«È un risultato di grande valore, che può segnare in positivo le sorti della Nature Restoration Law e prepara i prossimi passaggi al Parlamento europeo».
Lo dichiarano, dopo l’approvazione della legge da parte del Consiglio Affari Energia dell’UE, le 28 organizzazioni — tra cui Animal Law Italia — che nei giorni scorsi hanno scritto al Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, chiedendo il sostegno dell’Italia alla proposta di regolamento europeo. Hanno votato contro Italia, Polonia, Belgio, Paesi Bassi, Austria, Finlandia e Svezia. Il nostro Paese ha espresso perplessità riguardo l’attuale testo, che non fornirebbe garanzie di efficacia e applicabilità, e la disponibilità di risorse finanziare per il recupero degli ecosistemi degradati.
Il voto della Commissione Ambiente del 15 giugno
Il 15 giugno 2023 la Nature Restoration Law è stata votata in Commissione Ambiente del Parlamento europeo.
Nei giorni precedenti c’era stata l’opposizione del Partito Popolare Europeo (PPE), con il suo presidente, Manfred Weber, che ha chiesto il rigetto completo della legge e ha presentato un emendamento soppressivo. Quest’ultimo ha registrato una perfetta parità e, in base al Regolamento della Commissione, è stato rigettato.
Si è così passati al voto di ogni singolo emendamento e la legge è andata avanti. Infine il voto è stato sospeso, per via dei lavori previsti in Plenaria, e il resto degli emendamenti è stato rimandato a martedì 27 giugno. E quindi giunto il giorno della seduta del Consiglio Affari Energia dell’UE, riunito a Lussemburgo ieri, 20 giugno 2023.
Nature Restoration Law: il via libera dei ministri europei
Come riportato da RaiNews, sembra che durante il consiglio di ieri la presidenza svedese sia riuscita a raggiungere il consenso su un testo che introduce un lungo elenco di flessibilità rispetto alla proposta originaria della Commissione europea. Il suo impegno sarà presentare una relazione, dopo l’entrata in vigore del regolamento, in cui compie una panoramica di tutte le risorse finanziarie disponibili a livello UE per le azioni di recupero degli ecosistemi, rispondendo in qualche modo ai timori dell’Italia e degli altri Stati contrari.
La natura europea ha bisogno di rigenerazione
Animal Law Italia, insieme alle 27 associazioni che avevano inviato una lettera al ministro dell’Ambiente per chiedergli di sostenere la Nature Restoration Law, commenta: «Avevamo chiesto al Ministro Pichetto Fratin di sostenere la legge, sottolineando che la sua approvazione non solo non comporterebbe contraccolpi per l’economia ma le darebbe molti stimoli nuovi, come quelli che vengono da una natura ripristinata, un territorio rigenerato, ecosistemi in salute e in grado di produrre servizi di qualità».
Le associazioni proseguono: «Nel Consiglio dell’Ue di ieri il Ministro Fratin ha preferito evidenziare i rischi, infondati, che deriverebbero per l’agricoltura e la pesca, ma non ha potuto non sottolineare la bontà della proposta di legge e la sua importanza, aggiungendo la richiesta di un finanziamento specifico per la sua attuazione che è esigenza certamente condivisibile».
C’è tempo affinché, in vista del Trilogo previsto per l’autunno, l’Italia cambi posizione e si allinei a quei paesi che vedono nella natura e nella conversione ecologica l’unica strada per un futuro di sicurezza e benessere e, giustamente, individuano nella Nature Restoration Law uno degli strumenti per metterlo in atto. Il Trilogo è un tipo di incontro adoperato nella procedura legislativa dell’Unione europea che vede coinvolti i rappresentanti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione. Lo scopo è quello di fare in modo che il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE, con la mediazione della Commissione, raggiungano più rapidamente un accordo all’interno della procedura legislativa ordinaria.
Le 28 associazioni concludono: «Intanto, rivolgiamo un appello specifico ai membri italiani della Commissione Ambiente del Parlamento europeo: il 27 giugno, con la seconda parte del voto degli emendamenti, votino a favore della natura e degli emendamenti che la favoriscono. È un voto di saggezza, richiesto dalla gravità della crisi ambientale in atto e dalle grandi opportunità che vengono da una natura finalmente rigenerata».