Gli ispettori dell’agenzia delle dogane di Hong Kong hanno effettuato nei giorni scorsi un colossale sequestro di pinne di squalo in un magazzino di una società di logistica. Ben 26 tonnellate di pinne, appartenenti per il 90% a specie protette come lo squalo seta e il volpe, sono state rinvenute già essiccate in 300 sacchetti di nylon in due container arrivati a gennaio dall’Ecuador. Secondo gli investigatori, che hanno effettuato il sequestro in due distinte operazioni il 28 aprile e il 4 maggio, il carico era destinato al mercato locale. Arrestato il titolare della società, che è stato successivamente rilasciato su cauzione in attesa di ulteriori indagini.
Ad attrarre l’attenzione degli ispettori doganali sono state le scritte in spagnolo che indicavano la presenza di pesce essiccato, avendo in precedenza già effettuato dei sequestri di pinne di squalo provenienti dal Paese sudamericano. Per l’ex colonia britannica si tratta del più grande sequestro del genere nella storia, che fa impallidire il record di 3,8 tonnellate raggiunto nel 2019, anno in cui erano state anche arrestate 13 persone. Nel 2018, invece, erano state sequestrate appena 641 kg di pinne e arrestate cinque persone.
Le pinne oggetto di quest’ultimo sequestro, il cui valore sul mercato è stato valutato pari a 8,6 milioni di dollari di Hong Kong — corrispondenti a 1,1 milioni di dollari americani — che sono state strappate da circa 38.500 squali. Un numero davvero impressionante ma purtroppo minimo rispetto alla cifra totale: si stima infatti che ogni anno circa 73 milioni di squali vengano uccisi per le loro pinne.
Alcuni Paesi hanno vietato la tecnica del “finning”, che consiste nello strappare le pinne degli squali appena pescati e ancora in vita, per poi rigettarli immediatamente nell’oceano, dove muoiono soffocati o divorati da altri predatori.
Le pinne di squalo sono consumate in Cina sotto forma di zuppe e utilizzate nella medicina tradizionale. A causa della forte richiesta, molte specie di squalo sono considerate in via di estinzione.