza anestesia preventiva, e una totale mancanza di controlli microbiologici nonostante le frequenti morti anomale.
A rendere ancora più grave la situazione, i membri dell’Organismo preposto al benessere animale (O.P.B.A.) e alcuni veterinari dell’ASP di Catanzaro sono accusati di aver falsamente attestato il rispetto delle procedure e dei protocolli volti a minimizzare la sofferenza degli animali, benché ciò non fosse avvenuto.
Alcuni indagati rispondono inoltre del reato di false informazioni al Pubblico Ministero, avendo fornito dichiarazioni false che avrebbero ostacolato le indagini nel tentativo di nascondere le irregolarità commesse.
Animal Law Italia è rappresentata dall’avv. Francesca Romana Dresda, che ringrazia per l’impegno profuso. L’associazione continuerà a seguire attentamente la vicenda, con l’obiettivo di costituirsi parte civile nel caso di un eventuale rinvio a giudizio.