Una nuova indagine di Essere Animali documenta le condizioni degli allevamenti di quaglie

Gli investigatori dell’organizzazione hanno ripreso gabbie sovraffollate e animali sofferenti in due allevamenti del nord Italia.

Pubblicato il 08/11/2022
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La coalizione italiana End the Cage Age ha diffuso la nuova indagine, realizzata dal team investigativo di Essere Animali, che documenta le condizioni di due allevamenti di quaglie. Gli stabilimenti si trovano in Lombardia e Veneto, le regioni italiane con il maggior numero di allevamenti di questa specie.

Gli allevamenti di quaglie e le condizioni documentate

L’allevamento di quaglie è poco conosciuto in Italia. Finalizzato alla produzione di uova e carne, coinvolge un numero di animali considerevole: nel 2021, nel nostro Paese, sono state macellate oltre 8,5 milioni di quaglie (dati BDN, Banca Dati Nazionale del Ministero della Salute).
Le immagini condivise da Essere Animali mostrano condizioni che certamente non rappresentano un esempio di benessere animale: le quaglie (Coturnix coturnix japonica) sono allevate all’interno di capannoni, rinchiuse in gabbie spoglie e prive di arricchimenti ambientali, delle dimensioni di circa 1 metro di lunghezza per 0,5 metri di larghezza, disposte in serie una a fianco all’altra e su più piani. All’interno di ciascuna gabbia sono ammassate circa 50 quaglie che, una volta raggiunta la maturità sessuale, risultano avere a disposizione ognuna una superficie di soli 100 cm2. Un’area di 10 cm x 10 cm per un uccello che può arrivare a dimensioni di 17-19 cm di lunghezza e un peso di 200 grammi (il peso di una quaglia da carne quando viene inviata al macello).

Il comportamento delle quaglie in natura

In natura le quaglie vivono a terra, in campi erbosi, terreni coltivati e prati. Si nutrono, nidificano e dormono a terra.
Si spostano camminando, correndo da un riparo all’altro nell’erba alta oppure compiono piccoli voli, soprattutto per fuggire quando sono spaventate, e si nascondono nella vegetazione se avvertono un pericolo. Se celarsi dietro a un cespuglio non funziona, si alzano rapidamente in volo per evitare un possibile predatore e ridiscendono nell’erba in un punto più lontano.
Questi animali hanno la necessità di fare bagni di sabbia per rimuovere parassiti e mantenere in buone condizioni il loro piumaggio.
Per nidificare, scavano un piccolo solco nel terreno e lo rivestono con erba secca.
Le quaglie esplorano, razzolano e becchettano alla ricerca di cibo per la maggior parte del tempo in cui sono attive. In inverno vivono solitamente in gruppi più o meno numerosi e poi, nella stagione riproduttiva, molte di esse formano coppie.
Quella appena descritta è una vita decisamente diversa rispetto a un’esistenza trascorsa in gabbia.

La vita delle quaglie negli allevamenti ripresi dalle telecamere di EA

Le immagini raccolte da Essere Animali mostrano un elevato numero di esemplari privi di parte del piumaggio e alcuni animali agonizzanti o morti all’interno delle gabbie. Inoltre, ogni volta che sono spaventate, ad esempio all’entrata del personale in allevamento, le quaglie tentano di fuggire e istintivamente spiccano il volo, colpendo con la testa il piano superiore delle gabbie, la cui altezza è di soli 20 cm. Così rischiano di ferirsi gravemente.
Un’altra caratteristica delle gabbie che aumenta il malessere delle quaglie è la pavimentazione in rete metallica, possibile causa di malformazioni e ferite alle zampe e conseguenti infezioni. La maglia metallica può essere anche una trappola per i pulcini, che possono rimanervi incastrati con le zampe.

Liberiamo anche le quaglie dalle gabbie

Lo scorso 30 giugno 2021, la Commissione europea si è impegnata a vietare definitivamente l’uso delle gabbie negli allevamenti entro il 2027. Entro il 2023 verrà presentata una proposta legislativa per avviare la transizione e la graduale dismissione. Un risultato straordinario ottenuto grazie ai 1,4 milioni di persone che hanno firmato l’iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age, la prima riguardante le condizioni degli animali negli allevamenti intensivi a raggiungere questo obiettivo.

La coalizione End the Cage Age, di cui ALI fa parte, commenta: «Nell’Unione europea, milioni di animali allevati a scopo alimentare sono ancora rinchiusi in gabbia. È giunto il momento di vietare questo crudele metodo di allevamento. Il ruolo dell’Italia e del nuovo Governo italiano può essere fondamentale in questo importante passo di civiltà. Chiediamo a Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e a Orazio Schillaci, Ministro della Salute di prendere una posizione netta contro l’utilizzo delle gabbie, sostenendo l’impegno preso dalla Commissione europea e promuovendo anche a livello nazionale l’adozione di una normativa che ne vieti l’utilizzo».

Anche tu puoi aiutarci, firmando l’appello indirizzato alla Presidentessa del Consiglio, al Ministro delle Politiche agricole e al Ministro della Salute. Chiediamo insieme che l’Italia sostenga a livello europeo la richiesta di vietare l’allevamento in gabbia nell’Unione europea in tutte le sedi opportune, a cominciare da quella del Consiglio dell’Unione europea, e che adotti ogni opportuno strumento, legislativo ed economico, per favorire e realizzare al più presto la transizione a sistemi di allevamento senza gabbie.

Firma il nostro appello per l’abolizione delle gabbie in Italia e in Europa!

Redazione

Articolo inserito dalla nostra redazione.

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