Fur Free Europe: l’iniziativa si conclude in anticipo con oltre 1,7 milioni di firme

L'iniziativa dei cittadini europei per vietare gli allevamenti di animali da pelliccia e la vendita di prodotti in pelliccia, con le sue cifre record, è un messaggio forte per la Commissione europea.

Pubblicato il 02/03/2023
cynoclub/iStock

Un risultato incredibile che mostra chiaramente la direzione che i cittadini europei desiderano per il loro paese: un’Europa in cui gli allevamenti di animali da pelliccia siano vietati e la vendita dei prodotti in pelliccia sia una volta per tutte messa al bando. Lo stanno chiedendo oltre 1,7 milioni di persone, firmatarie dell’iniziativa Fur Free Europe che ieri, 1 marzo 2023, si è conclusa in anticipo. La data prevista era, infatti, il 18 maggio 2023.

Il successo di Fur Free Europe

L’iniziativa dei cittadini europei (ICE) Fur Free Europe è stata lanciata nel maggio 2022 da Eurogroup for Animals e ha ricevuto il sostegno di oltre 80 organizzazioni da tutta Europa.
La volontà dei cittadini è stata chiara sin dall’inizio: sono state raccolte 50.000 firme già nel giorno del lancio, in seguito siamo arrivati a oltre 1.000.000 firme in meno di 7 mesi, con il target raggiunto il 5 dicembre 2022. E oggi, a due mesi e mezzo dal termine ufficiale, abbiamo 1.701.892 adesioni.
Un numero che permette di avere un margine di sicurezza per il raggiungimento di 1 milione di firme convalidate, la soglia da superare affinché la proposta arrivi alla Commissione europea.
Un altro traguardo è stato oltrepassare la soglia minima assegnata ai paesi in ben 21 Stati membri (il limite minimo è di 7 paesi): in Italia siamo arrivati alle 53.580 adesioni minime il 2 febbraio 2023, in meno di 9 mesi.
Perché chiudere in anticipo la petizione? Una scelta dettata dal potenziale impatto che potrebbe esercitare questa ICE sull’imminente revisione della legislazione dell’Unione europea sul benessere degli animali.

Fur Free Europe e il suo impatto sulla revisione della legislazione europea sul benessere animale

La Commissione europea, entro la fine del 2023, avanzerà una proposta volta a migliorare la legislazione dell’UE sul benessere degli animali, al fine di allinearla alle più recenti conoscenze scientifiche. Nella proposta della Commissione, grazie al successo dell’ICE Fur Free Europe, potrebbe trovare posto l’inclusione del divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce e di commercializzazione dei prodotti in pelliccia. Un’istanza importante, in quanto risulta impossibile soddisfare le più basilari esigenze etologiche di questi animali nei sistemi di allevamento, poiché selvatici.
Inoltre, considerando che le importazioni di prodotti animali dovrebbero seguire gli standard dell’UE, l’ICE chiede anche il divieto di immettere sul mercato europeo prodotti di pelliccia d’allevamento. Non vogliamo esportare crudeltà in paesi terzi: lavoriamo affinché le sofferenze degli animali allevati per le loro pellicce presenti in tutto il mondo abbiano fine.

La proposta inizia il suo iter verso il Parlamento europeo

Quello di oggi è un giorno da celebrare, un risultato che passerà alla storia per la tutela degli animali.
«Non potrei essere più orgogliosa dei nostri sforzi congiunti — commenta Reineke Hameleers, CEO, Eurogroup for Animals — Questa iniziativa dei cittadini ha acquisito slancio fin dal primo giorno e dimostra che i cittadini europei, rappresentati da tutte le organizzazioni coinvolte, stanno inviando un messaggio cristallino alla Commissione europea: è giunto il momento per un’Europa senza pellicce. L’allevamento di animali da pelliccia rappresenta un enorme punto cieco morale e, con la nuova legislazione sul benessere degli animali in arrivo, la Commissione europea ha l’opportunità di porre fine a questa inutile sofferenza una volta per tutte».
Si chiude la raccolta firme, ma l’ICE dovrà superare le fasi successive: entro un mese gli ufficiali dell’Unione europea incontreranno i delegati che hanno presentato la petizione, entro 3 mesi avranno un’audizione pubblica al Parlamento europeo per spiegare l’iniziativa ed entro 6 mesi la Commissione emetterà una risposta formale, spiegando perché proporrà o meno una nuova legge basata sulla proposta.
«È emozionante vedere che Fur Free Europe non ha avuto bisogno dell’intero anno disponibile per raccogliere le firme richieste, dimostrando che la questione è chiaramente una priorità per i cittadini europei. — dichiara Anja Hazekamp, membro del Parlamento europeo (Party for the Animals, NL) e presidente del gruppo di lavoro di Fur Free Europe, Intergruppo sul Benessere e la Conservazione degli Animali — Terminato il processo di convalida, inizierà quello parlamentare. In qualità di presidente del gruppo di lavoro Fur Free Europe al Parlamento europeo, sono onorata di guidare il processo e assicurarmi che le richieste dei cittadini vengano ascoltate e che possiamo finalmente porre fine alle pellicce in Europa».

Anche noi di ALI festeggiamo la chiusura anticipata di questa ICE, consapevoli della strada percorsa e forti del sostegno di chi si è voluto unire a noi per costruire un’Europa senza pellicce. «I numeri parlano chiaro. — aggiunge Alessandro Ricciuti, presidente di ALI — I cittadini chiedono che nessun animale sia più ucciso sul territorio europeo per produrre pellicce e che quest’ultime siano definitivamente consegnate alla storia e non vengano più impegnate all’interno dell’industria europea. Si tratta di una scelta che prescinde da valutazioni sul possibile miglioramento del benessere animale e che fa comprendere come i cittadini orientino in modo crescente le proprie scelte anche in base a considerazioni etiche. Si tratta di un messaggio forte, chiaro e travolgente che non potrà essere ignorato. Siamo certi che tra non molti anni riguarderemo a questo giorno come al punto di svolta che farà strada alla definitiva abolizione di questa pratica crudele anche nel resto del mondo».

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