Detenzione in box o gabbia

Classificazione: Zona grigia
Problematiche che possono configurare un illecito.

Nei negozi di animali e nelle fiere è comune vedere cani, gatti, criceti, conigli, rettili, uccelli e altri piccoli animali tenuti in gabbie, box o terrari. Molto spesso, le condizioni in cui questi animali vivono non rispettano le loro esigenze etologiche, mettendo a rischio il loro benessere fisico e psicologico.

Numerosi studi dimostrano che la detenzione prolungata in gabbia impedisce agli animali di esprimere comportamenti naturali, causando stress, depressione e problemi di salute.

INDICE

Aspetti legali

La detenzione di animali in gabbia è lecita, ma può configurare un reato se le condizioni in cui sono tenuti provocano loro sofferenza. A seconda della gravità della situazione, si possono ipotizzare i seguenti reati:

  • Articolo 727 del Codice Penale: punisce con un’ammenda da 1.000 a 10.000 euro chiunque detenga animali in condizioni incompatibili con la loro natura e tali da causare gravi sofferenze. Questo reato si configura quando l’animale vive in situazioni di abbandono o negligenza, privato delle cure indispensabili per il suo benessere fisico e psicologico, come cibo, acqua, riparo o spazio adeguato.
  • Articolo 544-ter del Codice Penale: punisce con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro chiunque causi intenzionalmente — per crudeltà o comunque senza necessità — una lesione a un animale, oppure lo sottoponga a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche.

In aggiunta, molti Comuni italiani hanno adottato regole specifiche per tutelare il benessere degli animali. Questi regolamenti possono includere, ad esempio, requisiti sulle dimensioni minime delle gabbie per alcune specie o il divieto di tenere animali in gabbia per periodi troppo lunghi. Le violazioni di queste regole sono punite con sanzioni amministrative, che vengono applicate dalla Polizia Locale. Per sapere cosa prevede il tuo Comune, puoi cercare sul sito ufficiale o digitare in un motore di ricerca “regolamento tutela animali” seguito dal nome del tuo Comune.

Cosa puoi fare

Provare a dialogare (se possibile)

Se noti un animale detenuto in gabbia in condizioni di degrado o abbandono e conosci il proprietario, è utile, prima di fare una segnalazione, provare a parlargli. Potresti spiegargli in modo tranquillo e rispettoso che la situazione può avere conseguenze legali e soprattutto nuoce al benessere dell’animale. Sottolinea che, anche se la detenzione in gabbia fosse necessaria, deve rispettare standard minimi, come:

  • Garantire pulizia e igiene adeguate;
  • Assicurare una buona ventilazione, ombra e riparo dalle intemperie;
  • Fornire cibo, acqua e cure indispensabili.

Questa approccio potrebbe sensibilizzare il proprietario, spingendolo a intervenire spontaneamente.

Segnalare alle autorità

Se il dialogo non produce risultati o se il proprietario non interviene, puoi procedere con una segnalazione o denuncia formale. In particolare:

Prima di segnalare, è essenziale documentare la situazione con:

  • Foto o video che mostrino chiaramente l’animale e l’ambiente in cui si trova.
  • Indicazioni precise del luogo (indirizzo, attività commerciale, ecc.).
  • Testimonianze di altre persone che possano confermare quanto osservato.

Nota: Scattare foto e registrare video in luoghi pubblici o visibili dal pubblico è legalmente consentito per documentare possibili reati. Assicurati che le immagini siano chiare e descrivi dettagliatamente ciò che hai osservato.

A chi rivolgersi per segnalare o denunciare.

  • Guardie zoofile: Molte associazioni animaliste sono dotate di guardie zoofile che possono intervenire e assisterti nella denuncia.
  • Puoi rivolgerti alle forze dell’ordine e presentare un esposto o denuncia presso i loro uffici.
  • Se il Comune ha norme specifiche sul benessere animale (es. dimensioni minime delle gabbie) con relative sanzioni, è consigliato rivolgersi alla Polizia Locale, perché le sanzioni amministrative sono di più immediata applicazione rispetto alle norme penali e fungono quindi da immediato dissuasore, soprattutto quando la situazione non appare particolarmente grave al punto da invocare la violazione delle norme penali

Nel caso di dubbi, le autorità potranno collaborare con i servizi veterinari della ASL per effettuare verifiche approfondite.

Approfondimenti

Questa sezione contiene informazioni più dettagliate, che possono essere utilizzate come base di partenza per approfondire la tematica.

Questa problematica si riscontra frequentemente anche nelle abitazioni private, dove gli animali vengono spesso confinati in spazi ristretti o in ambienti inadeguati rispetto alle loro esigenze naturali, con gravi ripercussioni sul loro benessere psicologico e fisico.

Per garantire il benessere degli animali domestici, è essenziale creare ambienti che rispettino le loro caratteristiche etologiche, cioè i comportamenti naturali tipici di ciascuna specie. Questo significa, ad esempio, permettere agli animali di muoversi liberamente, esplorare l’ambiente, interagire con i loro simili e svolgere attività che li stimolino fisicamente e mentalmente.

  • Quando tenuti in gabbie troppo piccole, i conigli non possono saltare, esplorare o scavare, comportamenti naturali per loro. Questa privazione può portare a problemi di salute come l’atrofia muscolare, obesità e malattie del tratto gastrointestinale, oltre a stress e apatia.
  • Specie come criceti, cavie e gerbilli necessitano di materiali da rosicchiare per mantenere la crescita dentale sotto controllo. Senza questa possibilità, i loro denti possono crescere eccessivamente, provocando dolore, difficoltà a mangiare e malnutrizione. Inoltre, la mancanza di stimoli ambientali può indurre comportamenti compulsivi, come il mordere incessantemente le sbarre della gabbia.
  • Gli uccelli tenuti in gabbie piccole e prive di arricchimenti ambientali soffrono particolarmente. L’impossibilità di volare compromette la loro salute fisica, mentre l’isolamento e la noia possono portarli a sviluppare problemi comportamentali, come l’autodeplumazione.
  • I rettili richiedono condizioni ambientali specifiche, come temperatura, umidità e illuminazione adeguate. La mancanza di queste condizioni può causare malattie gravi, stress cronico e, in alcuni casi, la morte.

Garantire un ambiente adeguato per ogni specie significa anche prevenire problemi di salute e migliorare la qualità della vita degli animali. Per farlo, i proprietari devono informarsi accuratamente sulle esigenze specifiche degli animali che accolgono, consultare esperti come veterinari specializzati e assicurarsi che le condizioni di detenzione rispettino standard minimi di benessere.

Un animale che vive in un ambiente stimolante e adatto alle sue esigenze è più sano, equilibrato e felice, contribuendo anche a una convivenza più serena con i suoi proprietari.

Giurisprudenza

Sezione a cura dell’avv. Annalisa Gasparre

  • Cassazione penale sez. III, 09/11/2021, n. 2511 – Detenere una gallina in una gabbia di dimensioni insufficienti non integra l’ipotesi di maltrattamento di animali ma quella di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura – Con il delitto di cui all’art. 544-ter c.p. si punisce chi con dolo, “con crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale o lo sottopone a sevizie o comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”, con la contravvenzione dell’art. 727 c.p., si punisce, invece, chiunque “detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze (nella specie, la Corte ha derubricato nella contravvenzione di cui all’art. 727 c.p. la condotta dell’imputato che aveva detenuto una gallina in una gabbia di ampiezza insufficiente durante in una manifestazione artistica; reato, poi, ritenuto prescritto);
  • Cassazione penale sez. III, 23/09/2020, n. 34236 – Sussiste maltrattamento di animali se si tengono due pappagalli in una gabbia sporca e piena di piume – È configurabile la contravvenzione di cui all’art. 727, comma 2, c.p. nella condotta dell’imputato che detiene due pappagalli all’interno di una gabbia sporca, con presenza di deiezioni e piume, con poca acqua sporca a disposizione e dunque in condizioni incompatibili con la natura degli animali;
  • Cassazione penale sez. III, 03/12/2020, n. 12436 – Cani tenuti in box che non garantiscono il ricambio d’aria, sussiste l’ipotesi di maltrattamenti – Sussiste l’ipotesi di maltrattamento di animali (art. 727 c.p.) nel caso di cani detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, essendo gli stessi chiusi in box inidonei a garantire adeguato ricambio d’aria;
  • Cassazione penale sez. III, 20/02/2018, n. 16042 – Integra maltrattamenti tenere dei cani in gabbie anguste e in condizioni igienico-sanitarie gravemente deficitarie. Integra il reato di cui all’art. 544 ter c.p. la condotta di chi detiene undici cani di varie razze all’interno di una gabbia di dimensioni anguste mantenendoli in condizioni igienico-sanitarie gravemente deficitarie, a causa delle quali taluni di essi avevano contratto infezioni e riportato lesioni;
  • Cassazione penale sez. III, 27/06/2018 (ud. 27/06/2018, dep. 21/11/2018), n. 52420 – Artt. 727 e 544 ter c.p. in danno di un coniglio detenuto in una piccola gabbia che si procurava lesioni e abrasioni e detenuto in condizioni non igieniche);
  • Cassazione penale sez. III, 07/11/2012, n. 2341 (Conferma Trib. Verona 18 luglio 2011) – Il detenere uccelli in gabbie anguste piene di escrementi, essendo l’inadeguata dimensione delle gabbie attestata dal fatto che gli uccelli hanno le ali sanguinanti, avendole certamente sbattute contro la gabbia in vani tentativi di volo, integra il reato di cui all’art. 727, comma 2 c.p. poiché, alla luce del notorio, nulla più dell’assoluta impossibilità del volo è incompatibile con la natura degli uccelli;
  • Cassazione penale sez. III, 12/07/2012 (ud. 12/07/2012, dep. 09/11/2012), n.43504 (vari animali tra cui rettili).
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Ultimo aggiornamento: 30/12/2024.

I contenuti presenti in questa pagina sono forniti a scopo puramente informativo e hanno carattere generale. Nonostante l’accuratezza e l’aggiornamento delle informazioni, queste non possono essere considerate esaustive né sostituire una valutazione specifica da parte delle forze dell’ordine e di altre figure qualificate, come guardie zoofile, avvocati e veterinari.

Si precisa che Animal Law Italia, in qualità di ente del Terzo Settore, non offre servizi di assistenza o consulenza legale. Per questioni specifiche, ti invitiamo a rivolgerti direttamente a professionisti del settore, che potranno fornire un supporto adeguato e personalizzato in base alle circostanze del caso.

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