In poco più di sette mesi dalla presentazione a Bruxelles del 25 settembre 2018, la piattaforma online dell’iniziativa dei cittadini europei “End the Cage Age” ha già superato il primo milione di firme raccolte. Un risultato incredibile, frutto della volontà di oltre 130 organizzazioni in tutto il continente, coalizzate per la prima volta per chiedere la fine dell’utilizzo di gabbie per l’allevamento.

Quali sono i prossimi passi?

Raccogliere il sostegno di un milione di cittadini in almeno un quarto degli Stati membri entro 12 mesi era il requisito proprio l’obiettivo minimo necessario affinché l’iniziativa fosse considerata valida. Al termine del periodo di raccolta, che scadrà a metà settembre, la Commissione dovrà prendere atto del successo dell’iniziativa e sarà tenuta «a presentare, nell’ambito delle sue attribuzioni, un’adeguata proposta su temi per i quali i cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati»: questo l’iter dettato dal regolamento n. 211/2011 sul diritto di iniziativa dei cittadini europei.

Al momento però la raccolta firme è tutt’altro che terminata, anzi la coalizione — della quale Animal Law ha fatto parte fin dal primo momento — rilancia e punta a raggiungere un milione e mezzo di firme entro la fine dell’estate. Un obiettivo ancora più ambizioso, che si rende necessario sia per superare eventuali intoppi burocratici (statisticamente un certo numero di firme vengono invalidate, per i motivi più disparati), sia per lanciare un segnale ancora più importante alle istituzioni europee. Un numero maggiore di adesioni farà comprendere come i cittadini prendano davvero molto seriamente il benessere animale e chiedano che si agisca tempestivamente per migliorare le condizioni di allevamento.

Se l’obiettivo di consegnare le gabbie ai libri di storia sarà raggiunto, si tratterà di un risultato epocale, che potrà cambiare la vita di milioni di galline, vitelli, scrofe, quaglie e altri animali allevati ogni anno nell’UE. Un risultato che potrà essere senz’altro migliorato ma che intanto consegnerà alla prossima generazione un mondo in cui gli allevamenti non avranno senza più gabbie. Una prospettiva che — ne siamo certi — milioni di cittadini europei apprezzeranno.

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