La città di Wuhan ha ufficialmente bandito per cinque anni con effetto immediato la caccia e il consumo di carne di animali selvatici. Diventerà anche più difficile allevare animali selvatici per finalità alimentari, dovendo sottostare a un sistema di licenze strettamente regolamentate.
Secondo un’inchiesta del National Geographic, fino a gennaio nell’ormai famoso mercato all’ingrosso del pesce di Huanan, nel centro della città, erano in vendita castori, porcospini, scorpioni e coccodrilli. In molte città cinesi i “wet market” stanno riaprendo, tuttavia anche altre città stanno valutando di imporre nuove stringenti regolamentazioni per motivi di sanità pubblica. Divieti come quello di Wuhan sono invece già entrati in vigore a Pechino, Shenzhen e Zhuhai e non prevedono limiti temporali.
Le autorità di Wuhan, una metropoli da 11 milioni di abitanti, hanno vietato anche la caccia di animali selvatici, tranne che per finalità di «ricerca scientifica, controllo della popolazione, monitoraggio degli agenti patogeni e altre speciali circostanze», secondo quanto riferito ai media. Agli allevatori delle regioni limitrofe sono stati offerti incentivi economici per interrompere l’allevamento di specie esotiche e selvatiche.
Anche se al momento sembra che queste regole si applicheranno soltanto per cinque anni, è particolarmente significativo il fatto che vengano attuate proprio nella città dalla quale si è diffuso il nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Che sia l’inizio di cambiamenti più importanti?
A fine gennaio il Parlamento aveva vietato temporaneamente il commercio e il consumo di carne di animali selvatici, mentre il 24 febbraio si era mosso un primo passo verso un bando definitivo del commercio illegale di fauna selvatica ed eliminazione di ogni forma di consumo abusivo, al fine di salvaguardare la salute dei cittadini. Tra le modifiche legislative che verranno prossimamente attuate, viene indicato l’inasprimento delle pene per le violazioni di legge.
Si tratta di misure che rientrano nella strategia cinese per impedire a nuovi agenti patogeni il salto di specie verso gli esseri umani. Anche se le origini del nuovo coronavirus non sono state ancora chiarite, sappiamo che virus molto simili sono endemici nei pipistrelli. Il passaggio verso di noi è avvenuto attraverso un ospite intermedio che non è stato ancora identificato e che con molta probabilità è un animale allevato o catturato in natura per consumo alimentare. Di certo sappiamo quindi che questi mercati contengono gli elementi perfetti per la proliferazione di zoonosi.
Proprio oggi si apre la prima sessione annuale dell’Assemblea Nazionale del Popolo (il Parlamento cinese) che si esprimerà sulla proposta del Ministero dell’Agricoltura che intende restringere l’elenco delle specie esotiche che si potranno allevare, vietando anche il consumo di carne di cani e di gatti.
Foto di copertina di Jimmy Chan