World Octopus Day: le ONG si uniscono per chiedere all’Europa di vietare l’allevamento di polpi

Nella giornata mondiale del polpo, le ONG di tutto il mondo si schierano contro l'allevamento di questi animali affascinanti ed estremamente intelligenti.

Di Alessia Colaianni
Pubblicato il 08/10/2022
wrangel/iStockphoto

Le organizzazioni non governative di tutto il mondo hanno unito le forze in occasione del World Octopus Day, la giornata mondiale del polpo che si celebra l’8 ottobre, per chiedere all’Europa che sia vietata la pratica crudele e non sostenibile dell’allevamento di polpi.

La lettera indirizzata alla Commissione europea per dire no all’allevamento di polpi

Eurogroup for Animals e altre trentasei ONG hanno sottoscritto una lettera condivisa, indirizzata alla Commissione Europea, in cui hanno sottolineato con preoccupazione che i polpi sono “particolarmente inadatti all’allevamento e che ci sono gravi problemi di sostenibilità e benessere animale associati allo sviluppo di questo tipo di attività”. La coalizione ha anche segnalato che permettere questa pratica sarebbe in conflitto con la stessa strategia europea per la produzione sostenibile di cibo e richiede un divieto per l’importazione di prodotti derivati dall’allevamento di polpi.

L’azione segue gli annunci della compagnia Nueva Pescanova che sta pianificando di aprire il primo allevamento commerciale di polpi a Las Palmas de Gran Canaria, un progetto reso noto lo scorso anno.

Il report Octopus Farming – A Recipe for Disaster

Il report Octopus Farming – A Recipe for Disaster” (Allevare polpi – Una ricetta per il disastro), diffuso da Compassion in World Farming, mostra come i polpi siano animali selvatici intelligenti, senzienti, che soffrirebbero profondamente le condizioni innaturali dell’allevamento. Solitari in natura, questi affascinanti animali solitamente vivono e cacciano per proprio conto. Rinchiuderli in vasche li sottoporrebbe ad alti livelli di stress che, a loro volta, potrebbero condurre ad aggressività e persino al cannibalismo.

Inoltre il costo dell’allevamento di polpi sarebbe alto e insostenibile per l’ambiente. I polpi sono animali carnivori e, per essere mantenuti in vita prima dell’uccisione, dovrebbero essere nutriti con ingenti quantità di prodotti a base di pesce usati per l’alimentazione umana. Infatti, per produrre un chilogrammo di carne di polpo, ci vogliono di tre chili di fauna marina: in questo modo aumenterebbe l’overfishing e la pressione sugli altri ecosistemi marini.

È tempo di chiudere gli allevamenti, non di estenderli

All’inizio di questa settimana il Parlamento europeo ha fatto proprio il report del suo membro Clara Aguilera, Striving for a sustainable and competitive EU aquaculture: the way forward (Verso un’acquacoltura europea sostenibile e competitiva: la via da seguire). Questo voto è stata un’occasione persa per richiedere un divieto sull’introduzione di nuove specie carnivore, come i polpi, nel sistema degli allevamenti industriali.

Elena Lara, Research Manager di Compassion in World Farming e autrice del report “Octopus Farming – A Recipe for Disaster“, afferma: “In questo World Octopus Day noi dovremmo celebrare questi incredibili animali selvatici, invece che permettere che vengano confinati in un allevamento. È tempo di chiudere gli allevamenti – non di estenderli. I polpi sono esseri senzienti, molto intelligenti, che sentono dolore e distress. Non dovrebbero mai essere forzati a vivere insieme in allevamenti, mentre il resto della fauna marina viene decimata per crescerli. L’Unione europea deve vietare l’allevamento di polpi e di altri cefalopodi per assicurare che questa pratica crudele non venga sviluppata! ”.

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni

Giornalista e divulgatrice scientifica, già responsabile comunicazione di ALI (ottobre 2022 - dicembre 2023).

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