Oggi è il World Cage-free Day, la giornata internazionale dedicata alle condizioni di sofferenza a cui sono sottoposti gli animali allevati in gabbia, nata su iniziativa di Compassion in World Farming e adottata negli anni da decine di altre organizzazioni per i diritti animali nel mondo. In questa occasione Jane Goodall, celebre etologa e Messaggera di Pace delle Nazioni Unite, si è unita ai cittadini e cittadine e alle ONG, tra cui le associazioni della coalizione italiana End the Cage Age, di cui ALI fa parte, per chiedere all’Unione europea di tenere fede al proprio impegno di vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti.

Le promesse della Commissione europea

Come accennato riguardo alla manifestazione tenutasi due giorni fa a Bruxelles, davanti alla sede della Commissione europea, quest’ultima si è impegnata due anni fa a vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti europei. Ogni anno, oltre 300 milioni di animali allevati a scopo alimentare vengono ancora rinchiusi in gabbie e recinti individuali, impossibilitati a muoversi o a esprimere i comportamenti propri della loro specie. Eppure la Commissione europea finora ha disatteso questo impegno e non ha pubblicato la proposta legislativa contenente il divieto promesso.

L’impegno a vietare l’allevamento in gabbia è giunto, nel 2021, in risposta all’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age, firmata da oltre 1,4 milioni di persone nel contesto di una campagna che ha coinvolto 170 associazioni, fra cui le 22 associazioni riunite nella coalizione italiana End the Cage Age, di cui Animal Law Italia è parte. Questo processo democratico prevede che la Commissione europea presenti una proposta per una nuova legge entro la fine del 2023. La possibilità che la Commissione UE non rispetti questo termine ha provocato un’ondata di indignazione in tutta l’Unione europea.

Il messaggio di Jane Goodall

Nel video-messaggio di Jane Goodall, rivolto a Ursula von der Leyen, l’etologa ha espresso la sua preoccupazione per centinaia di migliaia di animali costretti a vivere in gabbia e ha anche chiesto pubblicamente alla Presidente di incontrarla e discutere il problema insieme.

Credits: Compassion in World Farming

Un gesto simbolico per dire basta alle gabbie in Europa

Oggi cittadini e cittadine dell’UE mostreranno su tutti i social media il proprio sostegno al divieto con un’azione di protesta: disegnarsi le sbarre di una gabbia, simbolo della campagna End the Cage Age, sul palmo della mano e condividere la foto della mano sollevata sui propri profili. Questa sarà la dimostrazione che le persone sono unite nel chiedere la fine dell’era delle gabbie e della sofferenza che questo sistema di allevamento causa e sostengono le richieste della campagna #EndTheCageAge. Mercoledì scorso decine, tra persone e associazioni, sono scese in strada per manifestare davanti alla sede della Commissione europea a Bruxelles, chiedendo all’UE di presentare la proposta di revisione della legislazione sul benessere degli animali allevati, incluso il divieto di allevamento in gabbia.

Le associazioni della coalizione italiana End the Cage Age dichiarano: «È uno scandalo e un tradimento nei confronti dei cittadini europei che l’UE ascolti la grande industria e ignori invece la volontà delle persone, il 94% delle quali credono fermamente che il benessere degli animali allevati a scopo alimentare sia importante».

«Le ICE sono uno strumento introdotto per dare alle persone la possibilità di influenzare il processo decisionale in modo diretto. — proseguono le associazioni — Più di 1,4 milioni di cittadini e cittadine dell’UE hanno sostenuto l’ICE End the Cage Age e la Commissione UE si è ufficialmente impegnata ma, nonostante l’impegno preso già nel 2021, la proposta legislativa di divieto dell’allevamento in gabbia non è ancora stata presentata. Sarebbe oltraggioso se la Commissione facesse un voltafaccia, rimangiandosi la parola data e ignorando la volontà dei cittadini in questa fase».

La coalizione conclude: «La campagna per mettere fine all’allevamento in gabbia sarà ora intensificata in tutta Europa per fare in modo che l’UE presenti la proposta legislativa di divieto e le gabbie siano finalmente relegate al passato».

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