Dal 7 al 10 agosto scorso ho avuto la possibilità di partecipare all’8° edizione annuale della Summer School on Animal Ethics, realizzata dal Centre for Animal Ethics dell’Università di Oxford. Ogni anno, studenti e professionisti provenienti da vari Paesi si riuniscono presso il Merton College della cittadina inglese per presentare l’oggetto della propria ricerca ai colleghi, invitandoli alla riflessione e stimolando il confronto.
La proiezione di The Animal Thing
La cerimonia si è aperta con la proiezione in anteprima del film The Animal Thing, diretto da Adam Linzey, un documentario che racconta la storia di Andrew Linzey, teologo, pioniere dei diritti degli animali e direttore del Centre for Animal Ethics e la sua determinazione nell’aver dedicato la propria vita alla lotta per garantire un adeguato status agli animali: «è necessario separarsi dall’idea che gli animali siano cose, macchine, risorse pronte all’uso, per abbracciare l’idea che, in quanto esseri senzienti, abbiano un valore intrinseco, una dignità e dei diritti», è una delle frasi che meglio racchiude l’essenza del suo pensiero.
Il ruolo dei media nel dibattito pubblico sugli animali
La tematica di questa edizione è stata Animals and the Media: Communicating Ethical Perspectives on Animals: gli elaborati presentati dagli speaker andavano a evidenziare l’importanza del ruolo ricoperto dai media nella percezione del benessere animale. Si tratta di un argomento di ampio respiro che si presta a un’analisi da diversi profili – etico, filosofico, giuridico, politico – permettendo ai partecipanti di arricchire la propria conoscenza dell’argomento grazie a un approccio multidisciplinare della materia.
La ONG svizzera Tier im Recht (TIR) ha evidenziato l’importanza di cavalcare l’onda dei trend dei social network attraverso l’utilizzo di immagini provocatorie e a forte impatto visivo per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di leggi più severe sul benessere animale: in una delle foto pubblicate sui canali social dell’associazione e affissa sui tabelloni pubblicitari della città di Zurigo, si vede ritratto un cavallo — creato per mezzo di CGI, Computer-generated imagery, quindi realizzato con appositi software — con la celebre parrucca dei giudici inglesi e la didascalia «Se gli animali fossero i giudici, le pene per i reati contro di essi sarebbero più severe». O ancora, la foto di un coniglio rinchiuso in un sacchetto della spazzatura con la dicitura «Finché alcuni animali saranno trattati come spazzatura, ci sarà bisogno di noi».
Sono stato molto incuriosito dall’intervento della professoressa Margarita Carretero-Gonzalez dell’Università di Granada, la quale ha focalizzato l’attenzione sull’importanza di messaggi positivi per la promozione del veganesimo e la sensibilizzazione dei cittadini sul benessere animale: secondo gli studi avanzati da Carretero-Gonzalez, la visione di film che promuovono la bellezza del rapporto tra esseri umano e animale hanno un impatto migliore e sono più facilmente seguiti e assimilati rispetto a quelli con immagini forti e cruente, che spesso finiscono per far allontanare lo spettatore.
Camille Labchuck, Executive Director di Animal Justice Canada, ha evidenziato come l’industria della carne abbia fortemente investito in pubblicità, pubbliche relazioni e media in modo da presentarsi agli occhi della comunità come un’industria in grado comunque di garantire adeguato benessere agli animali sia durante l’allevamento che per il trasporto e l’uccisione, e ha fornito consigli su come sfuggire alla manipolazione dei media.
Oleksandra Fotina, studentessa della facoltà di Agraria dell’Università di Kiev, ha invece rimarcato il ruolo positivo ricoperto dai media nel proprio paese, a partire dal 24 febbraio 2022, data dell’invasione russa, per quanto concerneva la situazione degli animali in una tale emergenza: numerosi articoli di giornale hanno fornito indicazioni circa le modalità di evacuazione degli animali e su come preparare uno zaino d’emergenza per non far mancare loro tutto il necessario. I social media hanno anche dato rilievo al duro lavoro dei volontari che hanno deciso di aiutare a evacuare migliaia di animali rimasti in trappola nelle zone maggiormente colpite: attraverso questi canali, molte associazioni, tra cui la ONG UAnimals, sono riuscite a rendere il processo di salvataggio più celere ed efficace, chiedendo e offrendo aiuto e condividendo informazioni circa animali bisognosi di cure.
La mia esperienza di volontario, studente e attivista
Personalmente, ritengo che la partecipazione a un evento globale sulla giustizia e l’etica animale come la Oxford Animal Ethics Summer School sia un’esperienza da non perdere per chi ha l’obiettivo di contribuire alla lotta per i diritti degli animali: l’interdisciplinarietà della materia e la convergenza verso un unico luogo di studiose/i e professioniste/i provenienti da ogni angolo del mondo, con background diversi e complementari tra loro, è stata fonte di arricchimento personale e grande ispirazione per continuare a battermi per la causa.