Questa richiesta è parte della campagna con la quale chiediamo di rendere concreta la tutela degli animali inserita nell’art. 9 della Costituzione. Cambiare le leggi affinché tengano il passo con i cambiamenti culturali e sociali, anche per quanto riguarda il rispetto che dobbiamo agli animali, è oggi un vero e proprio dovere del Parlamento.
I Rifugi (anche detti Santuari) per animali non destinati alla produzione alimentare (non DPA) sono luoghi in cui vivono in libertà mucche, galline, maiali, capre e altri animali che normalmente vengono allevati e macellati. Diversamente da quanto avviene negli allevamenti, gli ospiti dei rifugi non subiscono alcuna forma di sfruttamento umano, né vengono fatti riprodurre.
Questi animali, salvati da maltrattamenti e macellazione, in queste strutture hanno la possibilità di vivere un’esistenza degna di essere vissuta, in cui soddisfare i propri bisogni ed esprimere i comportamenti tipici della propria specie, per l’intera durata della propria vita.
In Italia esistono attualmente circa una ventina di strutture con queste caratteristiche, molte delle quali affiliate alla “Rete dei Santuari di animali liberi”, che per anni si è battuta per ottenere il riconoscimento giuridico dei rifugi.
Rispetto alle fattorie didattiche, i santuari rispondono a finalità differenti e sono retti da logiche molto diverse. Nelle fattorie didattiche gli animali vengono venduti, acquistati, scambiati e utilizzati per trarne carne, latte, uova e lana, mentre l’unico fine perseguito dai santuari è quello del mantenimento in vita dell’animale in una condizione di benessere.
La peste suina africana (PSA) e altre malattie infettive mettono in pericolo gli ospiti dei rifugi, mostrando i limiti delle attuali norme, che prevedono la soppressione di tutti gli animali nelle vicinanze del focolaio, anche se all’interno di un rifugio e non contagiati e persino se la malattia non è trasmissibile all’essere umano.
Due vicende emblematiche dimostrano l’urgenza di un pieno riconoscimento giuridico di questi luoghi, che li sottragga definitivamente dall’applicazione delle norme previste per gli allevamenti. Per salvare gli animali dei Santuari, bisogna prevedere regole specifiche, che garantiscano loro il diritto a restare in vita, anche in deroga alle normative sanitarie valide per gli allevamenti.
Il 20 settembre 2023 nove maiali, sopravvissuti a un focolaio di peste suina africana all’interno del rifugio permanente “Progetto Cuori Liberi” di Sairano (PV), sono stati uccisi dalle autorità, che non hanno accettato di prendere in considerazione misure alternative che consentissero a questi suini— a tutti gli effetti animali da affezione — di proseguire indisturbati la loro esistenza.
Le autorità sanitarie avevano, infatti, emanato un’ordinanza di abbattimento di tutti i suini presenti nella struttura, quale misura preventiva per limitare la diffusione del virus e quindi a tutela del comparto zootecnico. A nulla è valso l’intervento di numerose associazioni, che hanno chiesto un tavolo di confronto con le istituzioni per individuare alternative non cruente, né la mobilitazione di centinaia di persone accorse in presidio permanente fuori dalla struttura: l’azienda sanitaria è intervenuta con il supporto delle forze dell’ordine, uccidendo anche animali ancora sani.
Nel 2022, il Ministero della Salute aveva riconosciuto la possibilità di registrare i suidi nella Banca Dati Nazionale (BDN) della zootecnia come “non DPA”. Tuttavia, questo non ha impedito alla ASL Roma 1 di emanare nell’agosto dello stesso anno un’ordinanza di abbattimento dei suidi ospiti della Sfattoria degli Ultimi, un rifugio nella periferia di Roma, in quanto all’interno della “zona rossa” infetta da PSA. Questo nonostante i maiali risultassero in salute e non infetti dal virus.
Dopo una intensa battaglia legale, il TAR Lazio ha accolto il ricorso della Sfattoria degli ultimi, annullando l’ordine di abbattimento degli animali, destinatari di questa misura preventiva, ritenendola sproporzionata rispetto all’obiettivo di contrastare la diffusione del virus.
Finché non sarà in vigore una normativa specifica, che disciplini questi luoghi in modo completo, i loro ospiti non saranno al sicuro. Quanto successo in provincia di Pavia potrebbe ripetersi altrove in ogni momento.
Ad agosto 2022, insieme al Rifugio Miletta, abbiamo avviato un progetto di ricerca diretto a verificare le possibilità di introduzione all’interno del nostro ordinamento giuridico di un riconoscimento esplicito dei rifugi per animali non DPA. Abbiamo ottenuto un incontro al Ministero della Salute per illustrare le nostre richieste, e successivamente abbiamo formulato delle osservazioni scritte.
Con il decreto del 7 marzo 2023, il Ministero della Salute ha introdotto la definizione di”rifugi permanenti”, ma non è stato in grado di recepire integramente le nostre richieste. Abbiamo chiesto spiegazioni e ci è stato riferito di rivolgerci alle singole Regioni, alle quali spetta la competenza di attuare le norme del decreto.
Nel settembre 2023, abbiamo seguito da vicino la vicenda Cuori Liberi, anche raccogliendo le adesioni di numerose associazioni a una lettera che sosteneva la ricerca di soluzioni di mediazione per impedire la soppressione degli animali.
Con la collaborazione di Rifugio Miletta abbiamo realizzato un report (di prossima pubblicazione) a cura di Silvia Zanini, ricercatrice post doc presso l’Università Autonoma di Barcellona ed esperta di diritto e benessere animale, che analizza la situazione legislativa attuale, italiana ed europea, e descrive ciò di cui si dovrà occupare una disciplina completa dei rifugi per animali non DPA. Si tratta di proposte concrete e subito attuabili, per tutelare realmente gli animali dei santuari.
In seguito, ci impegneremo per portare queste richieste al Ministero e per affrontare con urgenza la tematica anche a livello regionale, iniziando dalle regioni con più rifugi.
Conto Corrente Banca popolare Etica intestato a Animal Law Italia ETS
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Causale: “Esseri Senzienti”
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Causale: “SOS animALI”
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Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera dei deputati
La scienza, la bioetica, la normativa europea e quella di diversi ordinamenti nazionali riconoscono da anni la speciale natura degli animali non umani come esseri senzienti. L’articolo 9 della nostra Costituzione delega al legislatore di individuare i modi e le forme di tutela degli animali. È urgente attuare questa disposizione, ripensando la normativa ad oggi non più adeguata, riconoscendo pienamente che gli animali sono esseri senzienti, non oggetti. Per questo, chiediamo di:
1) Integrare il codice civile, adeguando le norme in tema di risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale, disciplinando l’affido dell’animale in caso di separazione e introducendo una specifica disciplina nell’ambito delle successioni;
2) Rivedere il codice penale, riconoscendo gli animali come vittime, inasprendo le sanzioni e assicurandone l’effettiva applicazione, limitando la possibilità che gli autori dei maltrattamenti restino impuniti;
3) Attuare il superamento dell’utilizzo di animali nei circhi, già previsto nel 2017;
4) Riconoscere i rifugi per animali salvati, ad oggi erroneamente equiparati agli allevamenti di animali utilizzati a scopo di produzione alimentare;
5) Istituire un garante nazionale dei diritti degli animali, in grado di favorire il coordinamento dell’azione di governo e di vigilare sull’applicazione della normativa nazionale ed europea a tutela degli animali.