Chiedere che gli animali siano considerati esseri senzienti e non più “cose” dalla legge italiana significa anche riuscire finalmente a vietare il circo con animali nel nostro Paese. Questo è il motivo per cui il superamento di questa tipologia di spettacolo è tra le richieste della nostra campagna Esseri senzienti, non oggetti. Se il rispetto per gli animali — o il buon senso — ci portano ad affermare che le performance che prevedono l’uso di animali non siano più eticamente tollerabili, come si sono espressi a riguardo gli scienziati? Qual è la posizione di veterinari, etologi e biologi?
La posizione della Federazione Veterinari Europei e della FNOVI
Nel 2017, la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI) aveva inviato all’allora presidente del Senato, Pietro Grasso, alla 7ª Commissione permanente del Senato, al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, e alla Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, la propria opinione ufficiale sul Disegno di Legge del Governo 2287-bis. Quest’ultimo prevede una graduale eliminazione degli animali dagli spettacoli circensi.
La FNOVI dichiarava:
«Come professione medica, quindi basata sulle conoscenze scientifiche, ma anche come esseri umani e quindi responsabili della tutela degli animali che possediamo, ci appare evidente che gli animali, in particolare se selvatici, non possano essere detenuti per scopi ludici dell’uomo».
La Federazione italiana si poneva così in linea con la revisione del Codice deontologico del 2006 e con le conclusioni espresse nel documento A review of the welfare of the wild animals in circuses, redatto da Stephen Harris, Graziella Iossa e Carl D. Soulsbury della School of Biological Sciences dell’Università di Bristol.
Inoltre già nel 2015, la Federazione Veterinari Europei — l’organizzazione che comprende le associazioni veterinarie di 38 Paesi europei — aveva espresso la propria posizione contro il circo con animali, raccomandando a:
«Tutte le autorità europee e nazionali competenti di vietare l’utilizzo di mammiferi selvatici nei circhi itineranti in tutta Europa poiché non esiste affatto la possibilità che le loro esigenze fisiologiche, mentali e sociali possano essere adeguatamente soddisfatte».
La differenza tra animali selvatici, domestici e ammaestrati
Un primo passo per comprendere meglio il punto di vista scientifico sulla necessità di vietare l’uso di animali nel circo è conoscere la differenza tra animali selvatici, domestici e ammaestrati.
Partiamo dal capire cos’è la domesticazione: è la selezione artificiale che l’uomo ha operato su animali (e piante) che potevano essergli in qualche modo utili. È un processo antico, che affonda le proprie radici nella Preistoria, e che per le specie attualmente considerate addomesticate ha richiesto migliaia di anni. Una specie animale si considera addomesticata quando ha subìto modifiche genetiche che ne alterano l’aspetto, la fisiologia e il comportamento. Basti pensare alle differenze tra lupo (Canis lupus) e cane (Canis lupus familiaris).
Un animale selvatico, invece, è un animale che non è stato addomesticato e vive libero, nel proprio habitat.
Quelli che vediamo nei circhi sono animali selvatici catturati e costretti alla cattività oppure nati già in queste condizioni. Le performance in cui si esibiscono sono frutto di un addestramento: sono compiti insegnati — con metodi che possono essere coercitivi — e non comportamenti tipici della specie coinvolta.
Alcuni sostenitori delle attività circensi sostengono che la detenzione in cattività per generazioni e il contatto con gli esseri umani siano assimilabili alla domesticazione. Gli scienziati su questa obiezione sono chiari: la domesticazione è un processo lungo che richiede la selezione di tratti specifici per molte generazioni successive. In termini di tempo, questo si traduce in molte decine fino a centinaia di anni, a seconda del rigore nella selezione dei suddetti tratti e del tasso di riproduzione.
Questo non è sicuramente il caso dei circhi.
Come vivono gli animali del circo?
Quali sono le condizioni in cui vivono gli animali in un circo e in quale modo compromettono il loro benessere? Uno degli allegati del report di Eurogroup for Animals sui circhi, firmato da esperti in ecologia, genetica, zoologia e veterinaria, indica tra le principali condizioni della detenzione nei circhi di animali selvatici incompatibili con il benessere:
- lo spazio ristretto, infatti gli animali trascorrono la maggior parte del tempo chiusi in spazi confinati e solo l’1-9% della loro giornata è dedicata agli allenamenti e alle esibizioni;
- la separazione dei cuccioli dalle madri, per renderli mansueti e facilitare l’addestramento. Questa operazione, però, aumenta i comportamenti correlati allo stress e produce risposte allo stress prolungate e intense. Tali effetti possono presentarsi fino all’età adulta portando, tra le altre conseguenze, a comportamenti aggressivi;
- le interazioni sociali limitate, che impediscono l’instaurarsi di normali dinamiche sociali e influenzano così, in maniera significativa, comportamento, benessere e riproduzione;
- i viaggi frequenti, gli animali selvatici mostrano segni di disagio comportamentale e fisiologico durante gli spostamenti;
- l’addestramento e le esibizioni, i dati disponibili mostrano che le performance in presenza di pubblico possono causare forte stress negli animali selvatici. Contribuiscono a questo stato i movimenti limitati, l’illuminazione artificiale, l’esposizione a suoni o rumori intensi, a odori sgradevoli e a temperature non ideali. Inoltre il training basato su punizioni e paura aggrava le condizioni in cui versano gli animali in un circo.
Risulta evidente quanto sia necessario arrivare al più presto al divieto di animali nel circo e a un passaggio, anche graduale, a spettacoli in cui a esibirsi siano solo animali umani.
Puoi aiutarci a raggiungere questo obiettivo firmando e condividendo la nostra petizione Esseri senzienti, non oggetti.