La proposta legislativa della Commissione europea sul trasporto di animali vivi, diffusa il 7 dicembre scorso, è in gran parte un fallimento nel garantire migliori condizioni per gli animali allevati: consente ancora il trasporto di animali vivi verso paesi terzi, con viaggi molto lunghi, in cui non possono beneficiare della protezione legale che ricevono nell’Unione europea; inoltre, prevede ancora il trasporto di animali in mare, senza limiti di tempo, poiché questo tipo di viaggi è esentato da qualsiasi restrizione. Il testo non fornisce una protezione sufficiente neanche per gli animali particolarmente vulnerabili come quelli gravidi e non svezzati, che saranno comunque trasportati e costretti a lunghe tratte.

La proposta sul trasporto di animali vivi della Commissione europea

Alle criticità del documento già sottolineate, si aggiunge la mancata previsione di misure adeguate per proteggere gli animali in condizioni di temperature e umidità estreme e non ci sono indicazioni sulle azioni necessarie in caso di interruzione del trasporto.
Un’altra preoccupazione riguarda i molti animali esclusi dalla proposta, compresi gli animali trasportati per scopi scientifici, quelli da compagnia e quelli acquatici, che dovrebbero tutti essere protetti da una legislazione specifica per le loro esigenze.
Gli aspetti positivi ci sono, ma sono pochi: in particolare l’impegno per la tracciabilità in tempo reale dei tempi di viaggio su strada, miglioramenti in termini di spazio disponibile e i viaggi il cui termine massimo è stabilito a 9 ore: limite di tempo che, però, si applica solo agli animali trasportati per la macellazione, mentre gli animali trasportati per la riproduzione e l’ingrasso possono viaggiare per 42 ore nell’arco di 3 giorni, un limite eccessivo e non coerente con i pareri dell’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. In aggiunta, le navi battenti “bandiere nere” (gravemente al di sotto degli standard), che al momento costituiscono il 55% della flotta di trasporto bestiame approvata dall’UE, non sarebbero più autorizzate a operare.

Il trasporto di carne e carcasse: un riferimento che deve diventare realtà

Per la prima volta la Commissione europea ha citato, tra gli obiettivi del regolamento, il passaggio al trasporto di carne e carcasse. Un cenno particolarmente opportuno, a seguito di un recente report di Human Behaviour Change for Life, commissionato da Eurogroup for Animals, che mostra che la transizione a questo tipo di esportazione, rispetto al trasporto di animali vivi, non solo andrebbe a beneficio degli animali, ma potrebbe far risparmiare fino a 2,5 volte i costi e ridurre le esternalità ambientali (effetti esterni sull’ambiente connessi al trasporto di animali vivi).

Nonostante il suo impegno a presentare una serie completa di regolamenti per migliorare il benessere degli animali entro la fine di quest’anno, la Commissione europea non è riuscita a pubblicare le altre tre proposte legislative, in particolare il regolamento sugli animali allevati, attraverso il quale sarebbe stata mantenuta la promessa di transizione al cage-free. Il solo aggiornamento delle norme sul trasporto di animali vivi e la pubblicazione della nuova proposta su cani e gatti lasciano miliardi di animali in balia di una legislazione obsoleta, ignorando la richiesta di milioni di cittadine e cittadini europei per un migliore benessere degli animali.

L’Unione europea rifletta sulla volontà dei cittadini e sul benessere degli animali

Questa proposta arriva solo una settimana dopo la pubblicazione di un report che evidenzia come i dati ufficiali sul trasporto di animali vivi siano spesso mascherati e la sofferenza sopportata da miliardi di animali ogni anno si peggiore di quanto si immaginasse.

«È preoccupante che dopo un’attesa così lunga la Commissione europea presenti solo una delle proposte promesse, una proposta che manca di ambizione e non riesce a proteggere il benessere degli animali durante il trasporto, nonostante le prove sempre più evidenti dell’immensa sofferenza che sopportano. La proposta evidentemente abbraccia un approccio ‘business as usual’ che privilegia i benefici economici rispetto al benessere degli animali. È giunto il momento che il Consiglio e il Parlamento riflettano veramente i desideri dei cittadini dell’UE nella legislazione», commenta Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals.

Daria Vitale, responsabile Animali allevati di ALI, aggiunge: «La proposta della Commissione tradisce chiaramente la mancanza di una seria volontà politica verso l’introduzione di misure che tutelino la parte debole del rapporto di scambio commerciale: gli animali. La tendenza è alla ricerca del mantenimento dello status quo, attraverso l’introduzione di norme che scontentino il meno possibile le imprese, quando ciò di cui ci sarebbe bisogno è l’adozione di strategie volte a supportare concretamente il settore verso una transizione urgente e imprescindibile. Una proposta troppo poco ambiziosa, che rischia di definire standard troppo bassi di protezione degli animali per i prossimi decenni».

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