Accattonaggio con animali

Classificazione: Zona grigia
Problematiche che possono configurare un illecito.

L’accattonaggio con animali a seguito è una pratica che prevede lo sfruttamento di animali, di solito di affezione o esotici, per attirare l’attenzione dei passanti e suscitare la loro compassione con l’obiettivo di ottenere elemosine. Questa pratica suscita un acceso dibattito, in quanto mette in evidenza un conflitto tra i diritti degli animali e le necessità delle persone in difficoltà. Inoltre, si fa presente che l’animale potrebbe essere effettivamente l’unico compagno di vita per il soggetto che svolge tale pratica e che tentare di impedirne l’utilizzo, ad esempio attraverso il sequestro, sia una soluzione umanamente inaccettabile.

Tuttavia, al di là della presenza o meno di un rapporto affettivo, il focus dovrebbe essere sempre il benessere dell’animale, che in questi casi è difficile garantire. Gli animali sono infatti soggetti alle intemperie e sono spesso detenuti in condizioni incompatibili con le loro caratteristiche etologiche (si pensi ad un cane costretto a rimanere fermo sull’asfalto per ore), fino ad arrivare a casi di maltrattamento e uso di sedativi.

INDICE

Aspetti legali

In Italia, a livello nazionale, non esiste ancora una norma specifica che vieti l’accattonaggio con animali al seguito. Tuttavia, questa pratica è oggetto di regolamentazione a livello locale, con numerose leggi regionali e regolamenti comunali per la tutela del benessere animale. Tali normative prevedono generalmente sanzioni pecuniarie per chi utilizza animali nell’accattonaggio e, in alcuni casi, dispongono la confisca dell’animale per proteggerlo da condizioni di vita inadeguate.

È importante sottolineare che, al di là delle normative locali, nel caso in cui l’animale venga detenuto in condizioni incompatibili con il suo benessere o sottoposto a sofferenze fisiche o psicologiche, potrebbero configurarsi reati previsti dal Codice Penale. In particolare, il reato di maltrattamento di animali e/o quello di detenzione incompatibile con la natura dell’animale (art. 727 c.p.).

L’articolo 544-ter c.p. punisce chiunque, per crudeltà e senza necessità, cagioni lesioni a un animale o lo sottoponga a sevizie, comportamenti, fatiche o lavori insopportabili rispetto alle sue caratteristiche etologiche. La pena prevista è la reclusione da tre a diciotto mesi o una multa da 5.000 a 30.000 euro.

Il secondo comma dello stesso articolo stabilisce che le medesime pene si applichino a chi somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate o li sottopone a trattamenti che causano danni alla loro salute. Questo riguarda anche pratiche purtroppo diffuse nell’accattonaggio con animali, come l’uso di sedativi per mantenere gli animali docili o immobili per lunghi periodi, comportamento che non solo compromette il benessere fisico, ma può causare anche gravi danni psicologici.

In aggiunta, se l’animale viene utilizzato in condizioni che arrecano sofferenza, come l’esposizione prolungata al caldo, al freddo o a situazioni di stress, si potrebbe configurare il reato di detenzione incompatibile con la natura dell’animale ai sensi dell’art. 727 c.p., che punisce chi detiene animali in condizioni che ne causano gravi sofferenze con l’arresto fino a un anno o con un’ammenda fino a 10.000 euro.

Cosa puoi fare

Nel caso in cui ti imbatti in situazioni in cui uno o più animali sono sfruttati per l’accattonaggio, è importante agire con sensibilità e consapevolezza. Prima di tutto, verifica attraverso una semplice ricerca online se esistono norme comunali o regionali che vietano questa pratica. In caso affermativo, e se l’animale sembra in condizioni di sofferenza o maltrattamento, ti consigliamo di segnalare immediatamente l’accaduto alla Polizia Locale, fornendo dettagli precisi sul luogo, l’orario e le condizioni dell’animale. Un’alternativa utile è contattare le Guardie Zoofile locali, se presenti.

È importante evitare di offrire denaro, poiché ciò potrebbe incentivare ulteriormente questa pratica. Un gesto più utile e mirato è offrire cibo o beni di prima necessità, sia per il sostentamento dell’animale sia per quello del detentore. Questo approccio può aiutare senza alimentare il problema.

Se la situazione lo consente, prova a dialogare con il detentore dell’animale. Cerca di far emergere le problematiche legate al benessere dell’animale, come l’esposizione prolungata alle intemperie o la mancanza di cure adeguate. Mantieni un tono rispettoso e comprensivo, tenendo presente che molte persone che ricorrono a questa pratica vivono in condizioni di estrema difficoltà.

Infine, per contribuire a un cambiamento a lungo termine, sensibilizza amici e conoscenti sull’argomento. Informarli sulle problematiche legate all’accattonaggio con animali può aiutare a creare maggiore consapevolezza e spingere verso soluzioni collettive più efficaci.

Approfondimenti

Questa sezione contiene informazioni più dettagliate, che possono essere utilizzate come base di partenza per approfondire la tematica.

Secondo il Censimento Permanente della Popolazione e delle Abitazioni svolto dall’Istat nel 2021, le persone senza fissa dimora nel Paese sono oltre 150.000, di cui circa 50.000 vivono effettivamente per strada. Tra questi, molti condividono la propria vita con uno o più animali. 

Per numerosi senzatetto, gli animali domestici non sono semplicemente compagni di vita, ma rappresentano una fonte di conforto, compagnia e un senso di scopo in un mondo spesso spietato. Questo legame è profondamente significativo, soprattutto considerando la solitudine e l’isolamento che spesso accompagnano la mancanza di una dimora stabile. 

Tuttavia, la maggior parte dei rifugi per senzatetto in Italia non ammette animali domestici e molti di essi preferiscono rimanere in strada piuttosto che separarsi dal loro fedele amico. In alcune città, sono state avviate iniziative per affrontare questa problematica. Ad esempio, la Caritas di Catania ha promosso stalli in rifugi, associazioni e presso volontari per ospitare temporaneamente gli animali dei clochard, permettendo così ai proprietari di accedere ai servizi di accoglienza senza doversi separare dai loro compagni a quattro zampe. 

Regolamenti locali

Ancona – Il “Regolamento Comunale per la Tutela del Benessere degli Animali e la loro Convivenza con i Cittadini” del Comune di Ancona, approvato con Delibera del Consiglio Comunale n. 37 del 4 aprile 2017, all’articolo 11 stabilisce che: “Al fine di tutelare la salute e il benessere degli animali, è vietato esibire o utilizzare animali, di qualsiasi specie ed età, per la pratica dell’accattonaggio. Oltre alla sanzione amministrativa prevista dal presente Regolamento (da euro 77 a euro 500), gli animali, su segnalazione degli organi di vigilanza competenti, sono sottoposti dal Servizio Veterinario dell’ASUR a:

  • osservazione sanitaria e profilassi veterinarie;
  • registrazione segnaletica, ove prevista;
  • identificazione mediante applicazione di microchip, ove prevista;
  • successiva restituzione al legittimo proprietario.”

Ferrara –  Il “Regolamento Comunale sulla Tutela degli Animali” del Comune di Ferrara, approvato con Delibera del Consiglio Comunale P.G. n. 66255/08 del 24 novembre 2008 e modificato con Delibera P.G. n. 22394/17 del 27 marzo 2017, all’articolo 15 dispone: “È fatto assoluto divieto di detenere o utilizzare animali di qualsiasi specie ed età per la pratica dell’accattonaggio. Qualora sussistano condizioni di maltrattamento accertate da un medico veterinario, gli animali saranno confiscati e, dopo una completa riabilitazione, dati in adozione a coloro in possesso di adeguati requisiti.”

Milano: Il “Regolamento Comunale per il Benessere e la Tutela degli Animali” del Comune di Milano, all’articolo 14, comma 1, prevede il divieto di: “Esercitare la pratica dell’accattonaggio esibendo animali.”

Tuttavia, sono escluse dal divieto le persone che dimostrino che l’animale è un “compagno di vita” e che ne garantiscano condizioni di vita conformi al regolamento. In assenza di documenti e microchip, il cane viene ricoverato presso il canile sanitario ed il detentore deve produrre i documenti di proprietà. La mancata osservanza della norma prevede sanzioni che variano da 40 a 240 euro.

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Scheda a cura di: Arianna Di Bono.
Ultimo aggiornamento: 05/01/2025.

I contenuti presenti in questa pagina sono forniti a scopo puramente informativo e hanno carattere generale. Nonostante l’accuratezza e l’aggiornamento delle informazioni, queste non possono essere considerate esaustive né sostituire una valutazione specifica da parte delle forze dell’ordine e di altre figure qualificate, come guardie zoofile, avvocati e veterinari.

Si precisa che Animal Law Italia, in qualità di ente del Terzo Settore, non offre servizi di assistenza o consulenza legale. Per questioni specifiche, ti invitiamo a rivolgerti direttamente a professionisti del settore, che potranno fornire un supporto adeguato e personalizzato in base alle circostanze del caso.

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Questa scheda è parte del Progetto SOS animALI, un’iniziativa di ALI – Animal Law Italia finalizzata a promuovere la consapevolezza delle leggi a tutela degli animali non umani e a favorirne la piena applicazione.

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