Anche i pesci necessitano di leggi specifiche per la tutela del loro benessere

La Commissione europea ha la possibilità di inserire nella revisione della legislazione sul benessere animale norme che proteggano questi animali in allevamento e durante il trasporto e la macellazione.

Pubblicato il 08/05/2023
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In Europa sono allevati ogni anno miliardi di pesci. Purtroppo i bisogni di questi animali sono poco conosciuti e ancora oggetto di studi e l’opinione pubblica non è ancora sufficientemente sensibilizzata riguardo le loro necessità. Attualmente le loro condizioni nelle differenti fasi che attraversano nella filiera ittica possono essere inadeguate: sovraffollamento, alti tassi di mortalità, metodi di macellazione inadatti, stress e lesioni legati alla manipolazione e al trasporto. La campagna No Animal Left Behind chiede alla Commissione europea di inserire tutele specifiche per i pesci all’interno della revisione della legislazione sul benessere animale prevista per la fine di quest’anno.

I pesci: animali ancora poco conosciuti

I pesci sono animali ancora poco conosciuti. Solo negli ultimi decenni gli scienziati hanno esplorato le loro capacità e gli studi ci forniscono un affresco sorprendente delle loro vite: a fronte di numerose evidenze scientifiche possiamo affermare che provano dolore, ma sappiamo anche che alcune specie amano le novità, sanno collaborare e forse hanno consapevolezza di sé. Ancora, altre specie sembrano possedere forme di cultura e, addirittura, possono percepire le stesse illusioni ottiche da cui siamo ingannati noi esseri umani. Tutti questi dati stanno spingendo i ricercatori a fornire ai pesci di laboratorio ambienti più stimolanti per venire incontro alle loro esigenze. Invece, cosa accade oggi negli allevamenti?

Le condizioni in cui possono vivere i pesci d’allevamento

Allo stato attuale, i sistemi di acquacoltura differiscono moltissimo, come anche i modi in cui sono allevate le diverse specie. Non ci sono ancora forme di tutela adeguate nei confronti dei pesci o standard da rispettare a seconda della specie allevata. È per questo motivo che ai pesci allevati, in alcuni casi, possa accadere che:

  • vivano in condizioni di sovraffollamento, in cui le malattie possono diffondersi rapidamente;
  • siano manipolati non correttamente, causando nei pesci stress, perdita di squame, lesioni alla pelle, alle pinne e agli occhi, danni muscolari, riduzione dell’appetito e compromissione dello sviluppo;
  • trascorrano la propria vita in ambienti privi di stimoli, soprattutto se confrontati con gli ambienti marini e fluviali in cui i pesci si sono evoluti e vivono.

Anche il trasporto e la macellazione costituiscono ulteriori sfide per il benessere di questi animali. Sempre per l’assenza di standard esiste la possibilità che, in alcuni casi, possano andare incontro a condizioni critiche come, ad esempio, rimanere senza cibo per giorni o addirittura settimane o essere uccisi con modalità che non ne minimizzino la sofferenza.

Revisione della legislazione europea sul benessere animale: non lasciamo i pesci indietro

Il miglioramento delle condizioni dei pesci in allevamento è urgente e necessario e lo dimostrano la recente consultazione pubblica indetta dall’Aquaculture Stewardship Council, l’ente internazionale che certifica le aziende di acquacoltura, sulla necessità di migliori requisiti di benessere per i pesci d’allevamento, e l’inserimento della loro tutela nella revisione delle legislazione europea sul benessere animale.
La Commissione europea dovrà prevedere una disciplina normativa specifica che presenti norme rigorose, precise e mirate al benessere dei pesci: maneggiamenti che non provochino sofferenze, arricchimenti ambientali negli allevamenti, l’introduzione di requisiti per lo stordimento efficace, laddove siano conosciuti i parametri di specie.
Con la seconda fase della campagna No Animal Left Behind di Eurogroup for animals, Animal Law Italia sostiene l’adozione di nuove norme che garantiscano il benessere dei pesci, affinché neanche loro siano lasciati indietro dalla revisione della Commissione europea.

Redazione

Articolo inserito dalla nostra redazione.

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